L’evento

Non è solo un gioco

Domenica scorsa a Cornaredo si è tenuta la prima partita su suolo ticinese di calcio camminato, cui si è aggiunta la componente dell’inclusione sociale
© Boris Angelucci
Matteo Generali
01.03.2022 15:54

Domenica scorsa, a Cornaredo, si è tenuta la prima partita su suolo ticinese di calcio camminato. Partita alla quale si è aggiunta la componente dell’inclusione sociale, rendendo l’evento un unicum a livello globale.

Ma di cosa si tratta? Il calcio camminato, o walking soccer, è la pratica del gioco del calcio a cui si aggiunge la regola del non poter correre. La corsa viene così sostituita da una camminata permettendo a tutti di vivere le emozioni del tappeto verde in misure inferiori.

Questa attività, nata nel 2011, di grande impatto sociale e a favore di tutte quelle persone che non possono più correre per svariati motivi, ha fatto le sue prime apparizioni in Italia, Germania, Portogallo ma soprattutto in Inghilterra dove si contano ad oggi più di 800 club di calcio camminato. Pensate che oggi esistono addirittura formule turistiche che integrano la partita di calcio camminato.

L’associazione dei Camaleonti, nata e sviluppatasi grazie al successo ottenuto con la squadra di calcio omonima composta da persone con disabilità, ha pensato di proporre un’aggiunta inclusiva: è nato così il calcio camminato inclusivo, in cui una squadra composta da persone tipiche ha sfidato i Camaleonti in tre tempi da venti minuti. Il terzo tempo è invece stato organizzato mischiando i giocatori a favore di un’inclusione totale. Un modo di vivere il calcio anche per quelle categorie che ancora troppo spesso vengono un po’ dimenticate dal mondo dello sport amatoriale e garantire del sano movimento.

Tante le emozioni sul campo da gioco, dove la voglia di stare assieme, soprattutto a seguito dei due anni pandemici, oltre che un pizzico di agonismo l’hanno fatta da padrone. I ritmi della partita sono stati inevitabilmente più bassi ma non per questo meno entusiasmanti, parlandone con le persone scese in campo ci è stato detto come l’istinto di correre era davvero difficile da reprimere, così come i passaggi dovevano essere maggiormente calibrati e precisi.

Abbiamo parlato di questa piacevole giornata di sport con Boris Angelucci, direttore dell’associazione Camaleonti: «In collaborazione con la Football is more abbiamo pensato di svolgere una prima attività favorendo la socialità, la relazione e la conoscenza della persona con disabilità».

Una sfida nella sfida che, in futuro, speriamo possa svilupparsi con programmi ad hoc.

E ancora: «La partita di domenica fungeva da prova per presentare e promuovere un’attività nel contesto della nostra associazione che, oltre ad occuparsi di formazione, sport, supporto e offrire team building inclusivi ad aziende e scolaresche, vuole dedicare attenzione nel post pandemia ad una delle categorie maggiormente colpite e cioè la terza età (e non solo). Dimensioni ridotte, si cammina e ci si diverte facendo movimento per tutte quelle persone che non riescono ad abbandonare quel mondo sferico del pallone da calcio. A breve proporremo un programma che permetterà a chiunque di iscriversi per provare il calcio camminato inclusivo».

Per maggiori informazioni: camaleonti.ch o [email protected].