Il Lugano non muore mai: «Ma non abbiamo convinto, e sono il primo a riconoscerlo»
Un finale e un post-partita concitati, per una sfida completamente folle. Un’altra, sì, in questo avvio di 2025 al quale il Lugano non vuole proprio risparmiare nulla. Mal di pancia, emozioni, paura, euforia. E soprattutto punti pesantissimi. È successo di nuovo. Anche contro il Sion i bianconeri sono finiti sotto nel punteggio nella prima parte dell’incontro. È la sesta volta consecutiva tra campionato e Conference League e, come sabato scorso a Winterthur, gli uomini di Mattia Croci-Torti hanno trovato il modo per strappare la vittoria (3-2). Per fare impazzire di gioia Cornaredo, anche.
L’ha visto solo il VAR e il rigore decisivo c’era
A questo giro, addirittura, la rimonta sembrava essere esplosa fra le mani dei padroni di casa. Dopo aver ribaltato il vantaggio di Miranchuk con Vladi (al 25’) e l’autorete dell’ex Hajrizi (all’83’), il Lugano si è fatto sorprendere da Sorgic. Imperdonabilmente, considerato che si era allo scadere e a fronte del ruolo di capolista da confermare. E poi? Poi, senza che nessuno se ne fosse invero accorto tranne il VAR, si è materializzato un rigore insperato. Si è materializzata la vittoria. Malandrino è stato il braccio di Bouriga sugli sviluppi di calcio d’angolo e non - come apparso ai più - quello attaccato al corpo su tiro di Bottani. Grgic, in ogni caso, non ha tremato e al termine di una prestazione non entusiasmante i bianconeri hanno consolidato la vetta della Super League. «Ma non abbiamo convinto, e sono il primo a riconoscerlo» afferma Mattia Croci-Torti nella pancia di Cornaredo. «Mi tengo il cuore enorme e la cattiveria dei miei ragazzi. Abbiamo sempre cercato di vincerla. E trovare queste risorse e questa forza in altri club svizzeri è tutto fuorché evidente. Non è ad ogni modo una prestazione da festeggiare. Dobbiamo rimanere sul pezzo. Io per primo. Avevo chiesto alla squadra di agire e, al contrario, è stata necessaria l’ennesima reazione. Significa che il messaggio del sottoscritto non è passato».
Già, al netto dell’incredibile epilogo, il Lugano ha faticato di brutto a far cedere il Sion. «E non ci andrà sempre bene» commenta Amir Saipi. «Quale delle due reti subite è più grave? A mio avviso il fatto di prendere sempre il primo gol ci complica la vita e al contempo ci costringe puntualmente agli straordinari. A maggior ragione se, come i vallesani, chi hai di fronte difende molto basso». Lo sforzo offensivo del Lugano, sorretto di nuovo da Vladi, non ha in tal senso brillato. Non a caso è servita l’artiglieria pesante per smuovere le acque nel finale. Attesissimo dopo il gol decisivo della Schützenwiese, Koutsias è tuttavia stato gettato nella mischia solo a dieci dal 90’. «È vero, meritava di giocare di più» ammette Croci-Torti. Per poi spiegare: «Prima, con i cambi, volevo però dare rapidità alla manovra a centrocampo e fare male al Sion tra le linee. Il tutto preservando un ultimo slot». Poco male. Perché due reti bianconere, anche senza il sigillo della punta greca, sono cadute dopo l’avvicendamento con Vladi all’81’.
Hajrizi e un ritorno sfortunato
Insomma, la dea bendata non esita a soffiare forte su Cornaredo e a premiare gli audaci. «In questo momento il Lugano riesce a capitalizzare i dettagli e ogni nostra esitazione è stata punita» osserva al proposito uno sconsolato Hajrizi, sfortunato protagonista in occasione del 2-1 bianconero. «Di certo sognavo un ritorno diverso in Ticino. L’esclusione dai convocati nell’ultima finale di Coppa Svizzera? Tutt’ora non accetto quella decisione del Crus. Proprio perché, come da lui stesso riconosciuto, avevo dato tanto al Lugano. Ma il calcio è fatto anche di storie come questa. Una storia oramai alle mie spalle».