L'eterna questione

Pelé e Maradona: amici, nemici, rivali, ma soprattutto amici

Alimentata dalla stampa sportiva, la rivalità fra Pelé e Diego Armando Maradona è durata decenni. Chi era il più forte? Chi il più grande? E loro due, in vita, erano amici oppure no?
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Marcello Pelizzari
29.12.2022 22:30

Alimentata dalla stampa sportiva, la rivalità fra Pelé e Diego Armando Maradona è durata decenni. Chi era il più forte? Chi il più grande? E loro due, in vita, erano amici oppure no?

Partiamo dall’ultima domanda. Sì, Pelé e Maradona si volevano bene. «Ho perso un grande amico e il mondo ha perso una leggenda» scrisse il brasiliano alla morte del Pibe, nel 2020.

Eppure, attorno a loro è stata costruita, ad arte, una finta rivalità. Per vendere giornali, forse. O, più prosaicamente, perché alla gente piacciono le graduatorie e, allora, era ed è lecito chiedersi chi abbia rappresentato al meglio il mondo del calcio.

Le origini del dualismo

Gli studiosi di storia del calcio, come spiega la BBC, hanno spesso litigato sulle origini della rivalità fra i due calciatori. George Helal, sociologo e professore all’Università Statale di Rio de Janeiro, ad esempio dice che fino al 1998, sulla stampa argentina, «Pelé era indiscutibilmente trattato come il più grande della storia e Maradona come il suo erede». Se di rivalità vogliamo parlare, allora è bene citare quella fra Maradona e Zico ai Mondiali del 1982. Nel 1990, quando Pelé era editorialista del quotidiano argentino Clarin, il brasiliano fu presentato come «il migliore nella storia del calcio».

Secondo Helal, qualcosa potrebbe essersi rotto con l’elezione del miglior giocatore del Ventesimo secolo da parte della FIFA, nel dicembre del 2000. «Dopo aver ricevuto il premio, Pelé ha invitato il suo rivale a salire sul palco, ma lui se n’era andato, disgustato» aveva ricordato il giornalista Alex Sabino nel 2020. Anche Maradona fu eletto giocatore del Ventesimo secolo, ma tramite sondaggio del pubblico e non, come Pelé, su preferenza di una giuria. 

Una risposta a quel diciassettenne

Celso Unzelte, giornalista di ESPN Brasil, non solo ritiene che ci fossero ruggini fra Pelé e Maradona, ma anche che le origini della rivalità vadano ricercate indietro, molto indietro nel tempo. «Questa rivalità risale a prima della nascita di Maradona» dice con una dose di ironia Unzelte. «Quando quel ragazzo di 17 anni apparve in Brasile, vincendo la Coppa del Mondo del 1958, gli argentini iniziarono ad aspettare il loro messia».

Tradotto: ogni volta che l’Argentina lanciava un buon giocatore, il paragone con Pelé scattava in automatico. È successo, d’altronde, anche a Maradona. Non a caso, quando Diego guadagnò i primi riflettori, la stampa sportiva brasiliana, freddamente, disse in coro: «L’Argentina spera che anche questo sia il suo Pelé».

Così uguali ma così diversi

Certo, calcisticamente i due erano diversi. Ancora Unzelte: «Maradona era geniale, ma aveva praticamente solo la gamba sinistra. Non aveva testa e non aveva altre doti come Pelé. Maradona non era esattamente un realizzatore, era lontano dal segnare mille gol». Allo stesso tempo, dice il giornalista, c’erano delle caratteristiche che li univano: «Se Pelé ha contribuito a cambiare la storia del Santos, Maradona, dopo un certo fallimento a Barcellona, ​​ha contribuito a cambiare la storia del Napoli in Italia».

Se dal calciatore passiamo al mito, va detto che per i brasiliani nessuno è più forte di Pelé. L’amore che gli argentini provavano e provano per Maradona, tuttavia, è molto più forte. Così Helal: «Per le strade di Buenos Aires, vedi Maradona in edicola, insieme a Che Guevara. Nelle librerie di scienze sociali, insieme a Jorge Luis Borges e Julio Cortázar. Sul marciapiede pubblico di Caminito, c’è una statua di Maradona accanto a Perón ed Evita». Pelé, un simile trasporto, in Brasile probabilmente non l’ha avuto mai, complici alcune sue posizioni politiche: «Pelé è sempre stato visto come molto attaccato al potere ed è stato sempre molto criticato».

In termini di idolatria, gli fa eco Unzelte, «penso che Maradona sia più vicino ad Ayrton Senna». Pelé, invece, in patria era meno amato e, come detto, molto più criticato.

La notte del Dieci

Fra i due, al di là di ogni teoria o aspetto sociologico, c’era un affetto che trascendeva i discorsi da bar dei tifosi e i paragoni dei giornalisti. Nel 2005, Maradona ricevette proprio Pelé per la prima puntata del programma La Noche del Diez. La puntata venne descritta come l’incontro «del Re con Dio».

Un affetto, dicevamo, anche concreto. Fatto di gesti e non solo di belle parole o stima reciproca. Negli anni Novanta, ad esempio, Pelé cercò di portare Maradona al Santos. «Può darsi – dice Helal – che a volte abbiano avuto una relazione piuttosto difficile, ma poi hanno sistemato le cose».

Alla fine della trasmissione, qualcuno pose la fatidica domanda: chi è il migliore, Pelé o Maradona? La risposta del Pibe: «Mia madre pensa che sia io, sua madre pensa che sia lui».

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