Calcio

In autunno le squadre elvetiche dovranno rimboccarsi le maniche

Sin qui il ranking UEFA della Svizzera ha risentito dei risultati poco esaltanti ottenuti dalle sue compagini nei preliminari delle tre coppe europee - Numeri alla mano, soltanto sei Paesi hanno fatto peggio - YB, Servette e Lugano saranno chiamate a cambiare marcia
I tre club che prenderanno parte alla fase a gironi delle competizioni europee saranno chiamati a rimpolpare il valore elvetico con diversi successi. © Reuters/Denis Balibouse
Nicola Martinetti
29.08.2023 06:00

L’UEFA annovera cinquantacinque federazioni. Tra queste, sin qui, soltanto sei hanno collezionato meno punti della Svizzera (1,000) nell’ambito del ranking che determina chi si è mosso meglio nelle competizioni continentali. Di chi si tratta? Galles (0,625), Liechtenstein (0,500), San Marino (0,333), Gibilterra (0,166), Estonia (0,125) e Russia (squalificata). Non esattamente pesi massimi del calcio europeo. Né, tantomeno, Paesi che orbitano attorno alle prime quindici posizioni nella speciale graduatoria. I dati, insomma, sono inequivocabili. E raccontano di un calcio svizzero - attualmente al dodicesimo posto - sin qui deficitario al di fuori dei confini nazionali, e più precisamente nei preliminari delle tre coppe continentali: Champions, Europa e Conference League.

L’unico raggio di sole, in un contesto altrimenti grigio, tendente al nero, lo ha regalato il Servette, che con il suo exploit in Champions contro i belgi del Genk ha evitato il peggio per il movimento rossocrociato. Un piccolo aiuto lo ha dato anche il Lucerna, giustiziere del Djurgården (Svezia) in Conference League. Una competizione che invece, dopo la storica semifinale della scorsa edizione, ha visto il Basilea uscire già al secondo turno delle qualificazioni, deludendo su tutta la linea. Lugano e Young Boys, le ultime due compagini elvetiche ad essere entrate in lizza, devono ancora completare il loro percorso. Il pareggio incamerato dai gialloneri in Israele, unitamente al k.o. incassato a Bruxelles dai ticinesi, non ha tuttavia fornito un grande contributo alla causa. Anzi.

Limitare i danni

Sia i bernesi sia i bianconeri, questa settimana, avranno comunque la possibilità di dare un colpo di mano alla fragile posizione elvetica. E, va da sé, eventuali successi - e perché no, persino exploit - sarebbero più che benaccetti. Un primo, importante passo nella giusta direzione toccherà muoverlo agli attuali campioni svizzeri. Che questa sera al Wankdorf, nel ritorno dei playoff di Champions League contro gli israeliani del Maccabi Haïfa, non avranno diritto all’errore. L’accesso alla fase a gironi della massima competizione continentale, specialmente dopo il pareggio ottenuto in trasferta, è un obiettivo da non fallire. Se poi giovedì allo Stade de Genève il Lugano dovesse mettere in scena una clamorosa rimonta ai danni dell’Union Saint-Gilloise, tanto meglio. Ogni risultato positivo infatti, in un contesto di circoscrizione dei danni, si rivelerebbe oltremodo prezioso.

I più ottimisti potrebbero far notare che, indipendentemente da ciò che accadrà nei restanti incontri di questa settimana, la Svizzera potrà contare su tre club inseriti nella fase a gironi di una competizione europea. Vero. Al netto di questo traguardo, tuttavia, la situazione resta piuttosto grave. Realisticamente infatti, stando al portale specialistico Swiss Football Data, per provare a ritenere la dodicesima piazza nella speciale classifica stilata dall’UEFA, Young Boys, Servette e Lugano dovrebbero tentare di far lievitare il valore del ranking elvetico da 1,000 a 5,000 punti. Sarebbe comunque il peggior risultato degli ultimi cinque anni, ma potrebbe dare una chance alla federazione rossocrociata di evitare sorpassi da chi insegue. Un eventuale accesso della squadra di Raphaël Wicky alla fase a gironi di Champions League garantirebbe alla Svizzera uno dei quattro punti mancanti, gli altri tre andrebbero poi conquistati nel corso dell’autunno. E in primavera, in caso di qualificazioni alla fase successiva.

Diversi Paesi in pressing

Semplice? Non proprio, perché in soldoni - sempre stando a Swiss Football Data - tre punti nel ranking equivalgono a dover racimolare qualcosa come una dozzina di successi a partire da settembre. Un compito arduo, per non dire estremo. Più fattibile, ma comunque non scontata, rimane la difesa di una posizione all’interno della top 15 continentale. Un discreto punto di partenza per la futura assegnazione dei posti nell’ambito delle tre coppe europee. Fortunatamente sin qui la Serbia, prima inseguitrice della Svizzera al tredicesimo posto, ha accumulato anch’essa un solo punticino. Tuttavia altri Paesi come Norvegia, Israele, Danimarca, Cechia e - più distanti - Ucraina e Grecia hanno già ridotto lo scarto. Mantenerli tutti alle spalle, specialmente se l’esito degli attuali playoff dovesse sorridere alle loro compagini, potrebbe rivelarsi complesso. Servirebbe comunque un clamoroso flop collettivo di YB, Servette e Lugano per vedere la Svizzera scivolare fuori dalle prime quindici posizioni.

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