Il Lugano vede subito rosso e a Cornaredo fa festa il Sion

A fine incontro boccheggia anche Numa Lavanchy. Ed è tutto dire, considerate le impressionanti doti atletiche dell’ex bianconero. Il sudore versato dal neoacquisto del Sion ha comunque pagato: tre punti all’esordio, per di più in una gara dal sapore speciale. Impossibile, dunque, non intervistare il vecchio Numa, accarezzato con affetto sotto il tunnel di Cornaredo da Jonathan Sabbatini: «Occhio che questi fanno come lo Zurigo la scorsa stagione...». Oddio, d’accordo scherzare. E, sì, ci mancherebbe, caldo e lucidità raramente combaciano. La verità - tornando seri - suggerisce infatti altro. E cioè che il Lugano si è fatto sorprendere da una formazione tutto fuorché irresistibile. Lavanchy, però, non accetta ridimensionamenti di sorta. Non pienamente, quantomeno. «Sostenete che abbiamo badato solo alla difesa, ma se fosse vero non avremmo saputo conquistare calci da fermo o corner pericolosi. Alla fine questi hanno fatto la differenza. Insieme a un primo tempo che non ci ha visti correre rischi».
La doppia mazzata
Il laterale vodese non ha tutti i torti. È vero. Il Sion, osservando il match da un’altra angolazione, ha semplicemente sfruttato le sue armi. «Le palle ferme, già, che sapevamo avrebbero potuto decidere la partita» constata amaramente Sabbatini. «Avevamo allenato proprie queste situazioni. Chi ha giocato per Tramezzani, dopotutto, sa in che modo è capace di fare male all’avversario». Detto fatto. Tre gol, su altrettante palle ferme. Ma attenzione: il cinismo dei vallesani non basta a spiegare la prima sconfitta stagionale del Lugano. «A fronte di un buon atteggiamento, è mancata la concentrazione laddove era fondamentale» osserva il tecnico Mattia Croci-Torti, riavvolgendo il nastro dell’incontro. Il Crus preferisce guardare alle mancanze collettive. Okay. A pesare sul 3-2 di Cornaredo - ed è innegabile - sono però state delle ingenuità individuali. Su tutte l’uscita alla Zenga di Saipi, grazie alla quale il Sion ha raddoppiato. E poi, certo, il cartellino rosso rimediato da Daprelà proprio prima della seconda rete ospite. «Una sanzione che non ha ragione di esistere» sostiene Croci-Torti. «Fabio calcia semplicemente la palla e il contatto successivo sulla gamba dell’avversario è involontario. Peccato, perché il direttore di gara aveva preso la giusta decisione ammonendo il giocatore. Il cambio di rotta dettato dal VAR ha invece complicato maledettamente la nostra partita».
Bottani e gli occhi del «Trame»
L’intenzione del Crus, per dire, non era quella di togliere Haile-Selassie per Bottani. Costretto a giostrare in dieci, il cambio è al contrario stato inevitabile. «Con l’uomo in meno abbiamo comunque avuto la forza di segnare due reti. E questo è uno degli aspetti positivi che conservo di una partita discreta». Una partita, tra l’altro e non è un dettaglio, affrontata con tre uomini... fuori posto. Ancora l’allenatore bianconero: «Abbiamo giocato con due difensori centrali nel ruolo di terzini». Le tante defezioni hanno inoltre spinto Croci-Torti a schierare Valenzuela come centrocampista, al fianco dell’instancabile Doumbia: «Milton è un calciatore speciale e, sì, è stato protagonista di una ottima partita. Va da sé, inserirlo in mediana mi ha privato di qualcosa sulla corsia di sinistra». L’iniziale panchina di Bottani - in ritardo di condizione - ha da parte sua tolto dinamismo alla squadra e la spalla di sempre a un Celar così così. «Mattia è il profilo della rosa con maggior classe. È normale, insomma, che il suo ingresso abbia fatto rinsavire i compagni. I miei piani, tuttavia, prevedevano altro. E a mandarli all’aria, al momento della sostituzione, è stata per l’appunto l’espulsione».
A beneficiare e della superiorità numerica e dell’assenza dal primo minuto del numero 10 bianconero è ovviamente stato il Sion. Che, lo abbiamo scritto sabato, proprio su Bottani avrebbe messo gli occhi. A precisa domanda, mister Tramezzani ha ad ogni modo cercato di non tradurre in parole quanto gli occhi suggerivano inequivocabilmente: «Sapete tutti cosa penso di Mattia. Purtroppo non ho avuto la fortuna di allenarlo durante la mia parentesi a Cornaredo, poiché partito a Wil. Non ho però dubbi sul suo conto: nel suo ruolo è il migliore in Svizzera. Ma se vado d’amore e d’accordo con il presidente Constantin è proprio perché evito di dargli suggerimenti» conclude ridendo. Forte, tra l’altro, di un contratto quasi firmato con un altro MB. Mario Balotelli.