Calcio

«È stato un girone d'andata più che sufficiente»

Mattia Croci-Torti sottolinea l'orgoglio dei suoi uomini nella sfida di Ginevra
© KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI
Massimo Solari
17.12.2023 21:30

Più forte delle avversità. Delle discutibili scelte arbitrali. E, forse, di un vento contrario sospinto addirittura dall’interno. Il Lugano chiude il 2023 a testa alta, altissima. Strappando un punto al Servette grazie a una rimonta pazzesca. E impedendo agli stessi ginevrini di scappare a +8 in classifica. No, nessuna condanna. Né in campo, né in anticipo sul destino della stagione di Super League. A Ginevra la squadra di Mattia Croci-Torti ha dimostrato una volta di più di avere un carattere grande così. Di non morire mai. Anche quando, appunto, tutto e tutti sembrano remarle contro.

Le lacrime di Nkama

È finita 2-2. Con l’inzuccata del subentrato El Wafi che all’84’ ha trascinato l’esultanza del Crus sino alla bandierina, come l’idolo José Mourinho. Già. Ma la doppietta dell’implacabile Bedia, maturata prima della pausa, avrebbe potuto sortire un finale decisamente più desolante. Scontato, anche. Saipi e compagni hanno invece offerto al pubblico una ripresa da libro Cuore. Struggente, sì, come le lacrime dell’inconsolabile Johan Nkama, espulso ingiustamente al 66’ per un intervento involontario ai danni di Ondoua. Non per il VAR, giudice severissimo e al contempo incomprensibile.

«In quel momento avevamo accorciato sul 2-1, la partita era in nostro controllo e la decisione arbitrale ci ha tarpato le ali» sottolinea Croci-Torti a fine match. «Chissà, visto l’andamento assunto dal secondo tempo, avremmo potuto parlare addirittura di una vittoria. Detto questo, sono davvero dispiaciuto per Nkama. Merita solo il mio abbraccio. Quando ti alleni per quattro mesi, riesci infine a trovare il tuo spazio, per altro entrando a gara in corso con il giusto piglio, un verdetto del genere è quanto di più ingeneroso».

Sabbatini e le scelte di Cibelli

Jonathan Sabbatini la pensa allo stesso modo. E scuote la testa, dal momento che il direttore di gara e i suoi collaboratori hanno preso altre tre decisioni discutibili: il fallo non ravvisato ai danni di Hajdari prima del rigore concesso a Bedia; il raddoppio dello stesso attaccante ginevrino al limite del fuorigioco (prima annullato e poi accordato); il braccio malandrino spuntato dalla barriera ginevrina - appostata nei propri 16 metri - sulla punizione a botta sicura di Vladi, poco dopo autore del provvisorio 2-1. «E dirò di più: persino il secondo giallo e quindi l’espulsione di Ondoua non mi convincono» afferma con grande onestà il capitano bianconero: «Non è la prima volta che con Cibelli - verso il quale è per altro possibile rivolgersi in italiano - le cose non funzionano. Ed è un peccato, perché episodi del genere possono condizionare un incontro. Persino rovinarlo. Non capisco. Nel dubbio il Lugano viene puntualmente penalizzato. Come se fossimo una piccola squadra che non merita rispetto. Ma non possiamo fare finta di niente».

Il bilancio del Crus

Il Lugano - in piena emergenza e con l’esordio di Romeo Morandi - non è comunque crollato. Tutt’altro. «Anche in 10 abbiamo giocato con la testa, concedendo poco o nulla al Servette e anzi creando alcune occasioni pericolose. Di più: ho visto l’orgoglio che avevo chiesto ai miei giocatori alla pausa» indica Croci-Torti. «Sì, hanno fatto qualcosa d’incredibile». A Ginevra. Non solo a Ginevra. «Nell’ultimo tour de force era importante mostrare una reazione. Una reazione che c’è stata. Delle cinque partite in campionato ne abbiamo vinte tre, pareggiando in questo modo col Servette. Insomma, direi che siamo stati in grado di lanciare un messaggio alla Super League. Ci siamo». La graduatoria, al proposito, non mente. «Chiudiamo a 26 punti, a fronte dei 19 e 21 conquistati nelle precedenti stagioni europee» nota il mister. «Perciò guardo con positività al futuro. Il gruppo ha risposto come squadra». E il Crus come allenatore che questa squadra l’ha in mano e sa - malgrado le difficoltà - esaltarla. «Nel calcio parlano i risultati. Siamo in corsa in Coppa, lo siamo in campionato grazie a un carattere enorme, mentre - certo - in Conference League potevamo fare di più. Purtroppo abbiamo pagato tante domeniche post Europa. La stanchezza è vieppiù emersa, è innegabile. Ciò nonostante ho sempre visto una formazione viva. Io ho fatto del mio meglio per spingerla. E sono convinto di avere la forza per continuare a farlo. Se quest’estate mi avessero predetto i 26 punti dopo 18 turni non mi sarei arrabbiato. Anzi. Ci mancano i 3 punti persi inspiegabilmente con il GC. Tuttavia non deve essere sicuramente quella sconfitta a determinare un girone d’andata insufficiente. Io lo ritengo ampiamente sufficiente. È però giusto alzare l’asticella. E non ho paura a nutrire rinnovate ambizioni». Non si accontenta anche Sabbatini, il cui contratto scade a giugno. «Spero che il rinnovo sia un tema di discussione con la dirigenza già durante la pausa invernale. Mentirei se dicessi che non ci penso. Il club vuole crescere e io crescere con il club». E il pareggio folle ottenuto a Ginevra ci sembra un ottimo punto di ripartenza.