«El Bebote» sfida il suo passato e va a caccia della storia

L’impatto di Santiago Gimenez con la sua nuova maglia, quella rossonera, è stato già assai rilevante. Innanzitutto, in termini di interesse, poiché il Milan per garantirsi le prestazioni del centravanti messicano ha dovuto sborsare la bellezza di 32 milioni di euro. Una cifra che lo ha portato ad essere il 12. acquisto più oneroso della storia del glorioso club meneghino. Le aspettative, già altissime, sono poi state ulteriormente accresciute in seguito ai suoi esordi - in Coppa Italia, prima, e in Serie A, poi - conditi da un assist e un gol. Questa sera - contro la sua precedente squadra, il Feyenoord - «El Bebote» punta ad entrare nella storia della competizione: nessuno, infatti, è mai riuscito nel corso della stessa edizione a segnare contro la propria ex formazione.
Una questione di liste
Alla base di questa eccezione risiedono i regolamenti, ferrei, della UEFA. La scorsa settimana - successivamente alla chiusura del mercato invernale - è scaduto il limite entro il quale si poteva, prima della fase a eliminazione diretta, aggiornare la cosiddetta Lista A. In quest’ultima vanno inseriti 25 giocatori ed è altresì possibile sostituirne tre al termine della sessione di riparazione.
Il Milan, a tal proposito, ha escluso i partenti Calabria, Okafor e Morata, inserendo Walker, Joao Felix e, per l’appunto, Santiago Gimenez. Il 23.enne, autore di 5 reti con gli olandesi nella fase a campionato, può figurare grazie a un cambio del regolamento avvenuto nella stagione 2018/2019. Da quel momento, l’iscrizione di giocatori che hanno già disputato la competizione con un altro club è divenuta lecita.
La beffa illustre
In passato ciò non era permesso e, restando al club rossonero, tornano in mente alcuni casi eclatanti di giocatori esclusi dalle liste proprio per questo motivo: Cassano e van Bommel (nella stagione 2010/11), Balotelli (giunto in gennaio dal City due anni dopo), oppure Ronaldo. Il caso del Fenomeno - mai in grado di alzare la Coppa dalle grandi orecchie - fu sicuramente il più celebre, considerando che proprio nel 2007, l’anno del suo arrivo, il Milan finì per conquistare il suo settimo sigillo.
Insomma, da qualche stagione beffe di questo genere sono scongiurate e a un calciatore è consentito disputare le due fasi della competizione con maglie differenti. Alcuni lo hanno già fatto e c’è perfino chi, come Luiz Diaz, Dani Olmo e Erling Haaland, è riuscito a trovare il gol con entrambe le casacche. Il norvegese, peraltro, nell’edizione 2019/20 timbrò nell’insieme 10 volte il cartellino, giungendo secondo nella classifica dei marcatori. I tifosi del Diavolo, quindi, sperano che Gimenez possa fare altrettanto, aggiungendo anche il dolce gusto del gol alla propria ex squadra.
L’ambito numero di Sheva
La punta messicana, inoltre, avrà il diritto di mantenere il 7 - scelto in quanto numero biblico e in ricordo di Shevchenko - che già veste in campionato. Un fatto non scontato, poiché si tratta del numero di maglia utilizzato in precedenza dallo stesso attaccante che è andato a sostituire, ossia Alvaro Morata.
Per il medesimo motivo, undici anni or sono, ad Adel Taarabt fu impedito di indossare il 23, appartenuto fino a poco prima a Nocerino e il marocchino, così, virò sul 27. Anche qui, però, un recente cambio di regolamento è arrivato in aiuto di Gimenez. Già, perché dal 2020/21, le squadre hanno la facoltà di assegnare - durante il corso delle manifestazioni europee - la stessa cifra a due giocatori diversi. Un’eventualità, questa, già verificatasi con il numero 19 del Barcellona che, tra Champions ed Europa League, passò dalle spalle di Aguero a quelle di Ferran Torres.