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Ma dove giocherà il Como in Serie A?

Il club lariano dovrà sistemare il Sinigaglia in fretta per strappare una deroga in vista della prossima stagione, al via il 17 agosto – L'obiettivo, un domani, è ricostruire da zero l'impianto ma di mezzo ci sono i vincoli architettonici
Red. Online
11.05.2024 14:30

Prendiamo in prestito un passaggio dell'articolo di Anna Campaniello, pubblicato al fischio finale di Como-Cosenza. Quando, cioè, il grande sogno del club lariano di riconquistare la Serie A si è avverato. «Il nodo dello stadio in realtà è ancora da sciogliere. Il Sinigaglia, impianto storico nel cuore del capoluogo lariano, non è pronto al momento per la massima serie. Nei mesi scorsi sono stati aggiunti mille posti in curva, ma senza le ulteriori deroghe e autorizzazioni necessarie non potrà avere il via libera per le partite di Serie A». E ancora: «La società e il Comune di Como stanno già lavorando da tempo per attuare gli interventi necessari. La proprietà e la stessa amministrazione comunale vogliono fare in modo che la squadra possa iniziare il campionato contando già su uno stadio adeguato. L’obiettivo è evitare che la formazione lariana sia costretta a trovare un altro impianto, in una città diversa, per disputare i primi incontri casalinghi».

Il Como, insomma, deve giocare a Como. Meglio, vuole giocare a Como. L'idea, appunto, come scrive anche la Provincia, è quella di sistemare l'impianto attuale, il cui cantiere venne aperto addirittura nel 1925. Di sistemarlo, soprattutto, in tempo per l'inizio della nuova stagione. Onde evitare di emigrare. Il quotidiano comasco, al riguardo, spiega che gli interventi si concentreranno sui cosiddetti distinti e sul settore ospiti. Allo scopo di arrivare a 10.500 posti e, di riflesso, ottenere una deroga. Deroga che, precisa la Provincia, verrà concessa solamente in presenza di un piano, con tempistiche precise, che indichi come portare il Sinigaglia ad avere 12 mila posti. Il minimo a livello di capienza previsto dai regolamenti di Serie A. 

Le prossime settimane, dunque, saranno cruciali. Anche perché la documentazione relativa alle migliorie da apportare all'impianto dovrà essere presentata entro il prossimo 4 giugno. Allo stesso tempo, il Como dovrà pure indicare l'eventuale stadio alternativo qualora i lavori per risistemare il Sinigaglia non dovessero terminare in tempo utile (la Serie A ripartirà il 17 agosto). A tal proposito, la Provincia riferisce che fra le ipotesi di «esilio» è stata avanzata anche Parma. Niente, per contro, è stato deciso su questo fronte. 

Detto dell'adeguamento, necessario per poter giocare la Serie A al Sinigaglia, la proprietà del Como – cui certo non manca la disponibilità economica – ha più volte manifestato l'intenzione di investire su un progetto a più ampio respiro. Tradotto: rifare il Sinigaglia. La proprietà, da questo lato, intende fare le cose in grande: un impianto moderno, all'avanguardia, con spazi commerciali e locali per bere e mangiare, in grado di vivere sette giorni alla settimana e non solo quando gioca la prima squadra. A suo tempo, parliamo di giugno 2023, la Provincia aveva scritto che il Como si era rivolto a tre società per avviare gli studi di fattibilità del nuovo Sinigaglia. Tre società o, se preferite, tre colossi internazionali attivi tra Europa (Inghilterra in particolare) e Stati Uniti: Elevate, Legends e Img Stadia.

Tutto molto bello, direbbe Bruno Pizzul. Se non fosse che i piani della proprietà potrebbero cozzare con la realtà. Sul Sinigaglia, infatti, pende un vincolo architettonico. Spieghiamo meglio: lo stadio da tempo figura nell'elenco dei beni storico-artistico-monumentali. È quindi protetto e, dunque, un domani non può essere demolito, mettiamola così, a cuor leggero. È, questo, annoso ostacolo per ogni operazione legata al Sinigaglia.

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