Euro 2024

Inghilterra, la musica non cambia: «C'era tanta attesa, la gente è delusa»

Grant Benson, animatore a Radio3i, tasta il polso ai Three Lions: «Il gioco non convince e l'allenatore è finito nel mirino della critica»
Harry Kane e Gareth Soutghgate non fanno più l'unanimità in Inghilterra. ©EPA/FILIP SINGER
Flavio Viglezio
25.06.2024 06:00

È un popolo abituato ad attendere, quello inglese. Fare la coda senza scomporsi, per qualsiasi cosa, è una sorta di rito in Gran Bretagna. E nel calcio, a livello di nazionale, si sogna un nuovo trionfo dal lontanissimo 1966, anno in cui i sudditi della Regina Elisabetta II vinsero il Mondiale in casa. E fu proprio «Her Majesty « a consegnare la Coppa Rimet a capitan Bobby Moore.

«It’s coming home», cantano ancora i tifosi prima di ogni grande appuntamento. «Sta tornando a casa», intonano a squarciagola. Tanto che il brano è diventato una sorta di inno non ufficiale della selezione dei Tre Leoni. A casa però – fino ad oggi – sono tornate solo rabbia e delusione.

Ne sa qualcosa Grant Benson, oggi animatore a Radio3i, fondatore di Radio Morcote International e vera e propria leggenda vivente nel mondo delle emittenti private inglesi. Basti pensare che fu uno degli storici animatori di Radio Caroline, la radio pirata più famosa al mondo che lanciò, tra i vari gruppi musicali, i Beatles e i Rolling Stones. E che ispirò il film “I love Radio Rock”.

Aspettative troppo alte

«Da ragazzo – spiega Benson con il suo inconfondibile accento «very british» – ero un grande tifoso del Watford, avevo anche l’abbonamento per seguire tutte le partite della squadra. Adesso mi interesso soprattutto ai grandi eventi, seguo con interesse e passione i Mondiali e gli Europei».

Un Europeo in cui l’Inghilterra, nonostante la vittoria sulla Serbia e il pareggio con la Danimarca, non ha per ora convinto: «C’era e c’è una grande attesa, in Inghilterra, per questo Europeo. La gente è convinta che la rosa a disposizione di Gareth Southgate sia di primissimo livello e allora dopo le prime due uscite a prevalere è stata la delusione per la qualità del gioco espresso dalla squadra. Le critiche da parte della stampa inglese, in questi giorni, sono feroci. Forse le aspettative erano troppo alte, ma a parte Jude Bellingham troppi elementi non si stanno esprimendo il loro potenziale. Giornali e televisioni rimproverano all’Inghilterra una mancanza di cattiveria agonistica. E anche Harry Kane, il nostro giocatore sulla carta più rappresentativo, è finito nell’occhio del ciclone».

Meglio Hodgson di Southgate

Eppure Southgate ha sfiorato il titolo continentale nel 2021, a Wembley, in quella finale persa solo ai rigori contro l’Italia: «Ecco, i rigori. Anche quella è stata una storia già vista, purtroppo. Quando il destino dell’Inghilterra si decide dagli undici metri, va sempre a finire male. Media e tifosi – come ho detto – ritengono che la rosa inglese sia estremamente competitiva. Rimproverano allora a Southgate di non avere il coraggio di cambiare qualcosa, di trovare delle soluzioni alternative che possano portare ad un gioco più convincente. Nelle prime due partite mi sono divertito molto di più con la Svizzera. D’altra parte la nazionale rossocrociata è tornata stabilmente a Mondiali e Europei grazie ad un tecnico inglese, Roy Hodgson (ride, NdR)».

Da Elton a Robbie

Il popolo inglese non smette però mai di cantare. Dal «God save the King» al «It’s coming home». E i cori intonati negli stadi sono da pelle d’oca. «Beh, calcio e musica vanno a braccetto in Inghilterra. Ricordo che ai Mondiali del 1970, in Messico, la nazionale inglese registrò un brano – «Back home» – che arrivò addirittura al primo posto nella classifica dei dischi più venduti».

Tante stelle del pop e del rock britannico non nascondono il loro amore per il calcio. A cominciare da Elton John, che fu addirittura proprietario e presidente del Watford: «Altroché. Me lo ricordo bene, quel periodo, visto che è la squadra per cui faccio il tifo. Elton John la portò dalla 4. Divisione a quella che oggi si chiama Premier League. E alle partite era sempre presente: una volta me lo ritrovai di fianco, nelle toilette dello stadio (ride, NdR). Ancora oggi è presidente onorario del club. C’è una foto famosa, in cui si allena con la squadra insieme a Rod Stewart. Ma tanti cantanti famosissimi seguono il calcio, in Inghilterra: i fratelli Gallagher sono tifosi sfegatati del Manchester City, Mick Jagger va matto per l’Arsenal, Robert Plant supporta il Wolverhampton. E Robbie Williams ha acquistato un certo numero di azioni del Port Vale, club di 3. Divisione della città in cui è nato. E questi sono solo alcuni nomi, potrei andare avanti a lungo».

Ricordando l’Italia

Tornando alla stretta attualità, negli scorsi giorni Harry Kane non le ha mandate a dire ad alcuni suoi ex colleghi: «Sì, il nostro centravanti e capitano ha commentato con parole dure le critiche ricevute da ex calciatori ora riconvertiti nel ruolo di opinionisti televisivi. Ha in particolare attaccato Gary Lineker, che è stato molto severo nei suoi confronti. In generale in queste ore i famigerati tabloid – sempre in cerca dello scandalo o della notizia choc – si stanno scatenando. Io comunque rimango fiducioso, sia per la sfida di oggi con la Slovenia, sia per il prosieguo del torneo. Penso all’Italia del passato, che iniziava spesso in sordina i grandi tornei, ma che poi usciva alla distanza».

A proposito. In Italia in calcio è una religione. E in Inghilterra? «C’è molta passione, ma non siamo ai livelli dell’Italia, dove è quasi obbligatorio avere una squadra del cuore. Per quel che concerne le squadre di club, il calcio in Inghilterra si è un po’ imborghesito, in senso positivo. Allo stadio vanno tante famiglie con i bambini e fortunatamente la violenza che aveva contraddistinto gli anni dell’hooliganismo è praticamente scomparsa. Mi è capitato di andare a vedere partite senza la presenza di polizia negli stadi. In questo senso si è lavorato davvero molto bene».

Mamma o papà?

Grant Benson, anche oggi, farà il tifo per l’Inghilterra davanti alla televisione. Sperando che la sua nazionale riesca finalmente e a vincere e a convincere, contro la Slovenia.

E chissà che il cammino della selezione dei Tre Leoni non incroci quello della Svizzera, in questi Europei: «Eh, per me sarebbe dura. Ho da poco completato le pratiche per ottenere il passaporto elvetico e l’altro giorno pensavo: e se mi chiedessero per chi farei il tifo in una sfida tra Svizzera e Inghilterra? È una domanda a cui non riesco a rispondere: sarebbe come chiedere a un bambino se vuole più bene a mamma o a papà».

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