Mattia Zanotti è incontenibile, Renato Steffen irascibile

Sfortunato in occasione del vantaggio cipriota. Bravissimo, invece, nel dire di no a Tankovic al 15’. Poteva uscire su Goldar?

Inarrestabile. Incontenibile. Indispensabile. Se il Lugano rovescia il Pafos è merito delle sue incursioni. Ora fatelo riposare!

Per il «Papa», sangue greco, è una sorta di derby. La sua prova ruvida e a tratti provvidenziale non sorprende.

Meno sul pezzo del compagno di reparto, sia sul piano tattico, sia in marcatura.

Un paio di giocate d’alta scuola. Sul sintetico, d’altronde, la sua classe sopraffina emerge chiaramente. In particolare dopo la pausa. Dietro, invece, deve soffrire.

Ha sulla coscienza la rete d’apertura del Pafos. Non solo. Il suo genio viene puntualmente ingabbiato dagli avversari.

Trova l’ottavo gol stagionale (ma dovevano essere dieci...), il terzo - solo in dicembre - propiziato da una sgroppata di Zanotti sulla destra. I suoi strappi e le sue battaglie in mediana rischiano di fare gola a tanti durante il mercato invernale.

Fatica tremendamente a incidere. E quando può farlo, al 56’ o al 75’, fallisce il 3-1 in modo piuttosto clamoroso. A fine match ce l’ha con tutti. Anche con se stesso?

Non ne ha praticamente più. Anche se nella ripresa, quando aumentano gli spazi, lo si nota di più.

Bomber vero si può dire? La sua audacia viene premiata ancora, consegnandogli un pezzo di storia del club con la fascia al braccio.

Tanto prezioso a Varsavia, quanto discontinuo a questo giro. Certo, il ruolo di prima punta per demeriti altrui rimane ingrato.

Piazza la tenda davanti alla difesa e risolve un paio di situazioni spinose.

Mezz’ora a rincorrere più che a convincere.

Marques, Dos Santos ed El Wafi s.v.

Trascina il Lugano verso un altro traguardo clamoroso. E poco importa se la prestazione che chiude la fase a campionato di Conference League non è impeccabile sul piano difensivo e viene in parte guastata nel finale.