FC Lugano

Il cuore di Sabbatini: «Oramai so il dialetto»

Il capitano bianconero, fresco di rinnovo, si trova a sole sette partite dal record di presenze detenuto da Morf
Maddalena Buila
06.05.2022 20:40

Dopo diversi tira e molla, finalmente è arrivata una decisione. Il capitano bianconero Jonathan Sabbatini ha rinnovato il suo contratto con il FC Lugano fino al 2022-23. Cuore sempre più bianconero, dunque, quello del 34.enne uruguaiano, che non ha nascosto la sua felicità e anche un certo sollievo. «È stata una trattativa laboriosa, sono contento si sia risolta per il meglio. Entrambe le parti in causa erano d’accordo io rimanessi al Lugano. Sono davvero felice di continuare questa avventura». Una firma giunta a circa una settimana dalla fatidica partita del 15 maggio al Wankdorf e che include anche un accordo con il giocatore uruguaiano per continuare la sua collaborazione con i bianconeri in veste di scout dopo la stagione 2022-23. «In passato c’è stato un periodo dove avevo dei pensieri per la testa che non mi permettevano di giocare tranquillamente, mentre ora sto bene e darò tutto per aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo più importante della stagione».

A sette partite dal record

Jonathan Sabbatini si trova a sole sette partite dal record di presenze bianconere, detenuto da René Morf. «Non mi sarei mai aspettato di vedere da vicino un traguardo così significativo - commenta il capitano -. Sono arrivato a Lugano con l’idea di fare bene, ma si sa, nel calcio le cose cambiano velocemente. Sono già passati dieci anni, è pazzesco. Essere a un passo dal record di Morf, un giocatore che ha fatto la storia del Lugano, è incredibile. L’aspetto che più conta, però, è dare tutto per la maglia, se poi si conquista qualche trofeo o qualche record meglio ancora». Una maglia che il capitano bianconero veste ormai da davvero tanti anni. Ci saranno sicuramente stati, durante questo arco di tempo, episodi indimenticabili, così come anche momenti che si preferirebbe dimenticare. «Ho una marea di bei ricordi - afferma Sabbatini - . Dell’esperienza in Europa League ho già parlato, quindi forse citerei la promozione in Super League, senza dimenticare coloro che hanno contribuito a forgiare il Lugano di oggi. Ricordo quando militavamo in Challenge e si lottava per la salvezza. Non si sapeva nemmeno se e quando avremmo fatto il salto di qualità, ma alla fine ci siamo riusciti. L’episodio da dimenticare? Forse quello dell’ultima finale giocata. Io non ero in condizioni ottime: avevo preso una botta alla testa a Vaduz una settimana prima. Dovevo essere sottoposto a dei controlli, ma la voglia di giocare quella partita mi ha permesso di entrare comunque in campo anche se non ero in condizione. Non a caso non ricordo quasi niente di quel match. Forse anche a seguito di questo episodio ho così tanta voglia di giocare questa finale di Coppa».

A livello personale ricordo Livio Bordoli, che mi ha fatto giocare da trequartista, un ruolo che per me funzionava alla perfezione. Ma andrebbero citati anche Paolo Tramezzani e Andrea Manzo

Bordoli, Manzo e Tramezzani

Passiamo dal campo allo spogliatoio. Nonostante ne abbia visti passare tanti, i compagni che Jonathan Sabbatini non dimenticherà restano Mattia Bottani, Antoine Rey e Francesco Russo. Mentre gli allenatori? «Ho imparato da tutti - commenta Sabbatini -, sia dagli aspetti positivi sia negativi. Sotto la guida di tanti tecnici abbiamo raggiunto importanti traguardi. A livello personale ricordo Livio Bordoli, che mi ha fatto giocare da trequartista, un ruolo che per me funzionava alla perfezione. Ma andrebbero citati anche Paolo Tramezzani e Andrea Manzo. Quest’ultimo era una persona eccezionale, sempre sincero. È stato lui a cambiarmi di posizione perché aveva notato che le mie caratteristiche stavano cambiando. È stato molto bravo a farmi capire che potevo offrire un maggior contributo giocando come mediano basso. Con Tramezzani abbiamo invece fatto un’ottima stagione, raggiungendo l’Europa League». Torniamo sul contratto dell’uruguaiano. L’annata 2023-24 è prevista presso la società bianconera in veste di scout, ciononostante potrebbe comunque esserci la possibilità di vedere giocare capitan Sabbatini anche dopo il 2022-23. «Sì, ne abbiamo parlato. Ma dipenderà dallo staff tecnico e dal club. Dovrò dimostrare loro che posso dare il mio contributo. Questa è una motivazione in più per continuare a fare bene». Sabbatini ha ufficialmente cominciato la sua avventura con Lugano il 27 agosto 2012, ma forse non si sarebbe aspettato di rimanere per più di un decennio. «Dieci anni sono tanti - ammette il capitano -. Il Lugano ormai è diventata la mia squadra del cuore. Non posso dire di essere luganese, ma ho imparato moltissime cose di questo territorio. Inoltre, i miei figli sono nati qui e io addirittura capisco anche un po’ il dialetto».