L'analisi

Piovono tanti rimpianti, ma che bel Lugano

I bianconeri inaugurano la Conference League con un pareggio: contro il Bodø/Glimt finisce 0-0 – Sul terribile terreno del Letzigrund i bianconeri si fanno preferire – Soprattutto nel primo tempo, però, Celar e compagni sprecano l'inverosimile mentre nel finale rischiano la beffa
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Massimo Solari
21.09.2023 23:30

Coraggioso, determinato e persino bello. Il Lugano che ha abbracciato la Conference League, insomma, si è meritato gli applausi dei 1.384 spettatori presenti al Letzigrund. No, con il Bodø/Glimt non è arrivata una vittoria che - per certi versi - avrebbe avuto del sorprendente. Lo zero a zero maturato sull’inguardabile (e quasi impraticabile) terreno di Zurigo ha però raccontato di una compagine all’altezza di avversario e palcoscenico. Non era scontato. A cadere, fitta, non è tuttavia stata solo la pioggia. Purtroppo, a inzuppare il campaccio mutilato dal recente Energy Air sono stati anche i rimpianti. Il Lugano, senza se e senza ma, il primo turno della fase a gironi l’avrebbe dovuto salutare con un successo. Che sarebbe stato meritatissimo, per quanto visto nel complesso. Basti pensare che le occasioni monstre sul conto dei bianconeri, alla fine, hanno sfiorato la decina. Tante, troppe. Ma, appunto, perlomeno sintomo di una formazione in salute e tutto fuorché messa in imbarazzo dal Bodø.

Quanti sprechi

I rimpianti, dicevamo. Banalmente, il primo tempo avrebbe dovuto chiudersi con il Lugano avanti di due reti. Poco importa se per 2-0, 3-1 o 4-2, considerate anche le paratone di Saipi. Sta di fatto che i ticinesi hanno sprecato l’inverosimile. Sì, dall’inno ufficiale della terza competizione continentale - «oooooooo» - si è passati agli «ooooooooh» per gli errori commessi dalle parti di Haikin. Oddio, ripensando al salvataggio sulla linea di Moumbagna sul colpo di testa di Mai, ci si è messa anche la sfortuna. Ma in precedenza, lo stesso tedesco e soprattutto Celar erano stati imperdonabili. Peccato, davvero, perché per lunghi tratti il Bodø è parso un pugile messo all’angolo. Costretto a incassare, ancora e ancora. Purtroppo senza mai crollare definitivamente.

Un vestito della taglia giusta

La formazione ospite, nella ripresa, ha addirittura smesso di giocare. O, almeno, così è sembrato sino ai minuti conclusivi, quando la stanchezza del Lugano ha ridato slancio ai norvegesi. Eccessivo slancio. Già, ma il palo colpito da Grønbaek all’ultimo respira avrebbe francamente costituito una punizione ingiusta. E, all’opposto, un premio troppo generoso per il Bodø, squadra tutto sommato normale. Il pareggio, a bocce ferme, ha quindi suggerito la cosa più importante. Che il Lugano è vivo e che la Conference League non è un vestito della taglia sbagliata. Anzi, in alcuni momenti - al Letzigrund - i bianconeri sono stati belli e affascinanti. 

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