Calcio

Il Team Ticino e un futuro a due volti: «Hangarter e Maric scelte logiche»

Il direttore dell’Academy del Lugano succederà a Massimo Immersi, l’ex centrale sarà invece il primo talent manager nella storia dell’Associazione - Il presidente Michele Campana: «Volevamo rendere la struttura ancora più professionale»
L’avventura di Roman Hangarter e Mijat Maric all’interno del sodalizio rossoblù avrà inizio il primo luglio. © CdT/Gabriele Putzu
Nicola Martinetti
23.06.2022 21:38

«Ne abbiamo discusso molto in seno al comitato. E, alla fine, ci siamo resi conto che la soluzione più adatta l’avevamo già in casa». Poche e semplici parole, pronunciate dal presidente del Team Ticino Michele Campana. Sufficienti, però, a dare vita a un nuovo corso. Sì, il sodalizio rossoblù è pronto a voltare pagina. Dopo quattro anni segnati dalla gestione di Massimo Immersi, l’Associazione ticinese ha delineato quella che sarà la costellazione del futuro. La quale, a partire dal primo luglio, si baserà su due stelle in particolare.

Nessun conflitto d’interessi

La prima, attiva nel nostro cantone da una manciata di mesi, risponde al nome di Roman Hangarter. Il 54.enne zurighese, che da inizio aprile dirige l’Academy del FCLugano, prenderà il posto del già citato Immersi quale direttore e responsabile tecnico del Team Ticino. Rimanendo, nel contempo, a capo del settore giovanile bianconero. «Le due funzioni possono coesistere - ha spiegato Campana -. Sia a livello di impiego temporale del suo lavoro, sia per quanto concerne eventuali conflitti d’interesse. Lo scopo ultimo, infatti, è quello di gestire nel migliore dei modi la formazione dei giovani calciatori ticinesi. Come detto, il comitato ha discusso molto in merito alla successione di Immersi. E alla fine ha ritenuto che la soluzione più logica e naturale fosse quella di affidarla a Roman Hangarter. Il quale peraltro, nel 2018, era stato battuto proprio dall’attuale direttore uscente nella corsa per sostituire Vincent Cavin».

L’ex direttore tecnico del GC, nel suo operato, verrà aiutato da più figure. Due delle quali attive non sul campo, bensì dietro la scrivania. «Per non avere delle lacune nell’operatività quotidiana - prosegue Campana -, i segretari Michele Coppola e Davide Di Giulio sosterranno Hangarter, ampliando le loro responsabilità a livello amministrativo. Sul piano tecnico, invece, Roman potrà avvalersi di una figura inedita».

Un sostegno fondamentale

Eccola, la seconda novità di rilievo. Intrigante sotto molteplici punti di vista. «Abbiamo deciso di istituire la figura del talent manager - svela il presidente del Team Ticino -. E la scelta per ricoprire questo ruolo è ricaduta su Mijat Maric». Sì, proprio lui. L’ex ministro della difesa bianconero. Il quale, «in pensione» da poche settimane dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha così già trovato la sua nuova strada. «Si tratta di un’altra scelta logica - rileva Hangarter-. La sua esperienza da calciatore, unitamente ai corsi da formatore sostenuti in Belgio e al legame con la regione, ci hanno spinti a puntare su di lui per questa nuova figura, divenuta ormai fondamentale in ogni partenariato». L’ex centrale farà da collante tra Lugano - con un occhio di riguardo per laU21 bianconera - e Tenero, con dei compiti a 360 gradi. «Sarà un importante atout per tutta la struttura - prosegue Hangarter -, ma in particolar modo per quei giocatori che hanno qualcosa in più degli altri. Che palesano un potenziale importante. Maric, nello specifico, sarà chiamato a sostenerli nel loro percorso, sotto molteplici punti di vista. Per consigli o interventi mirati sul piano calcistico, ad esempio, o l’arrangiamento di un supporto psicologico. Senza dimenticare gli impulsi inerenti le scelte da intraprendere lungo il cammino, che dalle giovanili deve - idealmente - portare un giorno alla Super League».

Al proposito, a Tenero si vorrebbe intraprendere un sensibile cambio di rotta. «Vorrei fare un esempio concreto citando il caso di Allan Arigoni, appena tornato a casa - afferma il futuro responsabile tecnico -. Io sei anni fa ero a capo del settore giovanile del Grasshopper. Per me è stato molto facile convincerlo a lasciare il Team Ticino per raggiungere la nostra organizzazione, dopo avergli mostrato le infrastrutture, lo staff tecnico e quella che era la nostra visione per il suo futuro. Ecco, ora vogliamo evitare che casi simili si ripetano. Omeglio, desideriamo sì che i nostri giovani approdino inSuper League, senza però dover lasciare il nostro cantone - a volte anche precocemente - per riuscirci».

Gli obiettivi e la piramide

Un primo, importante passo in tal senso è stato mosso. Altri seguiranno in futuro. «Volevamo rendere la nostra struttura ancora più professionale e di qualità, grazie anche a qualche mezzo finanziario in più - analizza Campana -. Un proposito che manterremo certamente lungo il nostro cammino. Per fare un esempio concreto, stiamo discutendo per vedere se, oltre all’U21 dei confermati Ludovico Moresi e Dario Rota, sarebbe fattibile poter istituire una formazioneU19 nel giro di un paio d’anni. Essa fornirebbe un ulteriore scalino ai nostri ragazzi, nel loro percorso verso il calcio professionistico».

Un discorso che, se ampliato, finisce inevitabilmente col toccare la famosa «piramide cantonale», tornata ottimale dopo la promozione del Bellinzona in Challenge League. Èplausibile attendersi maggiore collaborazione fra i club, per il bene dei giovani talenti? «Me lo auspico - chiosa Campana -. Anche se è un discorso complesso, influenzato in passato da cambi di proprietà che hanno portato a ritocchi degli obiettivi legati alla formazione. La priorità numero uno sul tavolo del comitato, in quest’ottica, è la rivisitazione della convenzione tra le squadre. Puntiamo a istituire regole chiare sui passaggi di tesseramento tra un club e l’altro, con piena correttezza - anche economica - nei confronti delle società che hanno formato il giocatore in questione. Non sarà facile a livello di diritto sportivo, ma vogliamo che funga da base per dei rapporti costruttivi».