Flick, Lewy e il triplete: «È un Barça di un altro livello»

È ancora in corsa per un magico triplete, che sarebbe il terzo della sua storia. No, il Barcellona non ha nessuna intenzione di lasciare la scena europea proprio sul più bello. Stasera alle 21.00 contro il Borussia Dortmund proverà ad avvicinarsi ancora un po’ al suo sogno. Una mentalità vincente, quella blaugrana, costruita da Hansi Flick in meno di un anno. Ne parliamo con l’inviato de La Gazzetta dello Sport Filippo Maria Ricci.
Filippo, lei è volato in Catalogna per assistere alla conferenza stampa pre partita del coach tedesco e al big match di questa sera. Come si presenterà dunque il Barcellona alla sfida odierna?
«Benissimo. È vero, in campionato ha pareggiato contro il Betis. Fosse arrivata una vittoria, il Barça avrebbe chiuso LaLiga. Ma gli andalusi arrivavano da sei successi filati. Non era semplice. I catalani comunque si presentano come una macchina da gol. Viaggiano a tre reti di media a partita. E ora nel mirino hanno il record di sigilli stagionali, quello dell’annata 2011-12, quando il Barcellona di Pep Guardiola mise a referto 190 marcature. Certo, ai quarti di finale di Champions i blaugrana ci arrivarono anche l’anno scorso, ma a questo giro c’è nell’aria qualcosa di diverso. Si respira tantissima ilusión, per usare un termine locale. Ovvero quel misto di speranza e ottimismo».
Al Campo Nou mancheranno diverse pedine di spicco. Il Barça non potrà contare su Dani Olmo, mentre il Borussia dovrà fare a meno di Schlotterbeck e Süle in difesa. Contro un attacco di fuoco formato da Yamal, Raphinha e Torres - per non parlare di Lewandowski - il BVB parte decisamente svantaggiato?
«Sulla carta sì. Ma non va sottovalutato il momentum dei tedeschi, che raggiungono questa sfida dopo un periodo positivo. Dall’arrivo di Nico Kovac le cose sono cambiate in meglio. La squadra è in una condizione decisamente migliore rispetto al recente passato. Anche se il Barça pare di un altro livello».
Noi la conferenza nella pancia dello stadio blaugrana l’abbiamo seguita online. E abbiamo sentito Flick dire che le sue personali statistiche non gli interessano. Neanche se sono estremamente positive. Sarà davvero così?
«Se l’ha detto probabilmente è vero (ride, ndr). Però il dato sollevato non è irrilevante. Flick in Champions League vanta 24 vittorie in 28 partite. Numeri incredibili. Detto questo può darsi che a lui la cosa non interessi particolarmente, ma lo sanno tutti che si tratta di qualcosa di fenomenale. Sicuramente il suo passato può farlo sorridere».


Restiamo sul coach tedesco. Il 60.enne di Heidelberg ha preso in mano un Barcellona fragile neanche un anno fa. Dal suo arrivo la scorsa estate ha ridato vita al club catalano. Il Barça è ancora in corsa per Champions League, campionato e Coppa del Re. E da inizio anno non ha mai perso un match (18 vittorie e 4 pareggi). Cosa ha fatto Hansi Flick?
«Ha trasmesso tranquillità. Inoltre, aspetto estremamente importante, ha deciso di isolarsi dalla realtà catalana. Mi spiego. L’avrete notato, durante le conferenze stampa parla solo in tedesco, massimo in inglese. Non si esprime in spagnolo, né in catalano. Ha creato un piccolo cordone ombelicale intorno alla squadra. Club da sempre molto vittima di ciò che gli succede attorno. Aspetto che Xavi soffriva molto di più essendo cresciuto in questa società. Per lui l’emotività ha giocato un ruolo determinante. Flick invece è riuscito a distanziarsi e proteggere la squadra dall’influenza dell’ambiente esterno. Poi, a livello sportivo, ha ottenuto il massimo da Raphinha - che il club voleva vendere quest’estate -, da Lewandowski e Yamal. Ma la chiave rimane la bolla protettiva in cui ha inserito i suoi uomini».
Dopo quelli del 2009 con Guardiola e del 2015 con Enrique, secondo lei è l’anno giusto per un magico terzo triplete?
«Beh, gli ingredienti giusti sono tutti lì. A fine mese si giocheranno la Coppa del Re contro il Real Madrid. La Champions è ancora aperta e in campionato i catalani hanno un buon vantaggio. L’apoteosi sarebbe il raggiungimento della finale della massima competizione europea al cospetto dei Blancos. Questo in linea teorica. Magari tra sette giorni il BVB strappa il biglietto per la semifinale e le mie saranno state tutte parole al vento (sorride, ndr)».
Una battuta su Lewandowski, il grande ex di serata che è diventato una vera e propria bestia nera per il Borussia. Contro il suo ex club, il polacco è andato a segno 27 volte in 27 duelli. E a 36 anni ancora fa la differenza...
«Robert è un giocatore ritrovato. E non era scontato succedesse. Lo stipendio da urlo che gli hanno offerto aveva fatto storcere il naso a molti, mettendogli la pulce nell’orecchio che forse tutti quei soldi in fondo non li meritava. E invece lui ha risposto con la migliore stagione da quando è sbarcato in Spagna. Questa è sicuramente la sua partita».
Un pronostico. Come finisce dunque stasera?
«Per me il Barcellona vince. Ma a fare la differenza saranno i gol di scarto. Ricordiamoci che le due squadre si sono già incontrate nella fase campionato. In quell’occasione finì 3-2 per i catalani, ma in panchina del Borussia c’era ancora Nuri Sahin. Ora, come detto, le cose sono cambiate. Se tra una settimana i blaugrana arriveranno al Westfalenstadion senza una cospicua differenza reti le cose potrebbero anche prendere una brutta piega».