Errori e polemiche, il Lugano dice addio ai sogni di gloria

Poteva rilanciare le ambizioni del Lugano, il 31. turno di Super League, e per come si stava delineando, la tavola sembrava apparecchiata appositamente per quello. Pareggio striminzito dello Young Boys; sconfitta del Servette; k.o. pure il Lucerna. Per banchettare, i bianconeri avevano una sola - seppur ardua - missione, ossia vincere contro il Basilea e guadagnare così punti su tutte le altre contendenti. Al St. Jakob-Park, tuttavia, a imporsi per 2-0 sono stati i padroni di casa, che dunque hanno fatto il colpaccio del weekend allungando in vetta. «Non sarà decisiva» - aveva affermato Mattia Croci-Torti a proposito della sfida con i renani - beh, poteva effettivamente non esserlo in caso di vittoria. Rischia, in realtà, di rivelarsi tale di fronte a una sconfitta che può spezzare gli ultimi sogni di gloria rimasti.
Tanta frustrazione
Poco pericoloso, ma estremamente ordinato, il Lugano ha ben controllato il primo tempo al cospetto della capolista Basilea. A balzare agli onori della cronaca, nella prima frazione, sono allora stati due episodi avvenuti alla mezz’ora, nel breve volgere di un minuto. Dapprima, il propositivo Valenzuela è andato k.o. per un fastidio muscolare; poi, Ajeti ha rischiato di azzoppare Grgic cavandosela con un semplice giallo, quando potevano anche starci gli estremi per il rosso. «Non lo commento neanche - ha detto amaramente il Crus al termine del confronto - abbiamo visto tutti che tipo di entrata era. Giovedì, in Conference League, ci sarà lo Celje contro la Fiorentina e non noi, a causa di un intervento di un’entità decisamente minore di questo».
Giusto per alimentare una frustrazione già evidente, nel corso della pausa del primo tempo il direttore sportivo del Basilea, Daniel Stucki, è entrato nello spogliatoio degli arbitri. Un qualcosa che, evidentemente, non è andato giù al tecnico momò. «Non è corretto, non abbiamo perso per questo motivo, ma certe cose non vanno fatte. Non dovrebbero succedere, saranno loro a doverlo spiegare, non io».
Un discorso di qualità
Al rientro di una concitata pausa, i bianconeri hanno retto per 15’ prima di subire l’1-0 di Shaqiri. «Fino a quel momento eravamo stati pressoché perfetti difensivamente - ha analizzato il mister ticinese - mentre in quella circostanza abbiamo commesso un errore in fase di pressione. Loro sono stati bravi a uscirne e ci hanno punito». Da quel momento, il Lugano si è - forse troppo frettolosamente - aperto, concedendo svariate occasioni in contropiede ai propri avversari. I subentranti scelti da Celestini - Kade e Soticek su tutti - ne hanno approfittato alla perfezione. «Non è evidente mantenere un’intensità del genere per tutta la partita. Quando si sono allargati gli spazi, questi giocatori - di cui conosciamo la qualità - ci hanno messo in difficoltà. Non mi sorprende che loro capeggino la classifica, hanno dimostrato di avere più qualità di noi negli ultimi 20 metri».
Già, l’efficacia offensiva è stato un altro - e non è la prima volta - problema del Lugano. «Senza dubbio alcuno - ha riconosciuto il Crus - davanti dobbiamo essere più efficienti. Abbiamo controllato la partita e a tratti siamo stati dominanti, ma siamo mancati in fase conclusiva, mettendo poco in difficoltà Hitz».
«Arrabbiati e tristi»
In una circostanza, a dire la verità, l’estremo difensore renano pareva battuto dal tiro a botta sicura di Cimignani. Poteva essere il punto del pari, se Schmid non avesse salvato sulla linea. Sugli sviluppi dell’azione, poi, Leroy ha toccato la sfera con il braccio. Calcio di rigore? No, non per l’arbitro von Mandach, né per il VAR Sandro Schärer. Croci-Torti ha avuto un’interpretazione chiaramente diversa: «Hanno sbagliato un’altra volta. Le partite vengono indirizzate tramite una serie di dettagli e questo episodio ha completamente instradato l’andamento della gara».
Neanche 10’ dopo - in seguito pure a un’occasione gettata alle ortiche da Vladi - il Basilea ha chiuso la contesa con la rete del 2-0. Un gol che ha mandato in frantumi le ultime speranze per un titolo bianconero. «Non per forza - hanno ribadito all’unisono Croci-Torti e Zanotti - è giusto essere arrabbiati e tristi ma non possiamo abbassare la testa. Non bisogna lasciarsi andare, bensì guardare avanti, non ci resta che lavorare per provare a vincere le prossime partite».