Colpi e flop di mercato

Se gli azzardi del calcio svizzero si spingono fino in Australia

Il Grasshopper ha appena deciso di rinforzarsi con il giovane Nestory Irankunda, attaccante dei «Socceroos» – Sempre in Oceania, nell’estate del 2001, venne pescato uno dei giocatori più iconici della Super League: Scott Chipperfield – Al Lugano, un anno prima, andò invece malissimo con Kostas Salapasidis
Scott Chipperfield, classe 1975, ha conquistato sette titoli con la maglia del Basilea. ©KEYSTONE/PETER SCHNEIDER
Massimo Solari
07.01.2025 06:00

La Super League fa segnare i primi colpi di mercato. Profili più o meno conosciuti. Scommesse. Speranze. L’ultimo, in ordine di tempo, ha pure le sembianze di una finestra spalancata sul passato. Invischiato nella lotta salvezza, il Grasshopper ha rinforzato il suo attacco con Nestory Irankunda, 18.enne in prestito dalla seconda squadra del Bayern Monaco. Il suo passaporto? Australiano. Ecco perché la mente corre inevitabilmente a un altro esponente dei Socceroos, fra i calciatori stranieri che più hanno segnato la storia recente del calcio svizzero: Scott Chipperfield.

Forte di 270 apparizioni, «Scotty» è stato e rimane l’australiano più celebre del massimo campionato elvetico. Icona e tuttofare del Basilea che dal 2001 dominò la scena nazionale, togliendosi pure diverse soddisfazioni in Europa. Inserendolo nella collezione dedicata ai personaggi cult della Super League, il collega Paolo Galli lo descrisse così: «Centrocampista dal grande temperamento, di grande corsa, aveva anche un certo fiuto del gol, e poi era un autentico jolly: dove lo mettevi, lui stava. Fuori dal campo era un taciturno, amava stare sulle sue, ma quando c’era da fare festa si infilava nel gruppo. La sua riservatezza ha poi lasciato spazio a una velenosa vena polemica, espressa attraverso i social».

Il poker all’Argentina (e basta)

Chipperfield, dicevamo, venne acquistato dai renani nell’estate del 2001. Come Christian Gimenez, bomber infallibile prelevato dal Lugano. Il Lugano, già. Riavvolgendo il nastro dei ricordi e intrecciandolo con i destini dei giocatori australiani transitati in Svizzera, siamo passati dalla gloria - quella di Chipperfield, appunto - alla polvere: Kostas Salapasidis.

All’alba della stagione 2000-01, quella dell’ultimo titolo sfiorato e perciò attualissima, anche la società bianconera ritenne necessario puntellare il reparto offensivo, offrendo a Roberto Morinini una pedina da alternare a «Jimmy», Julio Hernan Rossi e Joël Magnin. E così, mentre dall’Australia, e con un primo scalo alla Juventus, raggiungeva il vecchio continente pure un certo Ivan Ergic - altro fenomeno esploso al St. Jakob Park al fianco di Scotty -, a Cornaredo firmava un 22.enne attaccante di origine greca, ma nato a Darwin, capoluogo del Territorio del Nord.

Tre anni prima, in occasione dei Mondiali U20, il giocatore si era preso la scena siglando addirittura un poker decisivo contro l’Argentina di Samuel, Scaloni, Cambiasso, Aimar e Riquelme, poi trionfatori. Une trompe l’oeil. Giunto in prestito dal Santiago de Compostela (seconda divisione spagnola) e per breve tempo compagno proprio di Chipperfield ai Wollongong Wolves, nel nostro campionato Salapasidis si sarebbe infatti rivelato un flop clamoroso. In sintesi (e Irankunda permettendo), l’australiano meno incisivo di sempre.

Parafrasando Morinini

Morinini, non a caso, gli concesse la bellezza di 47 minuti, spalmati su tre match. «C’è un caso Salapasidis?» venne chiesto al compianto ex allenatore bianconero. Ferma, al solito, la risposta: «C’è un caso Lugano che sta andando bene ed è un caso gradevole. Se Salapasidis ha giocato poco interessa poco alla gente. Ha delle grandissime qualità, un potenziale enorme, ma il nostro gioco è basato sull’agonismo e lui fa fatica ad adattarvisi». Lasciamo a voi la parafrasi. Salapasidis disputò l’ultimo spezzone di partita a fine settembre. Poi, non venne nemmeno più convocato, e di lui, a Natale, non c’era già più traccia.

Laureatosi campione d’inverno, il Lugano si rituffò quindi sul mercato. Nella rincorsa al titolo serviva un attaccante in grado di fornire determinate garanzie e al contempo aumentare la concorrenza interna. Un po’ come oggi, esatto. A questo giro, da oltreoceano, è arrivato un altro ventenne con sangue greco: Georgios Koutsias. All’epoca, invece, si consumò uno dei trasferimenti più controversi nella storia del club. Dal Brescia - in prestito - arrivò Kubilay Türkyilmaz. Lo spogliatoio s’incrinò e, nonostante un girone per il titolo in crescita, la vittoria del campionato sfumò sul più bello. A fare festa fu il Grasshopper, nobile decaduta che, ora, si aggrappa al mercato di riparazione e a un attaccante australiano per provare a restare a galla.