Joe Mansueto, lo sguardo entusiasta del bambino sotto l'albero di Natale
«Carrri tifosi, è un bel giorno per una partita di calcio». Sì, Joe Mansueto è arrivato per davvero. E ha abbracciato il popolo bianconero a ridosso del fischio d'inizio di Lugano-Young Boys. Il proprietario del club, alla prima partita dal vivo della sua creatura svizzera, ha passeggiato a lungo a bordo campo. Lo sguardo entusiasta del bambino sotto l'albero di Natale. Il vetusto Cornaredo era lo stesso di sempre, persino più grigio complice l'ennesima giornata uggiosa. Eppure a Joe - dolcevita scuro e una giacca forse di una misura di troppo - brillavano gli occhi. Sia osservando la vecchia tribuna principale, sia alzando lo sguardo verso la futura arena. Il cuore del suo investimento in Ticino.
Accompagnato da una folta delegazione, tra dirigenti locali e collaboratori di Chicago, il patron bianconero non si è fatto mancare una panoramica video. Ha parlato a lungo con il CFO Michele Campana e, con grande discrezione, ha atteso che gli uomini di Mattia Croci-Torti scendessero in campo per il riscaldamento pre-partita. L'oramai ex braccio destro e direttore sportivo ai Fire Georg Heitz ha salutato uno a uno i giocatori. Mansueto si è avvicinato a lui in punta di piedi. E via di strette di mano o abbracci, come con Doumbia, Aliseda, transitati in un passato più o meno lontano negli States.
Il numero uno della società ha continuato a sorridere. Evidentemente emozionato e pronto a godersi un match importantissimo per il suo Lugano. Mentre prendeva posto in tribuna - non sulle comode poltroncine in prima fila, ma sui classici seggiolini poco sopra -, decine e decine di volti si sono voltati, un po' incuriositi, di certo grati. Poi il fischio d'inizio.
