È tutto un gran calciomercato
Se Kylian Mbappé in Europa, Xherdan Shaqiri in Svizzera e Alisha Lehmann sui… social spopolano a suon di milioni, è nell’ordine dei miliardi che bisogna fare i conti per la sessione estiva 2024 del calciomercato internazionale. Le cifre pubblicate in settimana dalla Fifa si riassumono così. Oltre 12.000 trasferimenti, 5,5 miliardi spesi in campo maschile, a cui si aggiungono i 5,8 milioni del calcio femminile. A primeggiare la… Premier League, in flessione l’Arabia Saudita, in espansione il calcio delle donne. Con Marco Bellinazzo, giornalista esperto di calcio e finanza de Il Sole 24 Ore abbiamo commentato alcuni dati.
Premier League su tutti, ma...
Tra il 1. giugno e il 1. settembre i 20 club di Premier League hanno speso 1,43 miliardi di franchi per perfezionare 526 acquisti internazionali, un po’ meno rispetto ai 1,67 miliardi del 2023. In «compenso», i club inglesi hanno battuto il record di ricavi stabilito un anno fa dai club tedeschi, guadagnando per la vendita di 523 giocatori 1,05 miliardi di franchi Cifre da capogiro. Marco Bellinazzo guarda oltre le apparenze numeriche. «In relazione all’Inghilterra, malgrado le cifre astronomiche, la modifica delle regole sul fair play finanziario interno ha costretto molti club a rivedere i piani di spesa, soprattutto per quanto riguarda gli ingaggi, al di là dei costi dei cartellini. È probabile che vedremo gli effetti di questa stretta nelle prossime sessioni, al netto poi di quello che potranno essere gli incrementi di ricavi».
Espansione femminile
I dati rivelano il «boom» del calcio femminile. Secondo la FIFA il valore degli investimenti è più che raddoppiato - 5,7 milioni di franchi -, mentre il numero di trasferimenti è cresciuto di un terzo arrivando a quota 1.125. «È un trend che va avanti già da un paio d’anni - osserva Marco Bellinazzo - questo perché molti club maschili di prima fascia hanno creato strutture di calcio femminile. I risultati incoraggianti a livello di seguito che si hanno in certi incoraggiano a proseguire su questa via, con conseguente aumento del giro d’affari». Cifre modeste, basta pensare che i 5,7 milioni di franchi spesi per i trasferimenti nel mercato femminile sono di poco inferiori allo stipendio annuale netto del calciatore brasiliano della Juventus Douglas Luiz - 4,7 milioni di franchi - noto per essere il fidanzato dell’elvetica Alisha Lehmann, che di franchi all’anno dalla Juventus ne percepisce 66 mila, a cui però si aggiungono i milioni di franchi in entrata per le attività di influencer social e per quelli di sponsorizzazione. «Il seguito che hanno determinati campioni diventa anche un elemento di incentivo a inserirli nelle rose per far crescere a loro volta il valore del brand dei club, che sono diventati media factory. Gli atleti protagonisti delle storie che viaggiano attraverso i cellulari arricchiscono il brand della società e gli atleti stessi».
Cui prodest?
A chi giova il calciomercato? Ai club, ai calciatori e… «resta il problema del ruolo dei procuratori e dei limiti che dovrebbero esserci alle commissioni da loro percepite», osserva Bellinazzo. «Se è vero che il regolamento Fifa approvato due anni fa avrebbe dovuto essere operativo con questa sessione di mercato - prosegue il nostro interlocutore - sappiamo che è sospeso per controversie giudiziarie avviate dai procuratori che ne contestano la legittimità.
Di fatto, dal 2015 il mercato è deregolamentato e i dati ci dicono che si sono create e si creano distorsioni, sempre più soldi vanno ai procuratori e sempre meno a quelle squadre che formano i giocatori nei primi anni della loro carriera. L’augurio è che in Europa si faccia qualcosa per disciplinare in maniera più equa questo tipo di transazioni».
I tifosi stanno a guardare
Chi guadagna, chi spende, e i tifosi? «Non fanno il tifo per i bilanci, però è maturata in loro la consapevolezza che se la propria squadra sta bene economicamente può permettersi certe operazioni e magari di trattenere un campione. Questa consapevolezza si scontra con le distorsioni dette sopra, molto spesso emerge l’avidità di un certo procuratore, di un certo calciatore, il suo disamore per la maglia. Non vorrei che alla lunga questo possa portare a una disaffezione più generale verso un modello di gestione del calcio che va sempre più verso gli aspetti economico-finanziari danneggiando gli aspetti romantici e sentimentali, quella passione, tifo e seguito popolare senza i quali il business calcistico non avrebbe alcun fondamento».