Mattia Croci-Torti: «Abbiamo fatto due regali e così diventa molto dura»
A Yverdon, il Natale è arrivato con due mesi e cinque giorni d’anticipo. Non per il Lugano, che oggi, in trasferta sulle rive del lago di Neuchâtel, ha ricevuto solo carbone, bensì per la compagine casalinga. Sotto l’albero, infatti, l’Yverdon ha trovato la vittoria contro quella che era una delle capoliste del campionato. «Al 25 dicembre manca ancora tanto, eppure abbiamo fatto due enormi regali ai nostri avversari – ha commentato Mattia Croci-Torti dopo il triplice fischio –. E se sei così generoso, poi è normale che queste partite le perdi…». Nella testa del Crus ci sono i due grossi errori commessi dai suoi uomini e che lo hanno condannato alla sconfitta. Il primo di Mahou, intervenuto goffamente in area, offrendo un rigore agli avversari. Il secondo di El Wafi, che, tentando l’anticipo su un pallone innocuo, ha infilato di petto la palla nella sua porta.
Se ci si mette il VAR
Certo, i bianconeri non hanno da recriminare solo a sé stessi. Sì, perché una decina di minuti prima che Mahou impacchettasse il suo dono, sull’altro versante, Steffen veniva atterrato in area di rigore dal difensore vodese Marques. E tutto ha taciuto. Con un sorriso di stizza e nervoso, che gli si apre sul volto, Mattia Croci-Torti non riesce a capacitarsi della decisione: «È evidente che qualcuno a Völketswil non abbia visto bene le immagini». Il tecnico momò non se la prende dunque con la direttrice di gara Grundbacher, ma con chi non l’ha richiamata, ovvero il VAR Fähndrich. «Dovrà giustificare una scelta del genere. Perché dal replay è molto, molto chiaro che è Renato a toccare il pallone per primo. Non capisco realmente come non sia stato fischiato un rigore che era sacrosanto». Il Crus, peraltro, è pure stato ammonito dopo il rigore concesso all’Yverdon per aver lanciato una bottiglietta in panchina. «Ma non ce l’avevo nemmeno con l’arbitro – ha spiegato – . Ero solo arrabbiato con Mahou per l’ingenuità».
La rabbia del portiere
Il regalo dell’esterno francese è stato scartato dalla formazione vodese con la gioia di un bambino. E lo stesso è accaduto sull’autogol di El Wafi. «Io gliel’avevo chiamata» ha precisato Saipi a fine partita, tenendoci però a non cercare nel compagno un capro espiatorio. «Gli parlerò nello spogliatoio, ma tutti commettono errori, è inutile prendersela con un singolo», ha detto. Il portiere dei sottocenerini, piuttosto, ce l’ha con tutta la squadra. «Oggi non abbiamo giocato al nostro livello – ha tuonato nella pancia del Municipal – . Nel primo tempo abbiamo dormito. Eravamo sempre troppo lontani dagli avversari. Ci volevano più concentrazione e voglia».
Poco incisivi
Diametralmente opposta a quella del suo portiere è l’analisi del Crus. «È normale che a caldo si tenda sempre a dare colpa all’atteggiamento – ha detto l’allenatore bianconero – . Ma la verità è che lui ha effettuato la prima parata al 70’, il che la dice lunga sull’andamento dell’incontro».
Vero, il Lugano non ha rischiato granché sugli attacchi vodesi, fino alle ripartenze nella fase finale della gara. Tuttavia, nemmeno i bianconeri hanno saputo mostrare incisività negli ultimi metri, seppur scesi in campo con un quartetto di giocatori offensivi (Mahou, Bottani, Steffen e Przybylko). «Io credo che nel primo tempo non abbiamo demeritato, facendo il nostro calcio, provando e riprovando – ha ribattuto Croci-Torti – . Ho chiesto ai ragazzi di tirare tanto da fuori e lo hanno fatto». Molto pericolosa una botta di Mahou terminata a lato, a cui si aggiunge un inserimento di Marques, che ha fallito a tu per tu con Bernardoni. «Ma se concedi gol, poi gli avversari si chiudono, e diventa dura».
Essere più buoni, come sotto Natale, ogni tanto ci può anche stare. Certo è che per smaltire l’indigestione vodese, il Lugano avrà poco tempo, perché giovedì lo attendono i cechi del Mlada Boleslav.