L’ambiente

Lugano-Inter, piccoli tifosi entusiasti per il ritorno di Lukaku

Fuori dal campo i protagonisti sono stati soprattutto i bambini, felici di vedere dal vivo i loro idoli – Pioggia di magliette per Handanovic
L’appello al «Toro» Martinez. © CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
12.07.2022 23:17

C’era un gigante oggi a Lugano. Se n’era andato in terre albioniche a combattere altre battaglie, poi è tornato. «Altre battaglie per altri denari» sussurrerà qualcuno, ma ai tifosi più piccoli, che sognano ad occhi aperti e non portano rancore, di cosa è successo un estate fa interessa poco. Diciamo pure niente. Alla fine erano soprattutto loro, fuori da Cornaredo, ad aspettare Romelu Lukaku e gli altri giocatori nerazzurri con lo sguardo puntato sull’uscita dello stadio e le mani protese oltre le transenne. La partita amichevole fra Lugano ed Inter sta ormai diventando un appuntamento fisso, ma l’entusiasmo sembra quello della prima volta. Nonostante luglio, il fatto che fosse martedì e l’afa - attenuata per alcuni da uno steward che distribuiva rigeneranti spruzzi con la canna dell’acqua - gli spalti erano gremiti. Tanti, ovviamente, i supporter della squadra lombarda giunti in Ticino per la prima uscita ufficiale della beneamata. «Lukaku, per farti perdonare... - recitava un simpatico striscione esposto in curva sud - la 90 ci devi regalare». Un bambino seduto in tribuna ha invece tentato con il «Toro» Martinez: «Lautaro, è il mio compleanno: mi regali la maglia?». Poi l’attenzione generale si è focalizzata sul rettangolo verde e le folate offensive portate dalle due squadre. Al fischio finale, dopo la consegna della coppa ai vincitori e le interviste di rito ai protagonisti più o meno attesi, i tifosi sono andati a caccia di autografi prima che i giocatori rientrassero negli spogliatoi. Particolarmente generoso è stato il portiere nerazzurro Samir Handanovic, che ha firmato e «rilanciato» una maglietta che gli era stata indirizzata da un papà in tribuna. Il figlio, ovviamente, felicissimo. Da lì in poi è stata una pioggia di magliette, a cui il numero uno sloveno, comunque, non si è sottratto. Un altro piccolo tifoso, invece, ha puntato sull’idolo locale. «Signore! - ha gridato a un addetto alla sicurezza - può far firmare questa maglia a Mattia Bottani?». Detto, fatto. «Grazie Bottani!». L’ultimo gioioso assedio dei supporter si è materializzato fuori, dove il pullmann nerazzurro era circondato da una cintura di barriere metalliche. A un certo punto, un’ovazione: il gigante buono si è avvicinato per stringere la mano e fare qualche autografo ai suoi ritrovati fan. Si è fermato un po’ anche il difensore Danilo D’Ambrosio, forse meno osannato ma spesso eroico per i destini della squadra di Milano. Un addetto alla sicurezza, intanto, si preoccupava che i supporter non oltrepassassero una linea immaginaria sopra la transenna con le mani, magliette o bandiere. «Sono saliti tutti sul pullmann... - diceva un padre al suo bambino - Andiamo».

In questo articolo: