Il caso

Lionel Messi e il mantello nero della discordia

Ha fatto discutere il gesto dello sceicco del Qatar Tamid bin Hamad al-Thani, che prima della premiazione ha avvolto il capitano dell’Argentina in un tradizionale bisht
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Red. Online
19.12.2022 08:40

La zampata finale. Da parte del Comitato organizzatore, ovviamente. Il senso di un Mondiale assurdo, carico di polemiche e abusi, costato vite umane da un lato e 220 miliardi di dollari dall’altro? Per il Qatar, beh, il senso era avvolgere Lionel Messi, capitano e trascinatore dell’Argentina, in un tradizionale bisht nero. Ad aiutare la Pulce a indossare l’abito è stato lo sceicco Tamin bin Hamad al-Thani.

Il bisht, nel momento in cui Messi ha sollevato al cielo la Coppa, copriva parte della divisa del numero 10 e, soprattutto, lo stemma della Federcalcio argentina. Una chiara ed evidente operazione di soft power da parte del Qatar. Come a ricordare e ribadire per l’eternità al mondo che il Mondiale, questo Mondiale che il presidente della FIFA si è affrettato a definire «il più bello di sempre», l’ha voluto e organizzato Doha. Di più, l’ha voluto e organizzato secondo le sue regole. Poco distante, proprio Infantino ha assistito divertito alla vestizione.

Il gesto è stato salutato positivamente, sui social, dal mondo arabo come segno di rispetto delle usanze locali, mentre è stato tacciato di sportswashing da parte dell’Occidente. «Perché? Non c’era motivo di farlo» ha tuonato, da parte sua, l’opinionista argentino in forza alla BBC Pablo Zabaleta, a suo tempo calciatore dell’Albiceleste. Gary Lineker, ironicamente, si è detto dispiaciuto che abbiano coperto la maglia di Messi in un momento così speciale.

Messi, ad ogni modo, si è guadagnato l’indumento grazie a una partita stratosferica, nella quale ha segnato due gol per tacere del rigore che ha dato avvio al trionfo argentino nella sequenza finale. Per sua fortuna, verrebbe da dire, subito dopo la premiazione si è liberato del bisht per festeggiare, come Maradona nel 1986, assieme al suo popolo. Portato in trionfo, la Coppa in mano, gli occhi lucidi dall’emozione. Vamos.

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