Calcio

Ecco gli Oscar del CdT: il red carpet viene srotolato a Berlino

Con il 2024 al tramonto, è tempo di attribuire le statuette ai protagonisti dell'annata calcistica - Una cerimonia che non poteva non prendere vita all'Olympiastadion
Un gol da brividi: Remo Freuler firma il provvisorio 1-0 contro l’Italia negli ottavi di finale di Euro 2024. © CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
30.12.2024 21:00

Il 2024, calcisticamente parlando, ci ha tolto il fiato. Non sono mancate pure le lacrime, figlie della gioia, ma - purtroppo - anche dell’amarezza. Tanti i personaggi decisivi, diversi anche quelli divisivi. E allora, con la consueta spolverata di leggerezza, celebriamo l’annata agli sgoccioli grazie agli Oscar del CdT.

Miglior film: Svizzera-Italia

Capolavoro calcistico. Apoteosi emozionale. Derby indimenticabile. Se chiudiamo gli occhi, se li chiudete anche voi, eccoli lì: l’Olympiastadion di Berlino - scrigno prezioso -, l’inserimento travolgente di Remo Freuler, l’arcobaleno disegnato da Ruben Vargas. Una partita struggente, sì, che ha sublimato l’Europeo della Nazionale di Murat Yakin. Certo, avremmo voluto spostare di una settimana e qualche centinaio di chilometri il crocevia dell’eternità sportiva, cerchiando in rosso il 6 luglio 2024 e Düsseldorf. Ma gli ottavi di finale del torneo continentale disputato in Germania rimarranno per sempre scolpiti nel cuore dei giocatori e dei tifosi rossocrociati. Soprattutto quelli ticinesi. Film di riferimento: Il cielo sopra Berlino

Miglior attore: Xherdan Shaqiri

Protagonista, sempre e comunque. Anche nei rimpianti. Xherdan Shaqiri ha segnato a più riprese l’annata al tramonto. Con la Svizzera, rifiutando il ruolo di comparsa, ha firmato l’ennesima rete d’autore; una fantasia che ha reso ancor più eccitante il nostro Europeo. Per tacere dell’incrocio dei pali colpito nei quarti contro l’Inghilterra, prodigio balistico che ha lambito l’inaudito e - considerato il rigore trasformato - consentito a «XS» di dire addio alla Nazionale a testa alta. E poi, beh, Shaqiri è stato anche il colpo di mercato dell’anno alle nostre latitudini. Al Basilea, che si è mosso nella massima discrezione, è persino riuscito l’effetto sorpresa. Il ritorno del figliol prodigo al St. Jakob Park ha così avuto un duplice risvolto: da un lato l’entusiasmo alle stelle del pubblico, certificato dal primato di magliette vendute in pochi mesi, dall’altro i risultati sul campo. In questo senso il rientro all’ovile di Shaqiri non ha assunto i contorni di una pensione dorata. Piuttosto, le ambizioni renane - a lungo sopite e frustrate da una strategia sportiva schizofrenica - hanno trovato la necessaria miccia per divampare di nuovo. Il mio piede sinistro

Miglior attore non protagonista: Jonathan Sabbatini

Un riconoscimento in questo caso scomodo, invero attribuibile anche a Lukas Mai. O a Renato Steffen. O ad Albian Hajdari. Ma la trama della storia - un colossal tremendo - e lo spessore del giocatore coinvolto - il capitano dei record destituito con modi e tempi infelici - potevano condurre solo in una direzione. Nella direzione di Jonathan Sabbatini, bandiera oramai ammainata dell’FC Lugano e, tornando alle motivazioni del riconoscimento, eroe mancato in occasione della finale di Coppa Svizzera persa contro il Servette. Il quinto rigore della serie conclusiva, il suo rigore, avrebbe potuto tradursi in un’incetta di statuette: miglior film, miglior attore, Oscar alla carriera. E invece la traiettoria del Sabba ha sorvolato la traversa e il miglior lieto fine che si sarebbe potuto immaginare. L’attimo fuggente

Miglior regia: Croci-Torti e l’FC Lugano

Con la classifica dell’anno solare non si conquista la gloria, d’accordo, ma l’indicatore è di quelli solidi e inequivocabili. E allora, lungo il 2024 - Super League alla mano - nessun club elvetico ha totalizzato 70 punti come il Lugano. Secondo: la squadra bianconera è la sola che abbraccerà il nuovo anno con tre obiettivi ancora intatti: campionato, Coppa Svizzera e - qui addirittura oltre le aspettative - Conference League. Non accadeva da 24 anni che a Cornaredo ci si laureasse campioni d’inverno e - cosa più importante - si credesse con una tale convinzione al titolo svizzero. La mano sapiente che guida e spesso sospinge la squadra è ovviamente di Mattia Croci-Torti, tecnico in ascesa come una società che - in anticipo sulla tabella di marcia - ha creato i presupposti per una scoperta clamorosa. Molto forte, incredibilmente vicino

Effetti speciali: Giorgio Contini

A proposito di rincorsa al titolo di campione svizzero. Nelle scorse ore, dopo aver condotto la prima seduta al Wankdorf, ha dichiarato di crederci pure Giorgio Contini, neoallenatore dello Young Boys. I gialloneri hanno strappato il 50.enne al ct rossocrociato Murat Yakin, chissà, forse spezzando definitivamente l’incantesimo che aveva trasformato la Svizzera in una delle migliori selezioni del continente. Si è detto e scritto molto circa l’influenza del «vice» - in chiave tattica e umana - sullo splendido Europeo vissuto sia da Xhaka e compagni, sia dallo stesso Yakin. A Cornaredo, va da sé, si spera che il tocco magico di Contini non faccia risorgere anche l’YB. The prestige

Miglior sceneggiatura: il Como e la tribuna al Sinigaglia

Keira Knightley, Michael Fassbender e Adrien Brody. E ancora: Hugh Grant, Kate Beckinsale e Benedict Cumberbatch. La promozione del Como in Serie A ha spalancato le porte del vetusto Sinigaglia a Hollywood, trasformando le partite del club lariano in un fenomeno di costume. Dal rettangolo verde lo spettacolo si è spostato in tribuna. Mirwan Suwarso, presidente del club per conto dei ricchissimi fratelli Hartono, non ha nascosto la finalità dell’operazione: trasformare il Como in una fonte d’intrattenimento e in un brand internazionale, in sintonia con la vocazione della città. Poco importa il cachet garantito ai VIP di passaggio a un tiro di schioppo da Chiasso. E amen se Gabrielloni e soci continueranno a balbettare calcio sul rettangolo verde. The Truman Show

Miglior trucco: la FIFA e i Mondiali 2034

L’annuncio, scontato e inesorabile, è giunto a inizio dicembre: i Mondiali del 2034 saranno ospitati dall’Arabia Saudita. E cioè dall’unico candidato in corsa per organizzare il torneo. Riad, d’altronde, aveva trovato la strada spianata dalla FIFA. L’edizione del 2030, distribuita a Spagna, Portogallo, Marocco e Sudamerica, ha azzerato in un colpo solo gli appetiti di tre aree geografiche. Perciò, secondo il principio della rotazione dei continenti, il controverso regno di Mohammed bin Salman non ha praticamente dovuto sgomitare. L’Australia? Beh, i 25 giorni di tempo per formalizzare una proposta completa concessi dopo aver aperto senza preavviso il processo di candidatura hanno costretto l’unica, potenziale concorrente a una decisione tanto saggia, quanto inevitabile: fare un passo indietro. La favorita

Miglior colonna sonora: le polemiche sul calendario

Lamentele ricorrenti dei top player. Gravi infortuni. Silenzi ipocriti dei club. Gruppi di lavoro ad hoc istituiti in fretta e furia per cercare di calmare le acque. E addirittura una denuncia legale depositata alla Corte di giustizia europea. Il sovraccarico del calendario calcistico, fra interessi contrapposti, sete di guadagno e nuove competizioni, è oramai diventato un tormentone. Peccato costituisca un problema oggettivo e serio, quantomeno per una parte minoritaria dei giocatori di primo livello. Senza illuderci, dunque, continuiamo ad attendere che uno dei cosiddetti stakeholder - o più di uno - accetti di fare un passo indietro per la salute dell’intero ecosistema. Oppenheimer

Miglior cortometraggio: Bajrami e l’ombrello di papà

A Labinot Bajrami e papà sono bastati 18 minuti per prendersi la scena durante un pomeriggio di mezz’estate e nel quadro di un innocuo primo turno di Coppa Svizzera. Inserito al 62’, il talentuoso attaccante dello Zurigo non ha rispettato le consegne del tecnico e - appunto - all’80’ si è visto richiamare in panchina. Ahia. In tutti i sensi, perché Ricardo Moniz - intransigente allenatore e autore del cambio - è stato sfiorato dall’ombrello lanciato dalla tribuna da Bajrami senior. Morale della favola? Il giocatore è stato spedito in prestito alWinterthur, mentre l’«attentatore» si è visto affibbiare un divieto d’accesso valido per tutti gli stadi del Paese. Rain Man

Miglior film d’animazione: il Real Madrid e il Pallone d’oro

Ha di nuovo vinto la Champions League, confermandosi intrattabile quando l’Europa - avvenente e generosa - presta il suo fianco. La messa in scena a ridosso della cerimonia di consegna del Pallone d’oro ha però screditato il Real Madrid, intaccandone lo spessore internazionale. A Florentino Perez - e a chi se non lui - non è andato giù il verdetto dei giudici, per altro favorevole a un centrocampista di Madrid: Rodri. Il grande sconfitto Vinicius e gli altri componenti della delegazione del club erano già a bordo, diretti a Parigi, quando il grande capo ha ordinato a tutti di tornare a terra. Che figuraccia. Mamma ho perso l’aereo

Miglior montaggio: il modello a cascata

La Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia tira dritto, spalleggiata anche dalla politica nazionale e locale. I vertici della Swiss Football League e i club però non ci stanno, parlando di un provvedimento «inefficace, controproducente e provocatorio». Pensato per arginare il tifo violento negli stadi svizzeri, il biglietto nominale è insomma diventato ciò che intende scongiurare: terreno di scontro. Il modello a cascata messo a punto dall’autorità, va da sé, non piace soprattutto ai tifosi, che non perdono l’occasione per esprimere il proprio malcontento verso quella che - non completamente a torto - viene considerata una mal calibrata caccia alle streghe. Ghostbusters