Fa male, però è giusto così

Un altro infortunio, altri - rigorosamente al plurale - svarioni difensivi imperdonabili. Gira e rigira, la stagione del Lugano sta tutta qui e le due terribili costanti che malauguratamente stanno affliggendo i bianconeri si sono ripresentate. La sfida, di capitale importanza, di Basilea ha evidenziato una volta di più i limiti principali del Lugano. Vero, ogni tanto di mezzo ci può essere la sfortuna, ma non è questo il caso. Non più, perlomeno. Sono ben troppi, infatti, i problemi muscolari verificatasi da diversi mesi a questa parte. Come ormai inaccettabili sono gli erroracci in cui puntualmente incappa il reparto difensivo.
Ci ha pensato Mattia Zanotti a sintetizzare la differenza in classifica tra il Basilea e il Lugano. «Loro meritano di capeggiare la graduatoria, perché sono concreti e difendono bene. Noi meritiamo di stare lì, perché concediamo troppo ai nostri avversari. Ci vuole più coesione, ogni tanto non siamo una squadra». Come dargli torto, insomma.
Per sognare in grande non ci si può permettere di incassare 44 gol in 31 partite. Lo suggerisce la logica, lo confermano i dati. E a risentirne, allora, è la continuità di rendimento. In Super League, udite udite, il Lugano non si impone per due volte di fila dalla bellezza di dieci giornate, dal doppio successo tra il 20. e il 21. turno. Non solo, due affermazioni consecutive sono riuscite soltanto in un’altra occasione, quando? Tra luglio e agosto, all’inizio del campionato, con gli uomini di Croci-Torti capaci di debuttare con tre vittorie.
Al momento, dunque, è giusto così. È giusto che il Lugano non sia in vetta, perché, semplicemente, c’è chi se lo merita di più. Senza far stravedere, sia chiaro. E, forse, il rimpianto maggiore è proprio quello.