Calcio

Sara Tonelli: «Wow, affronterò il Manchester City»

Giovanissima, ticinese e con la fascia al braccio: Sara Tonelli è il simbolo del Lugano in campo questa sera: «Sento il carico e la responsabilità dell’evento, è un’occasione unica per promuovere il calcio femminile»
Il capitano del Lugano Sara Tonelli (Foto Zocchetti)
Marcello Pelizzari
12.09.2019 06:00

Regina per una sera. In Europa, sul palcoscenico più bello e prestigioso. Quello della Champions League. «Non vedo l’ora» afferma, tradendo un pizzico di emozione mentre volge lo sguardo verso il prato di Cornaredo. Sara Tonelli ha appena 19 anni. Eppure, indossa la fascia di capitano. È il simbolo del Lugano. Rappresenta al meglio la forza, la tenacia e la determinazione delle ragazze bianconere. Toccherà a lei guidare le compagne contro il Manchester City, l’avversario blasonato e tostissimo di questi sedicesimi (stasera alle 21.00). Niente paura, però. Parola di Sara. «Noi daremo il meglio» racconta. «Ci siamo preparate tanto per questa doppia sfida. Per il Lugano e per l’intero movimento femminile significa molto. A chi verrà allo stadio dico: ciò che vedrete è il frutto di passione e lavoro».

«Chi l’avrebbe mai detto?»

La Champions League, chi l’avrebbe mai detto? Il secondo posto dello scorso campionato ha aperto le porte della massima competizione europea per club. Roba da matti, a pensarci bene. È vero, siamo lontani dai lustrini e dal clamore mediatico tipicamente maschili, tuttavia anche questa è Europa. Bella, suadente, accattivante. «Arrivare a giocare a questi livelli era un mio obiettivo» ripete Sara. Il capitano iniziò a dare calci ad un pallone giovanissima, a Tesserete. Voleva emulare suo fratello. Di più, fino a pochi anni fa militava in una squadra di ragazzi. Inutile dire che li metteva in riga tutti quanti. I contrasti non l’hanno mai spaventata. Adora l’agonismo e le sfide. «Il momento del sorteggio, lo ammetto, è stato stupefacente. Non faccio che ripetere fra me e me: giocherò contro il Manchester City».

Contro le inglesi e, allargando il campo, contro i soliti pregiudizi. Sebbene tanto sia stato fatto per il calcio femminile negli ultimi anni – pensiamo ai recenti Mondiali – le ragazze sono ancora costrette a districarsi fra stereotipi e luoghi comuni. La partitissima di Cornaredo potrebbe finalmente veicolare il messaggio giusto: il calcio è (anche) donna. «Credo – ribadisce Tonelli – che in ottica Champions League sia stato fatto molto. Il Lugano e il calcio femminile hanno trovato ampio spazio sui media. Sono soddisfatta in merito. Poi, ovviamente, siamo consapevoli di avere davanti a noi un’occasione unica per creare ulteriore interesse attorno al movimento. Sentiamo il carico e la responsabilità, ecco». C’è il rischio di perdere male, malissimo fa capire l’allenatrice Stefania Maffioli. «Ma loro, le ragazze, hanno un entusiasmo incredibile» dice il coach.

«Quando seguivo mio fratello»

Sara sogna la nazionale maggiore. Del resto, è la massima aspirazione per ogni calciatrice o calciatore. Rappresentare il proprio Paese. «Se a soli 19 anni sono il capitano del Lugano, significa che un domani posso ambire anche a vestire la maglia della Svizzera» afferma convinta. Al pallone, dicevamo, si è avvicinata per spirito di emulazione. «Seguivo mio fratello, tutti i miei amici giocavano a calcio. Con il tempo, ad ogni modo, quella passione è diventata sempre più mia. Una cosa personale. Sicuramente, la Sara bambina mai si sarebbe aspettata di arrivare in Serie A e in Champions League. Col passare degli anni però è cresciuta sempre di più in me la voglia di fare la calciatrice. Fra i miei obiettivi c’era proprio il palcoscenico internazionale».

«Gli ostacoli da superare»

«Ma il calcio è uno sport da uomini» si sente spesso dire. E Sara? Si è mai sentita discriminata? Di ostacoli, spiega, ne ha superati parecchi. «All’inizio percepivo una certa paura fra noi ragazze. Era come se temessimo il giudizio dei maschi. Perché, appunto, per anni si è detto e scritto che il pallone con le donne non c’entra nulla. Forse avevamo soltanto paura di essere prese in giro. I tempi per fortuna sono cambiati. Vedo tante ragazze che cominciano a giocare e lo fanno senza problemi. Mi fa piacere. Il muro di pregiudizi e luoghi comuni – finalmente – sta cadendo».

«Noi daremo tutto»

A proposito di muri, quello del Manchester City sembrerebbe impossibile da abbattere. Ma la nostra Sara Tonelli è una combattente, ricordate? «Daremo tutto» promette. A sostenere il Lugano ci saranno fra le 1.500 e le 2.000 persone. Anche le Teste Matte, storico gruppo ultrà da anni al seguito della prima squadra maschile, dovrebbero essere della partita. Il capitano, prima di scendere in campo, riunirà le compagne in cerchio nello spogliatoio. È un rituale che si ripete da tempo, partita dopo partita. «Urliamo cose un po’ strane in inglese» conclude Sara. In inglese, sì. Nel Lugano militano diverse americane.