Calcio

L'esordio di Hajdari: «Fiero di avere indossato questa maglia»

Dopo otto partite consecutive senza il sorriso, la Svizzera ritrova la vittoria contro il Lussemburgo (3-1) – Buona la prima per il difensore del Lugano: «Ho cercato di sfruttare la chance»
©ENNIO LEANZA
Massimo Solari
25.03.2025 23:45

Eccola, finalmente, la vittoria. Non era l’obiettivo principale di questa sosta sperimentale e a tratti indecifrabile. Ma mancava da tanto, troppo tempo. Il 3-1 rifilato al Lussemburgo, che alla vigilia sembrava quasi metterci in soggezione, è dunque ossigeno. L’appiglio necessario, anche, nel quadro di un periodo carico d’incognite per la nazionale svizzera. L’avversario che nel settembre del 2008 ci aveva messo in imbarazzo, si è insomma rivelato una sorta di ancora di salvezza. Sì, abbiamo rialzato la testa con una prova infine dignitosa. A San Gallo è finita 3-1, con i rossocrociati che hanno fatto la differenza già nel primo tempo, accusando solo nel finale un ininfluente calo di tensione. Diciassette anni fa, il beffardo schema allo scadere di Alphonse Leweck e compagni aveva fatto arrossire la selezione elvetica. L’inutile fallo di Aurèle Amenda, invece, ha solo permesso di abbellire le statistiche personali di Danel Sinani.

L’esordio di Hajdari

Al kybunpark si sono ritrovati Vargas (doppietta) ed Embolo. E già non è male. L’attenzione, tuttavia, era rivolta agli ultimi protagonisti del casting allestito dal commissario tecnico rossocrociato. Ebbene, Lucas Blondel ha deluso, disputando una prova arida sotto tutti i punti di vista. Bocciato? Proprio così. Yakin ha anche riproposto Stefan Gartenmann al centro della difesa, a questo giro senza venire tradito, d’accordo. Nel complesso, però, i limiti del giocatore del Ferencváros sono emersi in modo chiaro. Al kybunpark, dove aveva lasciato un bel ricordo, si è per contro esaltato Miro Muheim, il migliore contro Lussemburgo per incisività delle giocate e solidità in entrambe le fasi. Tutto qui? Beh, più o meno. Nella ripresa, complice la girandola di cambi su un fronte e sull’altro, i ritmi sono calati di brutto. E con loro gli appunti sui taccuini. E allora da segnalare rimane l’esordio con la Svizzera di Albian Hajdari, protagonista di 45 minuti ordinati. «Sono naturalmente felice e fiero di aver indossato finalmente questa maglia» ha dichiarato ai microfoni della RSI il difensore del Lugano. «Avrei preferito magari scendere in campo in un contesto diverso, con più pubblico e una gara intensa. Ma va bene così. Ho cercato di sfruttare la chance, mostrando le mie qualità. Aver contribuito, anche se parzialmente, a interrompere la serie di risultati senza successi è pure motivo di soddisfazione».

Il ct Yakin: «Raduno positivo»

E ora? «Ora il tempo degli esperimenti è finito» ha tenuto a precisare il direttore delle squadre nazionali Pierluigi Tami. «Abbiamo ottenuto molte risposte. Alcune positive, altre meno. Ma non sta a me fare nomi». Ci abbiamo già pensato noi. L’analisi di Yakin, va da sé positiva, è stata pure misurata alle oggettive attenuanti. «Giudico con una certa soddisfazione questo raduno. A Belfast siamo stati costretti a disputare una partita diversa da quella con il Lussemburgo, che se l’è giocata più a viso aperto. Un aspetto che abbiamo sfruttato, trovando - soprattutto nel primo tempo - soluzioni alle quali avevamo lavorato negli scorsi giorni». Il ct non ha voluto sentire parlare di paragoni con Euro 2024. «Abbiamo altri obiettivi e traguardi ai quali mirare, e con giocatori diversi dal passato». Serviranno comunque maggiore coerenza e certezze per affrontare senza ansia le qualificazioni ai prossimi Mondiali.