Calcio

Se Messi rimane senza playoff ma ha la benedizione di Infantino

L’Inter Miami è stato clamorosamente estromesso nei quarti di finale in MLS - Franchigia e Pulce possono però consolarsi: la porta del Mondiale per club era stata aperta dalla FIFA in tempo (sospetto)
©Reuters/Sam Navarro
Massimo Solari
13.11.2024 06:00

Segnatevi la data sul calendario. Il 5 dicembre, a Miami, si terrà il sorteggio del primo Mondiale per club a 32 squadre. Per ora accontentatevi di questo. Poco o altro, in effetti, si sa della nuova creatura FIFA. Della nuova scommessa di Gianni Infantino. In realtà, all’appello manca solo una partecipante (vedi il box a lato). E per bocca del presidentissimo si conosce pure la sede del match inaugurale. Sempre Miami. L’annuncio è arrivato il 20 ottobre scorso, all’Hard Rock Stadium, al termine del match vinto dai padroni di casa contro New England Revolution. Un inequivocabile 6-2. Chi sono i padroni di casa? L’Inter Miami - sempre lui - di Lionel Messi. «Avete dimostrato sul campo che negli Stati Uniti siete costantemente il miglior club. Perciò sono orgoglioso di annunciare che parteciperete meritatamente alla nuova Coppa del mondo per club 2025». Infantino ha benedetto così il Supporters’ Shield conquistato dalla franchigia della Florida e assegnato alla squadra in grado di totalizzare il maggior numero di punti tra Eastern e Western Conference. L’Inter Miami ha raggiunto addirittura quota 74, stabilendo il nuovo record al termine di una stagione regolare di MLS e chiudendo ovviamente al primo posto in classifica.

Un criterio parziale

C’è un piccolo problema. Sino a quel momento, nessuno era a conoscenza che la casella riservata a un club del Paese ospitante fosse legata alla vittoria del Supporters’ Shield. Questo criterio di qualificazione, si è venuto a sapere in seguito, è stato formalizzato in una riunione del Consiglio della FIFA andata in scena il 3 ottobre. Ebbene, proprio il giorno prima Messi e compagni avevano ottenuto la matematica certezza di chiudere davanti a tutti la regular season. Sospetto? Sì, no, forse.

Non è tutto. Per quanto onorato con il primato storico di punti, il Supporters’ Shield è pur sempre un trofeo parziale. L’Inter Miami ha indubbiamente dimostrato di essere la più forte formazione della Eastern Conference, ma nelle sei sfide disputate contro le squadre del versante opposto sono arrivati tre successi e tre pareggi. Il peggio, comunque, doveva ancora venire. L’annuncio in pompa magna di Infantino, dicevamo, data 20 ottobre. Peccato che domenica scorsa, 10 novembre, l’Inter Miami sia stato clamorosamente eliminato al primo turno dei playoff. Nella decisiva gara-3 dei quarti di finale, e nonostante la rete di Messi, a imporsi è stato l’Atlanta United, e cioè la squadra peggio piazzata tra le otto promosse a Est. L’esclusione della franchigia presieduta da David Beckham, va da sé, mette in imbarazzo la FIFA. O meglio, dovrebbe farlo. Sì, perché quella che viene definita «la più grande, inclusiva e meritocratica competizione mondiale per club della storia» accoglierà una compagine fatta fuori anzitempo dai giochi che contano e non, banalmente, chi si aggiudicherà i playoff, mettendo le mani sulla MLS Cup.

Eccezioni, business e necessità

Una precisazione, a questo punto, va fatta. Ma non per forza la stessa alleggerirà le posizioni di FIFA e Miami. La vittoria del campionato nazionale non assicurava alcuno dei 32 posti previsti dal Mondiale per club. In nessuna area geografica. Ma se le altre 30 squadre si sono guadagnate un biglietto attraverso le competizioni internazionali (UEFA Champions League, AFC Champions League, CAF Champions League, CONCAF Champions League, CONMEBOL Libertadores) o il ranking su più anni del continente (in Oceania), Messi e compagni sono stati i soli a ottenere un lasciapassare grazie ai risultati in patria. E, val la pena ripeterlo, parliamo di stagione regolare.

E quindi? La FIFA ha proceduto ha una promozione di convenienza? Beh, difficile dimostrare il contrario. Ma sia chiaro: soppesati la visione e gli intenti dell’organizzatore, non è mica una tragedia. Il Mondiale per club, più che al merito, risponde alle logiche dello spettacolo e del business. E, in questo senso, l’Inter Miami di Messi ha molto più da offrire rispetto al Salisburgo. Insomma, Infantino voleva a tutti i costi la Pulce. Ne aveva addirittura bisogno, tenuto conto che la competizione sembra navigare a vista in termini di sponsor e diritti tv, il cui bando ha prodotto offerte ritenute insufficienti. Di più: sul torneo continua ad aleggiare come una minaccia il possibile sciopero dei top player, logorati da fatiche e calendari sempre più fitti. Il regolamento appena affinato dalla FIFA impone ai club di schierare la migliore formazione. All’Inter Miami dovrebbe bastare il Diez. Bastava chiarirlo in tempi meno sospetti.

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