Lugano, il tre è il numero perfetto
C’era parecchia curiosità attorno al Lugano. Più che altro, molti dopo la sosta per le nazionali volevano capire se i bianconeri erano ancora «quelli di prima». La risposta dalla Pontaise, in questo senso, è stata univoca: il 3-1 rifilato allo Stade Losanna dice che sì, la squadra di Mattia Croci-Torti non ha perso lo smalto. Anzi, questo successo (il sesto di fila) consolida le ambizioni dei ticinesi. A maggior ragione pensando al Servette caduto a Winterthur.
Durante la sosta dedicata alle nazionali, il Lugano aveva d’altronde fatto parlare parecchio di sé. Per più ragioni. Il filotto di vittorie consecutive con cui i bianconeri hanno abbracciato la pausa, per esempio, si era logicamente tradotto in un innalzamento delle aspettative. Sì, tra gli addetti ai lavori e al bar aveva fatto capolino una parola importante: titolo. A rovinare un pochino l’ambiente, per contro, era stata la pesante sconfitta in amichevole contro il Parma. Sette a zero. In una lunga intervista rilasciata al CdT in vista della semifinale di Coppa, infine, il presidente del Sion Christian Constantin aveva acceso (o riacceso) il dibattito a modo suo, descrivendo Mattia Croci-Torti come «un tecnico da guerriglia» e «non urbano, per un club come lo Young Boys». Questioni che il Crus aveva affrontato di petto in sede di presentazione della partita odierna contro lo Stade Losanna.
Il campo, infine, ha emesso il suo verdetto. Promuovendo a pieni voti i bianconeri.
Il primo tempo ha visto i bianconeri dominare in lungo e in largo sul piano del gioco e della personalità. Di reti, tuttavia, non ne sono arrivate. Non che le occasioni siano mancate, a immagine del palo centrato da Celar di sinistro. Lo Stade, di fatto, è stato quasi spettatore del monologo ticinese. I losannesi sono pure rimasti in dieci sul finire della frazione a causa del rosso (inizialmente giallo, poi corretto dal VAR) sventolato a Diakité.
Per smuovere le acque, Croci-Torti nella ripresa ha inserito capitan Sabbatini, alla quinta panchina di fila. Dentro anche il cavallo di Quito, Espinoza. Ma è Camara, al 56’, a sciupare un’occasione d’oro per lo Stade. Croci-Torti poco dopo è costretto a un nuovo cambio: Hajrizi, infortunato, è stato sostituito da Doumbia. Una mossa obbligata, pochi minuti più tardi, si è rivelata quella corretta. Già, perché al 77’ è stato proprio Doumbia a firmare la rete del vantaggio. Un gol a cui ha fatto seguito, due minuti dopo, il raddoppio di Celar. L’uno-due stendi Stade ha proiettato il Lugano verso l’ennesima vittoria di questa stagione sempre più convincente. Una vittoria divenuta certezza con lo 0-3 firmato dal polacco Przybylko e di certo non intaccata dal gol della bandiera di Damascan, su rigore.
Al fischio finale, sono quindi arrivati altri tre, preziosissimi punti per un Lugano che non vuole smettere di sognare in grande.