Ma allora come sarà, o potrebbe essere, questa Superlega?
La Superlega ha vinto, la Superlega si farà. O, meglio, la A22 Sports Management – la società che detiene i diritti del progetto – ha sfruttato la decisione della Corte di giustizia europea per presentare, subito, la formula con cui intende fare concorrenza diretta all'UEFA e alle sue competizioni. Di sicuro, la Superlega ha imparato dagli errori commessi in passato. Smarcandosi, in via definitiva, dall'idea di circolo esclusivo riservato ai ricchi, ricchissimi d'Europa. Un tentativo, quello, lanciato in fretta e furia da Florentino Perez, presidente del Real Madrid, il 19 aprile di due anni fa e durato, in totale, poco meno di 48 ore. D'altronde, proporre un formato alternativo è una faccenda (storicamente) complicata. Ne sa qualcosa perfino Donald Trump.
La formula della Superlega, dicevamo, è stata completamente rinnovata. «Senza soci permanenti e con promozioni e retrocessioni», come recita A22 Sports Management. D'accordo, ma come sarà questo torneo allora? Proviamo a fare chiarezza.
L'accesso dai campionati
Innanzitutto, non è stata ancora fissata una data di partenza. L'identità, però, è chiara. La formula prevede tre leghe per un totale di 64 squadre. Il torneo principale, la Star League, sarà composto da 16 squadre, lo stesso dicasi per il secondo, la Gold League. La Blue League, il terzo torneo per importanza, avrà invece 32 formazioni. Ogni anno, sono previste promozioni e retrocessioni fra una lega e l'altra. D'accordo, ma per entrare? La chiave d'accesso rimarranno i campionati nazionali, che daranno diritto a partecipare alla Blue League.
La crème de la crème, per contro, sarà nella Star League. Che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe diventare più importante della Champions targata UEFA. La competizione, a sua volta, verrà suddivisa in due gironi da 8 squadre, con partite di andata e ritorno cui seguirà la fase a eliminazione diretta. «Non ci sarà un incremento delle partite e non interferirà col calendario delle nazionali» spiega il comunicato.
Fra merito sportivo e regole finanziarie
Rispetto al passato, i soci fondatori non avranno il diritto di disputare la Superlega. L'accesso, appunto, sarà regolato da precisi criteri. «Nel primo anno i club saranno selezionati in base a un indice con criteri trasparenti e basati sulle prestazioni». Eccolo, il «merito sportivo». A valere saranno anche norme finanziarie «per garantire condizioni di parità tra i club partecipanti». E spazio, molto spazio verrà dato anche al calcio femminile con due leghe da 16 club ciascuna.
E la televisione?
L'idea della Superlega, diciamo della nuova Superlega, è anche di discostarsi dalle televisioni tradizionali. «A22 propone di creare la principale piattaforma di streaming sportivo direct-to-fan al mondo, Unify, dove miliardi di fan avranno l'opportunità di vedere gratuitamente le partite della Super League» recita ancora la nota. «La piattaforma digitale renderà democratico l'accesso al calcio in diretta e metterà in contatto i tifosi con i loro club». D'accordo, ma i soldi? Come verrà finanziato il tutto? Il denaro arriverà, parola di A22, «dalla pubblicità, dagli abbonamenti premium, dai servizi interattivi, dagli sponsor e dalle partnership di distribuzione». Tradotto: le televisioni tradizionali, pagando, potranno distribuire il prodotto.
L'UEFA: «O dentro o fuori»
In tutto questo, resta da capire che posizione prenderà l'UEFA. O, se preferite, che cosa diventerà. Tramite il suo presidente Aleksander Ceferin, la Confederazione europea ha fatto sapere che «Il calcio non è in vendita». E ancora: «Siamo compatti contro questo tipo di iniziative, proteggeremo il nostro mondo da questi attacchi. Alcuni club vogliono la Superlega? Facciano pure, ma o si sta nel sistema o si sta fuori. Ci sentiamo violati». Quindi, il numero uno della confederazione europea ha aggiunto: «Rileggeremo la sentenza e valuteremo se rivedere la nostra posizione sulla Superlega».