Calcio

Lugano, la reazione del gruppo per il pieno di fiducia

A modificare in maniera sostanziale il volto dei bianconeri sono stati in particolare gli inserimenti di Anto Grgic e di Kacper Przybylko - L’attaccante polacco: «So di poter aiutare questa squadra ad avere successo»
La rete del pareggio di Kacper Przybylko. ©/KeystoneAlessandro Crinari
Flavio Viglezio
21.07.2024 15:00

«E va bene così, senza parole», canta Vasco Rossi. Senza troppe parole, viene da aggiungere. In fondo una sola frase pronunciata da Mattia Croci-Torti riassume alla perfezione l’esordio in campionato del Lugano al cospetto di un rognoso Grasshopper: «Contava solo vincere», ha affermato il tecnico momò. Già, contavano solo i 3 punti e i bianconeri se li sono assicurati al termine di una sfida dai due volti. Al limite dell’inguardabile in un primo tempo di pura sofferenza e confusione – il Lugano si è svegliato nella ripresa. Ha messo sotto costante pressione un Grasshopper che con il passare dei minuti ci ha capito sempre di meno e la rete di Uran Bislimi – che in pieno recupero ha fatto esplodere di gioia Cornaredo – ha concretizzato un sorpasso più che meritato.

La mancanza di ritmo

«La verità – ha spiegato al termine dell’incontro il Crus – è che nel primo tempo non abbiamo visto il Lugano che tutti conosciamo. Non siamo riusciti a dare ritmo al pallone, eravamo troppo lenti. Questo ha dato fiducia al Grasshopper, che ha pure trovato il vantaggio grazie ad un rigore che – per la dinamica che l’ha provocato – non avremmo mai dovuto concedere. In seguito però mi è piaciuta molto la reazione della squadra. Ci abbiamo messo carattere e voglia di vincere e per questo ritengo che il nostro successo sia meritato. Anche perché, a partire dal 30’, abbiamo preso in mano la partita e abbiamo dominato».

Tutto giusto. Come accaduto parecchie volte nella passata stagione, anche al cospetto delle cavallette – non trascendentali, ma messe bene in campo da Marco Schällibaum – il Lugano è stato in grado di cambiare marcia in corsa. Nei primi quarantacinque minuti i bianconeri hanno pagato a caro prezzo – oltre all’incapacità di dare intensità alla propria manovra – una disposizione tattica che il Grasshopper ha saputo leggere e neutralizzare troppo facilmente. Senza un vero regista a centrocampo e con un Aliseda generoso ma davvero poco a suo agio nel ruolo di prima punta il Lugano si è affidato quasi unicamente alla vena di un Mattia Bottani in grande spolvero, anche se alle prese con le solite difficoltà nel trovare la via del gol.

Cambi decisivi

Nella ripresa, però, grazie alle sostituzioni operate da Croci-Torti si è rivisto a tratti un Lugano – se non proprio spumeggiante – capace di esprimersi su buoni livelli. A modificare in maniera sostanziale il volto dei bianconeri sono stati in particolare gli inserimenti di Anto Grgic – che ha dato ordine e struttura al centrocampo – e di Kacper Przybylko. L’attaccante polacco ha permesso al Lugano di trovare la giusta profondità e, soprattutto, ha mandato in rete il primo pallone giocato. Di testa, dopo una traversa colpita da Lukas Mai sugli sviluppi di un calcio d’angolo. E in seguito lo stesso Przybylko ha saputo rendersi utile nel ruolo di «boa» – per tenere alta la squadra – nell’assalto finale che ha portato alla già citata rete liberatoria di Bislimi.

La felicità di Kacper

«Sono naturalmente molto felice», ha detto il 31.enne nato a Bielefeld, in Germania. «Nella passata stagione la squadra è andata benissimo e ho accettato un ruolo marginale. Ho dovuto essere paziente ed ora sono contento di aver potuto fornire il mio contributo già all’esordio. Mi ha sicuramente aiutato poter svolgere tutta la preparazione con il gruppo: è stato importante per trovare gli equilibri e la giusta chimica».

Przybylko si era già messo in evidenza nelle amichevoli di preparazione, mettendo in particolare a segno una doppietta contro l’Inter: «Quelle due reti mi hanno ovviamente dato fiducia in vista dell’esordio in campionato. Ma la motivazione sarebbe stata comunque al massimo: so di avere qualche responsabilità in più, ora che Zan Celar non è più con noi, e voglio aiutare il gruppo ad avere successo. No, non avverto una pressione particolare: la nostra è una squadra forte ed è giusto essere ambiziosi. Il primo tempo? Penso che il Grasshopper all’inizio fosse più pronto di noi, a livello di aggressività. In seguito però abbiamo saputo reagire nel migliore dei modi».

Hajdari ai saluti

Intanto si fa sempre più concreto l’addio di Albian Hajdari. Il centrale – presente in tribuna – non è stato convocato da Croci-Torti. Il Torino sembra in vantaggio, ma negli ultimi giorni si è fatto avanti in modo concreto anche l’Augsburg dalla Bundesliga.