Fabio Daprelà: «Adesso il Lugano deve evitare di piangersi addosso»
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La forza delle grandi squadre, si dice spesso, è quella di sapersi rialzare dopo una delusione cocente e il Lugano, nel giro di pochi giorni, ne ha subite ben due. E di quelle pesanti. Prima, con il k.o. rimediato in quel di Berna, al cospetto dello Young Boys. Poi, però, i bianconeri non hanno saputo rimettersi subito in piedi. Anzi, in Coppa Svizzera, contro il Bienne, hanno subito una mazzata sulle ginocchia, una di quelle che ti stendono e fanno male per davvero. Adesso, quindi, una reazione è d’obbligo e non ci si può permettere di restare fermi inermi, con il resto della concorrenza pronta ad approfittarne.
Diviso tra due spogliatoi
Di tempo per riflettere sull’accaduto - malauguratamente oppure per fortuna, questo non è dato a sapersi - ce n’è stato ben poco. Il ritmo, incalzante, del calendario dei ticinesi prevede subito una nuova sfida, quella di domani in casa contro lo Zurigo. Bianconeri e tigurini che sono anche le ultime due società per le quali ha giocato Fabio Daprelà. Il difensore rossocrociato, infatti, è stato in riva al Ceresio per 6 stagioni prima di recarsi proprio nei pressi della Limmat. Nonostante l’ordine cronologico dei fatti suggerisca altrimenti, Daprelà sembra paradossalmente conoscere meglio il gruppo guidato da Mattia Croci-Torti, rispetto a quello di Ricardo Moniz. «Sì, sono ancora in contatto con diverse persone che orbitano attorno al Lugano, mentre a Zurigo - nel corso di pochissimi mesi - ci sono stati talmente tanti cambiamenti all’interno della rosa che non è rimasto praticamente più nessuno di coloro che conoscevo io. Perfino Marchesano, che era il mio punto di riferimento, ha deciso di cambiare destinazione».
Seppur lo spogliatoio del Lugano non lo frequenta più da tempo, Daprelà non ha dubbi che il Lugano possa riprendersi. «Una sconfitta come quella di Bienne potrebbe addirittura rafforzare il gruppo e permettergli di concentrarsi appieno sulla lotta in campionato. La battuta di arresto in Super League sul campo dello Young Boys - che io reputo tuttora una squadra fortissima - invece ci poteva anche stare. Quello che bisogna evitare, ora, è di piangersi addosso. Sono periodi che capitano all’interno di una stagione».
«La rosa è di tutto rispetto»
Domani, a Cornaredo, il Lugano dovrà verosimilmente fare a meno di diversi elementi che di solito compongono l’ossatura della squadra. Per il 34.enne zurighese, tuttavia, ciò non deve far preoccupare. «La rosa è ampia e di tutto rispetto. È vero, al momento mancano diversi titolari ma il Lugano non ha un problema di contingente, è una squadra costruita con attenzione anche in previsione di quella che era la campagna europea».
Già, quella Conference League che permette ai bianconeri di essere ancora vivi in almeno due competizioni. «Innanzitutto, ritengo che raggiungere gli ottavi di finale sia un traguardo impressionante, soprattutto se ripenso a com’era il Lugano nel 2017, quando arrivai io. Essere ancora in corsa lì, poi, potrebbe altresì rivelarsi un vantaggio dal punto di vista delle rotazioni, nel senso che si possono coinvolgere al meglio tutti gli elementi presenti in squadra».
Occhio a Zuber
Il focus, prima dell’impegno continentale contro il Celje, deve essere rivolto ai tigurini, che stanno sin qui disputando un campionato indecifrabile ma si trovano a soli 6 punti dalla vetta. «La Super League quest’anno è molto complicata da leggere e lo Zurigo, in particolare, è assai imprevedibile. Sinora hanno faticato in termini di costanza, d’altra parte, come dicevo inizialmente, la rosa è stata modificata in lungo e in largo. Cambiare così tanto complica inevitabilmente le cose».
A tal proposito, oltre al discusso Benjamin Mendy, il mercato invernale ha visto il prezioso innesto di Steven Zuber. «Lui - afferma con grande stima Daprelà - è un giocatore che in Super League fa davvero la differenza e sta già dando una grande mano alla compagine di Ricardo Moniz».
In cerca di un’altra avventura
Il tecnico olandese, tra l’altro, sembrava anche essere stato all’origine della partenza di Daprelà - attualmente ancora svincolato - dallo stesso Zurigo. «Abbiamo avuto un normale rapporto tra giocatore e allenatore, so che comunque lui ha ricevuto delle direttive delle società che era tenuto a seguire. Ho accettato quanto successo e ho la coscienza a posto. Per la mia prossima avventura sto aspettando l’occasione giusta, vorrei restare in Svizzera e per il momento continuo ad allenarmi individualmente per tenermi in forma».
Le parole del Mister
La delusione per l’esito di Bienne, per Mattia Croci-Torti, non può e non deve intaccare l’importante match di domani. «Siamo abituati a reagire e non ci facciamo di certo abbattere dalla tristezza, in questi giorni abbiamo cercato di pensare e di capire cosa sia successo. Francamente, non sento che siamo nella tempesta, io so che non devo solo usare il bastone ma anche la carota: la mia squadra era pronta e sul pezzo, semplicemente davanti non siamo stati bravi».
In Super League quella dei bianconeri, per il momento, è stata la miglior compagine per rendimento casalingo e il Crus vuole continuare a sfruttare questo vantaggio. «Vogliamo che Cornaredo resti un fortino. Affrontiamo una squadra che, come noi, è uscita dalla Coppa Svizzera a causa di una situazione clamorosa a livello arbitrale. Ci dobbiamo tenere un po’ di questa rabbia per domani. Il primo gol che abbiamo subito era in fuorigioco, ma dopo la mia squalifica non parlo più di arbitri, fino alla fine dell’anno».
Già, perché domani il tecnico momò non siederà abitualmente sulla sua panchina. «Quest’anno - quando c’era stata l’amichevole pre-stagionale con il Parma - abbiamo già vissuto questa situazione. Indi per cui, guarderò la partita tranquillamente da casa con l’ausilio dell’inquadratura tattica. Non ci sono problemi in questo senso, le idee sono sempre le stesse e abbiamo lavorato bene in settimana». Per squalifica, inoltre, mancheranno Papadopoulos e Steffen, mentre vari infortuni hanno messo k.o. diverse pedine del suo scacchiere. «Abbiamo comunque una squadra abbastanza forte con una ventina di giocatori a disposizione. Le alternative sono sufficienti e il mio compito è proprio quello di trovare le giuste soluzioni. Continuerò, come ho sempre fatto fino a questo momento, a dare fiducia a ognuno dei miei uomini».