Il caso

Scommesse sui siti illegali, indagati 12 calciatori della Serie A italiana

Gli episodi risalgono al 2021-2023 e sono legati alle squalifiche sportive di Tonali e Fagioli – Gli altri, ora, a livello penale dovrebbero cavarsela con una multa ma a livello sportivo rischiano a loro volta una squalifica
©Gabriele Putzu
Red. Online
11.04.2025 11:31

Sono una dozzina i calciatori di Serie A indagati dalla Procura di Milano per un giro di scommesse su siti illegali. Nessuno di loro, scrive il Corriere della Sera, ha «venduto» partite. Alcuni, per intenderci, hanno scommesso su altri sport. Non solo: la motivazione non sarebbe stata l’arricchimento personale ma, piuttosto, la noia derivante dal troppo tempo libero durante i ritiri delle proprie squadre o delle nazionali. I fatti contestati si situano fra il dicembre del 2021 e l’ottobre del 2023 ed erano emersi, a suo tempo, grazie ai telefoni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino al centrocampista del Milan e della nazionale Sandro Tonali (oggi al Newcastle) e al centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli (oggi alla Fiorentina). In mezzo, un fiume di soldi: parliamo, infatti, di un milione e mezzo di euro sequestrati. Cinque, intanto, le richieste di arresti domiciliari. Soldi che i calciatori coinvolti hanno riversato nelle tasche di due gestori di piattaforme illegali di scommesse online. I quali, a loro volta, secondo gli inquirenti si sarebbero fatti aiutare da tre amministratori di una gioielleria che fungeva da banca per regolare, di nascosto, i conti delle scommesse.

Ai calciatori, scrive sempre il Corriere della Sera, prima veniva concesso ampio credito. In seguito, quando il debito diventava oneroso, gli stessi venivano indirizzati in gioielleria. Qui, tramite bonifici, in sostanza fingevano di acquistare Rolex e altri orologi per regolare i conti con gli scommettitori. La merce, puntualmente, rimaneva in negozio mentre i calciatori uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell’acquisto simulato.

Oggi, ribadisce il quotidiano milanese, questa intesa fra gli organizzatori e i titolari della gioielleria si è tradotta nel sequestro di un milione e mezzo di euro disposto dalla GIP Lidia Castellucci sui conti della Elysium Group srl. I pubblici ministeri Roberta Amadeo e Paolo Filippini, per l’ipotesi di reato di riciclaggio, hanno invece chiesto gli arresti domiciliari dei tre amministratori del negozio, mentre per l’accusa di esercizio abusivo delle scommesse (pena da 3 a 6 anni) hanno chiesto gli arresti domiciliari dei due gestori delle piattaforme di gioco online.

Anche i calciatori dovranno affrontare conseguenze penali. Tonali e Fagioli, che a livello sportivo hanno già pagato con una squalifica, risultano indagati per la contravvenzione punita (con l’arresto sino a 3 mesi e una ammenda sino a 500 euro) dal secondo e terzo comma dell’articolo della legge 401 del 1989. Detto in parole povere, sono accusati, in parte, di aver giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker (soprattutto Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com, Texinho.com) e, in parte, per averle pubblicizzate tra altri calciatori anche, ribadisce il Corriere, con l’intermediazione dell’apertura dei conti di gioco e la consegna di soldi per conto di altri scommettitori.

E ancora: una ventina di calciatori è indagata per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi che in quel periodo abbiano partecipato sulle piattaforme illegali a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker.

La contravvenzione, penalmente parlando, non è un problema enorme. Tuttavia, la contestazione può essere più dannosa per i giocatori sul piano disciplinare dato che può (ri)attivare la giustizia sportiva attraverso la richiesta di trasmissione degli atti da parte della Procura della Federcalcio.

E i nomi? Gli inquirenti ritengono che fra i calciatori coinvolti vi siano il centrocampista del Milan Alessandro Florenzi (nazionale nel vittorioso Europeo 2021), l’ex attaccante della Roma Nicolò Zaniolo (oggi Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista statunitense Weston James Earl McKennie, gli ex juventini argentini campioni del mondo, Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale e dell’Atalanta (all’epoca dei fatti all’Inter e al Torino) Raoul Bellanova, il centrocampista della nazionale e del Torino (all’epoca dei fatti all’Empoli) Samuele Ricci, l’attaccante del Padova (all’epoca alla Cremonese) Cristian Buonaiuto, l’attaccante di Lazio e Empoli (oggi al Parma) Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds), il tennista Matteo Gigante, e – infine – una decina di non sportivi.

Gli inquirenti, concludendo, ritengono altresì che le confessioni di Tonali siano state più sincere rispetto a quelle di Fagioli, il quale aveva sempre negato di aver spinto amici e colleghi a entrare nel giro.