FC Lugano, altri 16 milioni per sognare
Non ha voluto parlare di presentazione «storica», Martin Blaser. Al termine dell’esposizione del CEO bianconero al Cinestar, l’impressione però è che Lugano e il FC Lugano siano vicini a una svolta per certi versi clamorosa. Il perno, certo, è e sarà il nuovo stadio. Ma l’incontro organizzato questa mattina a due passi da Cornaredo ha permesso di dare un ulteriore senso e valore all’opera che dovrebbe vedere la luce a inizio 2026. Dopo un lavoro durato oltre un anno, con esperti esterni e continui aggiornamenti con la Città e HRS (realizzatrice del Polo e sportivo degli eventi), il team guidato dallo stesso Blaser ha individuato 65 possibili migliorie per l’interno dell’impianto. E le ha sottoposte al proprietario Joe Mansueto. Ebbene, l’imprenditore statunitense ha voluto accordare totale fiducia al progetto denominato «FC Lugano 2029». Totale. Come? Accettando di investire oltre 16 milioni di franchi nella visione e, per usare le parole di Blaser, «nei valori» del club.
Nel dettaglio, 12,7 milioni serviranno per gli accorgimenti interni all’infrastruttura: dal terreno da gioco – si passerà dal sintetico puro a un ibrido prevalentemente in erba naturale – agli spazi dedicati a media e hospitality; sino, va da sé, agli strumenti da mettere a disposizione alla prima squadra. 3,7 milioni saranno invece utilizzati per la trasformazione digitale della società e dei suoi dipartimenti. Ribadiamo: uno sforzo economico a dir poco notevole. «Qualcosa di eccezionale, forse irripetibile, mai vista nella mia esperienza nel calcio elvetico» ha aggiunto Blaser. Il tutto, ha ammesso, dovrà poggiare sul nucleo della strategia bianconera: i risultati della prima squadra.
«Avere successo dovrà essere quasi un obbligo» le parole del CEO. Che ha poi precisato: «Colmare il gap con YB e Basilea rimane impossibile. I numeri sono diversi. E dunque non sarei realista nell’affermare che, sì, in futuro il Lugano ambirà al titolo all’alba di ciascuna stagione. Vogliamo vincere la Coppa Svizzera, quello sì, ogni edizione e mantenere l’asticella alta: i primi 3-4 posti. Sempre. Dopodiché, se si presenterà l’occasione, il club dovrà farsi trovare pronto per centrare il colpo grosso».