Calcio

Sabbatini: «Ho scelto col cuore e ora sono sereno»

Nonostante gli siano arrivate anche offerte da oltre Gottardo, l'ex capitano del Lugano ha optato per il Bellinzona per stare vicino alla sua famiglia
Il debutto di Sabbatini con il Bellinzona è previsto domenica, nel match di Coppa Svizzera contro il Gambarogno-Contone. ©Ti-Press/Samuel Golay
Maddalena Buila
13.09.2024 06:00

Per la sua nuova maglia ha scelto il numero 4. Un omaggio alla sua mamma, che lo indossava quando scendeva in campo. Anche lei giocava a calcio. E proprio lei gli ha trasmesso la passione per il pallone. Inutile mentire, fa uno strano effetto leggere «Sabbatini» su una casacca diversa da quella bianconera. Ci si dovrà abituare. Il presente dell’ex capitano del Lugano fa ora rima con Bellinzona. «Sono contento di essere qui, davvero». Sono state queste le prime parole pronunciate da Jonathan in occasione della sua presentazione ufficiale al Comunale. «E ringrazio il club per la fiducia. Forse in molti si chiederanno come mai ho fatto questa scelta: è frutto di una lunga riflessione. Fatta in primis con la mia famiglia. Non posso e non voglio nascondere il mio amore per il Lugano. Ma sono un professionista. Ora sono pronto a sposare la causa granata, sperando possa essere un anno importante per la squadra. Sarebbe ottimo per il Ticino vantare due club in Super League. Se oggi sono qui, inoltre, è anche grazie a coloro che, le volte che sono venuto ad assistere a una partita dell’ACB, mi hanno accolto con grande affetto».

Una grande fame

No, di appendere le scarpette al chiodo «Sabba» non ne vuole proprio sapere. E, nonostante la carriera già alquanto soddisfacente alle spalle, ha ancora fame di calcio. «E non poca (sorride, ndr). Ecco perché non ho mai rimpianto la proposta offertami dal Lugano. Voglio ancora far parte di una prima squadra. Non smetterò mai di ringraziare il club bianconero per tutto quello che ha fatto per me. Ma non mi sentivo pronto per un’avventura nel club giovanile. Sento di avere ancora qualcosa da dare sul campo. E questo mi è stato confermato anche dai moltissimi messaggi che ho ricevuto in questi mesi da compagni, ex compagni, tifosi, allenatori - che magari non mi hanno neanche mai allenato! – e persino qualche arbitro (altro sorriso, ndr). Ecco, tutto questo mi motiva immensamente».

Ma nell’anticamera del cervello di Jonathan Sabbatini non è mai balenato il pensiero di lasciare il calcio dopo il fatidico rigore sbagliato lo scorso 2 giugno al Wankdorf? «Assolutamente no (sorride, ndr). Non avrei mai voluto che la mia carriera finisse così. Sicuramente gli ultimi sono stati mesi particolari e difficili. Soprattutto a giugno non stavo benissimo, la finale di Coppa era ancora una ferita decisamente aperta. E penso che per tutta la mia vita questo rimarrà un capitolo arduo da digerire. Sapevo già che la mia avventura con il Lugano sarebbe finita, ma non ero pronto a un dolore così grande. Ora però ho ritrovato la serenità e sono contento della scelta che ho fatto. Ciò che mi ha aiutato tantissimo è stato l’affetto della gente. Sono stato abbracciato da un amore fortissimo da parte dei cittadini dopo la finale, ma anche dopo l’ufficialità del mio passaggio a Bellinzona. E questo nonostante la rivalità tra le due squadre. Se ho sposato la causa granata è perché mi hanno fatto sentire come a casa anche al Comunale».

Proposte allettanti

Eh sì, Sabbatini ha messo davanti a tutto l’amore per la famiglia, decidendo di restare in Ticino. Ma prima di prendere la decisione finale, quante e quali offerte concrete ha ricevuto? «Diverse. A livello ticinese, oltre a quella del club granata, appariva anche quella del Paradiso. Da oltre Gottardo erano invece giunte richieste da Lucerna e Basilea. Con Celestini ci siamo infatti sentiti più volte in questi ultimi anni, sia quando sedeva sulla panchina del club della Svizzera centrale, sia quando allenava i renani. Essere finito nei radar di tutte queste società mi lusinga. Significa che devo aver pur fatto qualcosa di importante nella mia carriera e che questo mi è stato riconosciuto. Ma nulla ha potuto reggere il confronto con la mia famiglia. Il fatto che Pablo (Bentancur, ndr) sia il mio procuratore, oltre che una persona fidata, non ha influito più di quel tanto. Ho cercato di ascoltare il mio cuore. Inizialmente volevo assolutamente giocare in Super League, ma più passava il tempo più mi rendevo conto che ciò che contava era stare nei pressi di casa. E non rimpiango la mia scelta. D’altronde la mia carriera l’ho fatta, non devo più dimostrare nulla. Con questo non voglio certo dire che non ho più motivazioni che mi smuovono. Anzi, con il Bellinzona sogno in grande. E magari un giorno mi siederò pure sulla panchina granata, aprendo anche un altro importante capitolo della mia storia. Per ora però resto un giocatore a tutti gli effetti».

Ambizioni alle stelle

La realtà dei sopracenerini, lo abbiamo accennato, non è totalmente nuova per l’ex capitano del Lugano. Sono infatti diversi i giocatori che il 36.enne uruguaiano già conosceva. Rapporti grazie ai quali Sabbatini è sbarcato nella capitale ticinese con un’impressione chiara del club granata. «Impressione che, entrando nello spogliatoio, non ho potuto far altro che confermare. Il Bellinzona è una squadra con tanti giovani di qualità e di grande carattere. La società e lo staff lavorano inoltre alacremente. Ci sono dunque tutti i presupposti per fare una grande stagione. È importante restare coi piedi per terra, ma al contempo non vogliamo nasconderci. Possiamo raggiungere traguardi storici».

Tutto molto bello. Sta di fatto, però, che “Sabba” è passato da essere protagonista in una squadra di Super League, a un ruolo ancora da definire e confermare in un club di Challenge League. «Eppure io non lo vivo affatto come un passo indietro. Anzi. La pressione su di me sarà ancora più alta di prima. Lo dico sempre, oltre a essere un giocatore sono anche un tifoso. So cosa si aspettano da me gli appassionati di questo sport. Se dopo un paio di partite non avrò fatto scintille, le critiche arriveranno a valanga. Io spero non succederà, ma anche se così fosse sarei pronto a incassarle senza venirne scalfito. Non sono arrivato a Bellinzona per fare una passeggiata. E non mi aspetto affatto di avere un posto garantito in squadra. Non l’ho mai pensato in 20 anni di carriera. Darò il massimo anche qui per meritarmi minuti in campo». Il debutto di Jonathan Sabbatini è previsto per questa domenica, nel match di Coppa Svizzera tra Gambarogno-Contone e Bellinzona. Anche se vederlo debuttare con la maglia granata farà uno strano effetto.

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