Calcio

Junior e una saudade speciale: «Sì, sogno ancora il Lugano»

Da cinque anni gioca in Giappone, ma l’ex attaccante bianconero non ha mai scordato Cornaredo, dove ha fatto tappa prima di Natale - «Ho trovato un club ambizioso, e che bello riabbracciare Renzetti, Bottani e il Crus»
©CdT/Chiara Zocchetti
Massimo Solari
03.01.2025 06:00

«A Lugano lascio un pezzo del mio cuore». Così, cinque anni fa, Carlinhos Junior salutava commosso Cornaredo, pronto per una nuova alba sportiva in Oriente. Al suo fianco, in una conferenza stampa intensissima sul piano umano, Angelo Renzetti viveva uno dei molteplici tormenti della presidenza bianconera. Amareggiato, persino arrabbiato, per la partenza forzata dell’attaccante brasiliano e un compenso ritenuto insoddisfacente. E però - nonostante tutto - disposto alla comprensione, a un’ultima carezza. «Ho capito che la ragione deve prevalere sul sentimento e che avrei dovuto fare di necessità virtù. Non posso gettare via ciò che è stato fatto con questo ragazzo e il rapporto che si è creato tra di noi».

Il 15 dicembre scorso, in occasione di Lugano-Losanna, in una delle ultime file della tribuna principale, Junior e «Angelone» sono tornati ad abbracciarsi. A volersi bene come allora. «Provo un enorme rispetto per Angelo» osserva Junior, da poco rientrato in Brasile. «Con Renzetti, allo stadio, abbiamo parlato delle cose semplici della vita, e di alcuni momenti felici che abbiamo vissuto insieme».

Stesso stadio, società diversa

Junior ha seguito la sfida tra bianconeri e vodesi a fianco dell’ex compagno e grande amico Jonathan Sabbatini. Anche il capitano dei record ha oramai lasciato lo spogliatoio del Lugano. «Dove però ho potuto salutare Bottani e Macek» indica l’attaccante brasiliano: «Mi ha fatto anche molto piacere incontrare alcuni vecchi membri dello staff e soprattutto parlare un po’ con il Crus». Già, l’assistente che aveva conosciuto tra il 2017 e il 2020 è nel frattempo diventato il tecnico più longevo della Super League. Chissà, forse il tecnico in grado di riportare il titolo svizzero in Ticino. «Cornaredo è sempre lo stesso, ma il club ha vissuto cambiamenti radicali. La società è solida, ambiziosa e i progetti a lungo termine non mancano. La rosa gestita da Croci-Torti, poi, dispone di grande qualità. Contro il Losanna, nell’ultima gara del girone d’andata, non è andata bene. Ma mi è bastata una partita dal vivo per percepire la sicurezza del gioco bianconero».

Una vacanza rossocrociata

Come certi amori, Junior ha compiuto un giro immenso prima di ritornare in riva al Ceresio. Non solo. Prima di ripresentarsi a Cornaredo, il calciatore di Rio de Janeiro ha voluto regalare a se stesso e alla moglie Bianca una vacanza svizzera. Una settimana «tradizionale», con tappe a Berna, Zurigo, Grindelwald e - appunto - l’amata Lugano. «Durante i tre anni bianconeri - ci spiega - non ho mai avuto la possibilità di spingermi in questi luoghi e di ammirare con la necessaria calma le bellezze del Paese. In Brasile è estate e a mia moglie avevo promesso un’esperienza diversa dal solito. Godersi i tanti mercatini di Natale e la neve delle Alpi è stato magico».

Tornare a Cornaredo mi ha fatto provare nostalgia di tanti bei momenti vissuti in tre anni
Carlinhos Junior, ex attaccante FC Lugano

Junior, d’altronde, non ha mai nascosto la passione per i viaggi e il cambiamento culturale. L’offerta giunta dal Giappone a inizio 2020 si era rivelata irresistibile anche per questa ragione. In pochi, però, avrebbero puntato su un matrimonio di lunga data tra lo Shimizu S-Pulse - società con sede nella città di Shizuoka - e il giocatore. E invece, l’esperienza asiatica di Junior si è vieppiù fortificata. «All’epoca mi ero messo in testa che la mia carriera necessitava di una svolta. E accettare l’offerta dal Giappone, in quel frangente, mi sembrò la decisione migliore da prendere. La scelta si è rivelata vincente e l’avventura splendida. Detto ciò, ammetto che neppure io avrei scommesso su una permanenza così lunga. Nemmeno la retrocessione nella J2 League, nel 2022, ha intaccato l’idillio. Anzi. Il brasiliano ha accettato di fare un passo indietro, di rimettersi in gioco, venendo infine premiato. «Sì, a inizio novembre abbiamo riagguantato la massima divisione, la J1. Era un traguardo a cui tenevamo parecchio, quasi imperativo. La scorsa stagione, complice un pessimo avvio, avevamo compromesso l’obiettivo troppo presto. Di qui la grande soddisfazione e la felicità per il risultato ottenuto. Vincere un campionato è sempre qualcosa di speciale».

Un ultimo anno in Asia?

Allo Shimizu S-Pulse, Junior ha pure indossato la fascia da capitano. È un beniamino dei tifosi, che - seppur nella lega cadetta - superano puntualmente le 15.000 unità all’IAI Stadium Nihondaira di Shizuoka. E adesso? Che cosa accadrà? «Ho ancora un anno di contratto» precisa il giocatore, lasciando però socchiuse alcune porte intorno a sé. «Nel calcio può succedere di tutto. E anche in modo repentino. Sia dove sia, spero ovviamente di vivere un 2025 spettacolare».

Già. Le 106 presenze e i 34 gol firmati con la casacca bianconera non smettono però di frullare nella testa di Junior. «Non lo nego. Ho sempre pensato che un giorno, presto o tardi, sarei potuto tornare a giocare per l’FC Lugano. Sarebbe un sogno, davvero». E il breve soggiorno in città prima di Natale, va da sé, ha riacceso questo sentimento e questo desiderio. Quasi si trattasse di una saudade al contrario. «Tornare a Lugano, dove ho vissuto tre anni indimenticabili, mi ha fatto provare nostalgia di tanti momenti». Cinque anni fa, dopo tutto, Junior ci aveva avvisati. «Qui lascio un pezzo del mio cuore».

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