L’asso del quartiere Alvyn Sanches si è preso la scena
Alcuni dettagli sono più significativi di altri. Scoprire che il codice postale del quartiere di Losanna nel quale è cresciuto Alvyn Sanches recita 1010, è uno di quelli. Con un numero del genere, viene da dire, non poteva ché saltar fuori un fuoriclasse del pallone. Anzi, dei fuoriclasse. Sì, perché prima del trequartista classe 2003, a emergere dai campetti delle «Boveresses» sono stati Isaac Schmidt e Cameron Puertas, entrambi ex compagni di Sanches ormai partiti all’estero. Niente male come vivaio, insomma.
Sempre lo stesso
Da un vivaio all’altro. Sin da piccolo, Sanches è cresciuto in quello del Losanna. E chi come Diego Sessolo, fra i responsabili tecnici del settore giovanile del club vodese e allenatore del centrocampista ai tempi dell’Under 18, lo segue da anni, assicura che la sfida più grande sia stata quella di non snaturare il suo modo di giocare. «Ho ancora in mente la prima volta che l’ho visto arrivare in allenamento», - ricorda l’istruttore ASF -. «Aveva i pantaloncini abbassati, se la rideva e sembrava quasi svogliato. Il mio assistente aveva voluto intervenire per dirgli qualcosa, ma io gli dissi di lasciarlo stare, perché quello era il suo modo di essere, quasi il suo marchio di fabbrica». Un tipo speciale, insomma, ma soprattutto un giocatore speciale. «È diverso dagli altri, decisamente», - prosegue Sessolo -. «Anzi, nel suo stile è proprio unico. Ha un profilo che è difficile da trovare, e quello che è particolarmente interessante di lui, è che è uguale a quando era adolescente, sia a livello di personalità che di stile di gioco. Ha delle doti innate, è puro istinto, e penso che nessun allenatore potrà mai cambiarlo».
Il salto di qualità
Se le merita tutti, i complimenti, Alvyn Sanches. D’altronde le sue qualità sono enormi e sotto gli occhi di tutti gli osservatori. Le sei reti già messe a referto in questa stagione non fanno che esaltarle. Dal 15 maggio del 2021 - data dell’esordio con la prima squadra - sono però trascorsi oltre tre anni, e l’esplosione del numero 80 è soltanto recente. È vero, i guai fisici non lo hanno di certo aiutato, ma anche altri fattori spiegano il tempo di cui il predestinato ha necessitato prima di diventare una stella del nostro campionato. Alla guida dell’Under 21 del Losanna per tre anni prima di prendere in mano la prima squadra nell’estate del 2021, Ilija Borenovic ha accompagnato il giovane Alvyn durante i suoi primi passi nel calcio degli adulti. «All’inizio gli mancava la dimensione atletica, così come un po’ più di maturità nel suo gioco», - osserva l’attuale selezionatore dell’Under 18 elvetica -. «Tutto questo lo ha conquistato col passare delle partite, facendo anche alcuni errori necessari per crescere. Ho anche la sensazione che abbia realizzato di avere una bella carriera da calciatore alla sua portata. Vederlo a un livello simile non è una sorpresa, era soltanto una questione di tempo».
L’estero e la Nazionale
Una questione di tempo, non ne dubitiamo, anche prima di vedere Sanches su palcoscenici più importanti. Il 21.enne avrebbe già potuto lasciare Losanna durante l’estate, ma l’offerta giusta non è arrivata. Tanto meglio per il club vodese, viene da dire, guardando alle sue prestazioni recenti. Già, perché il valore del centrocampista classe 2003, ormai stimato attorno ai sei milioni di franchi, è ulteriormente aumentato. Ci guadagnerà molto, la società di proprietà INEOS. Rimane da capire quando il gioiellino sotto contratto fino al 2026 spiccherà il volo. Anche in ottica nazionale maggiore e Mondiale 2026, un trasferimento all’estero potrebbe rivelarsi una mossa decisiva, nel bene o nel male. Finora Sanches è stato chiamato soltanto di picchetto da Murat Yakin. Se dovesse tuttavia continuare a giostrare su simili livelli, vederlo selezionato tra i «grandi» al prossimo raduno sarebbe tutto fuorché una sorpresa. «Lo spero per lui», - confessa Borenovic -. «Sta facendo bene con l’Under 21, e se continua così sono certo che potrà farlo anche con la nazionale maggiore». «Credo che prenderà presto una dimensione ancora più importante», - assicura dal canto suo Diego Sessolo. «Finché continuerà a giocare divertendosi come lo sta facendo ora, sono certo che continuerà a fare la differenza».