Euro 2024

Il campo di Francoforte? Preoccupa Nagelsmann e fa ridere Yakin

Alla vigilia di Svizzera-Germania, i due commissari tecnici si sono espressi sulle condizioni precarie del manto erboso – «Si rischiano seri infortuni» indica il tedesco – «Visto dove ci siamo allenati, forse sarà un vantaggio» sorride l’allenatore rossocrociato
©PETER KLAUNZER
Massimo Solari
22.06.2024 21:00

La chiamano Mainhattan. Per i suoi grattacieli in vetro e acciaio. E per quella ostentazione di potenza che solo la sede di una delle borse valori più importanti al mondo può permettersi. Francoforte sul Meno misurerà anche l’imponenza della nazionale svizzera e le farà i conti in tasca. Domani sera capiremo. Sì, capiremo qual è la nostra dimensione definitiva nel gruppo A e - alla luce del probabile ottavo di finale assicurato - quale potrebbe essere quella dell’intero Europeo. L’indice di riferimento delle azioni rossocrociate sarà l’affascinante e difficile match con la Germania. In palio, suggerivamo, ci sono la testa del girone e il destino nel torneo. Chi avrà la meglio giocherà a Dortmund, sabato prossimo, verosimilmente contro una tra Danimarca, Slovenia e la solita Serbia. Perdere, per la selezione elvetica, aprirebbe per contro due scenari. Il più probabile è il 2. posto e, dunque, l’incrocio da brivido a Berlino con l’Italia, eventualmente la Croazia. Per chiudere terzi, per contro, servirebbero una serataccia e una goleada della Scozia con l’Ungheria. Dovesse capitare, la Svizzera sarebbe costretta ad attendere i verdetti per le migliori terze.

Bulle o Bär?

L’Innenstadt, il centro finanziario di Francoforte, ospita la Börse antica e il simbolo di una città votata alla contrattazione. La scultura intitolata «Bulle und Bär» è infatti un inno ai rialzi e ai ribassi del mercato. Ecco, appunto: che ruolo interpreterà la Svizzera? Quello del toro, deciso a imporsi sull’avversario con una prova di forza? Oppure quello dell’orso, dominato e di riflesso obbligato a ridimensionare le proprie quotazioni? Murat Yakin crede nel colpaccio. Vuole i tre punti, detto altrimenti. Per superare i tedeschi, tuttavia, servirà una gara perfetta. In sintonia con il convincente esordio a Euro 2024 e decisamente migliore rispetto al pareggio in rimonta con la Scozia.

«Ho tutti a disposizione» premette il commissario tecnico della Nazionale. «Ad attenderci è un match speciale, di grande prestigio anche. Inutile girarci attorno, buona parte dei miei giocatori ha militato o milita in Bundesliga. Di qui il significato particolare della gara». Una gara da affrontare come, dunque? «Ci troviamo in una situazione interessante, con 4 punti e la possibilità di sfidare i tedeschi senza eccessiva pressione» indica ancora il tecnico rossocrociato: «Proveremo a infastidire la selezione di Nagelsmann, un tecnico che mi ha impressionato in questo avvio di torneo». Sia la Svizzera, sia la Germania potrebbero ragionare in modo conservativo. Tradotto: gettando già un occhio agli ottavi di finale. «No, l’attenzione è tutta su questa partita» replica Yakin, che in rosa ha tre titolari diffidati: Widmer, Freuler e Rodriguez. «Anche in questi ruoli, se del caso, dispongo alternative di qualità» osserva il ct. E a proposito di scelte ed eventuali ritocchi all’undici che scenderà in campo. Seduto al fianco dell’allenatore, Breel Embolo sente infine il profumo di una maglia da titolare. I giornalisti la danno per scontata. «Mi fa piacere, perché io al contrario non ne so ancora nulla» risponde l’attaccante del Monaco divertito. «In carriera, anche con Yakin, mi è capitato spesso di credere di iniziare la partita e poi ritrovarmi in panchina». Il commissario tecnico della Nazionale ride a sua volta. «Parla già come un allenatore...». Stesso grado di umorismo all’interrogativo circa le precarie condizioni del terreno da gioco. «Forse hanno saputo che ci siamo allenati su un campo tutto fuorché ottimale. Chissà, forse avremo un vantaggio» indica Yakin. In questo stadio, comunque, Embolo ha vissuto momenti speciali. La prima partita e il primo gol in trasferta in Bundesliga - con lo Schalke - sono stati festeggiati proprio qui a Francoforte. «Ma ricordo anche molte partite sofferte» puntualizza Breel, ammettendo di aver vissuto con un certo stress l’avvicinamento all’Europeo, complici i due seri infortuni che hanno segnato la sua stagione. «Perciò non mi preoccupa molto la qualità del rettangolo verde. Ho dovuto pazientare per mesi. Ora voglio assaporare il momento». 

Nagelsmann non pensa al turnover

Anche Julian Nagelsmann vuole continuare ad alimentare l’entusiasmo di squadra e Paese. «Mi fido di tutta la rosa, ma credo sia importante mantenere lo slancio acquisito nei primi due incontri» afferma il 36.enne tedesco, rispedendo al mittente le richieste di turnover alla luce della qualificazione blindata e delle diffide di alcuni elementi. «Se fossi un giocatore, mettiamo Gross, e venissi schierato al posto di Andrich solo perché gli ottavi sono già in tasca, beh, la riterrei una mancanza di rispetto. No, non vogliamo fare troppi calcoli». Nemmeno sapendo che ai quarti potrebbe esserci la Spagna? «E cosa dovrei direi ai miei uomini? Di perdere la partita? Non ha senso» insiste Nagelsmann. «Vogliamo rimanere competitivi, incrementare la fiducia del gruppo. E questo è possibile solo grazie alle vittorie». Yakin è avvisato. «Murat però può metterci in difficoltà. Lo stimo molto. E la sua squadra presenta un mix interessante. La Svizzera dispone di elementi esperti e al contempo di giovani affamati, desiderosi di farsi notare sul mercato». Le prestazioni degli elvetici contro Ungheria e Scozia, ad ogni modo, non hanno convinto al 100% l’allenatore della Germania. «La Svizzera è l’avversario più forte del girone. E ciò nonostante non sia sempre riuscita a dominare chi aveva di fronte. I secondi tempi non sono stati all’altezza dei primi». I margini di manovra lasciati o meno a Granit Xhaka hanno fatto e potranno di nuovo fare la differenza. «Parliamo del cuore pulsante della compagine. Della cerniera per il suo gioco. Xhaka ha una personalità e delle qualità enormi. Ma abbiamo studiato qualcosa per limitarlo» anticipa Nagelsmann. Per poi prestare il fianco a un’unica, vera preoccupazione: «Lo stato del manto erboso, più che per il gioco, rischia di essere pericoloso per la salute dei giocatori. E quanto accaduto a Bellingham, Walker - con la Danimarca - dev’essere un monito».

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