L'analisi

FC Lugano, per la prima volta a secco ma comunque in vetta

Contro il Sion finisce zero a zero e in questa stagione non era ancora successo che i bianconeri concludessero senza trovare la via del gol – Croci-Torti: «L’assenza di Vladi e Przybylko? Potevamo vincere con gli elementi a disposizione»
©CYRIL ZINGARO
Massimo Solari
22.09.2024 21:15

Il Lugano si è spesso esaltato a Sion. Trovando puntualmente la via del gol e, di riflesso, parecchie soddisfazioni. Ecco perché lo zero a zero maturato oggi al Tourbillon colpisce. Non accadeva addirittura dal maggio del 2017 che i bianconeri lasciassero il Vallese senza aver festeggiato una rete. Così come la squadra di Mattia Croci-Torti non era ancora andata in bianco in questa stagione. Di qui il rammarico, o «la frustrazione» per dirla con Mattia Zanotti, instancabile lì sulla destra e però non ripagato con la stessa determinazione dai compagni del reparto offensivo. «Passatemi il termine, ma davanti non siamo stati abbastanza ignoranti» afferma il difensore italiano a margine della sfida.

I riflettori, inevitabilmente, erano puntati sull’attacco del Lugano. E ciò alla luce del bollettino medico diramato sabato dal club. Vladi rimarrà fuori un mese per la distorsione della caviglia, con interessamento del legamento deltoide, rimediata in settimana a Losanna. Przybylko, da parte sua, non era pronto. «E verosimilmente non recupererò nessuno per la sfida di domenica con il Winterthur» precisa il Crus.

Se l’infermeria è già piena

Insomma, di colpo i bianconeri si sono ritrovati smarriti. Orfani di prime punte di ruolo e, dicevamo, pure della vena realizzativa comunque mostrata con costanza sin qui. «Il pareggio con il Sion, tuttavia, non va ricondotto agli infortuni di Vladi e Przybylko» tiene a sottolineare Zanotti. «No, non siamo stati abbastanza lucidi e incisivi negli ultimi 20 metri. Peccato, poiché la partita l’abbiamo dominata». L’allenatore condivide e al contempo amplia lo spettro dell’analisi. «Solitamente questo genere di gare possono essere decise in due maniere. Grazie agli inserimenti, ma il Sion ha chiuso ogni spazio. Oppure attraverso gli uno contro uno, esercizio nel quale non siamo invece stati abbastanza bravi». Croci-Torti menziona però anche un’altra variabile. «Spesso abbiamo trovato le risorse necessarie per cambiare l’inerzia delle partite nell’ultima mezz’ora. Non è successo». Già, perché oltre ai citati Vladi e Przybylko il Lugano si è presentato al Tourbillon con una panchina sprovvista di particolare fantasia. All’appello, infatti, mancavano pure Steffen e Mahou. «Sicuramente non mi aspettavo di dover fare i conti con un’infermeria così piena già a fine settembre» ammette il Crus. Per poi puntualizzare: «Con gli elementi a disposizione potevamo conquistare i tre punti. Purtroppo non siamo stati abbastanza pericolosi». Zero, a conti fatti, le conclusioni scagliate verso l’inoperoso Fayulu. Con il solo Aliseda a provarci con un certo piglio, a fronte della scarsa brillantezza palesata da Bottani e soprattutto Cimignani. «Nemmeno con i tiri da fuori e le palle ferme siamo riusciti a fare la differenza» commenta il tecnico, evidenziando al proposito la solidità del Sion. «Non mi aspettavo un avversario così rinunciatario nella ripresa. Credevo volessero vincere, concedendo qualcosa in ripartenza. Invece i vallesani non si sono mai sbilanciati pure sugli esterni».

Difensivamente quasi perfetti

Non tutto, ad ogni modo, è da buttare. Il punto di Sion permette ai bianconeri di rimanere in vetta alla Super League, in coabitazione con Zurigo e Lucerna. E poi, se giustamente si è rimarcato il vuoto alla voce «reti», è altrettanto doveroso registrare la prima gara in campionato chiusa con Saipi imbattuto. Papadopoulos è stato una volta di più mostruoso, coadiuvato dall’affidabile Hajdari. E, di fatto, non hanno deluso nemmeno i terzini: Zanotti ha spinto come un forsennato, mentre Marques - forse - ha goduto di maggiore considerazione da parte di Lavanchy rispetto a quella dei compagni. «Ripeto, non mi aspettavo questo tipo di partita del Sion» afferma Croci-Torti. «Non venendo mai a prenderci nella nostra metà campo, il lavoro in profondità di Aliseda e Bottani - che avrebbe potuto costituire la chiave della sfida - non è stato possibile». Didier Tholot, allenatore dei vallesani, ha in tal senso approfittato della prestazione fornita dal Lugano mercoledì alla Tuilière. «Abbiamo studiato i bianconeri e compreso che serviva una certa prudenza». A quasi sette anni dall’ultima volta, il Lugano è così rimasto a bocca asciutta al Tourbillon.