Calcio

Si licenzia con più pazienza

Dopo otto giornate Ricardo Dionisio dello Stade Losanna è stato il primo allenatore dei massimi campionati svizzeri a doversene andare - L’agente Lamberti: «Ci sono pochi mezzi: prima di scaricare ci si pensa due volte»
Ricardo Dionisio, ormai ex-allenatore dello Stade Losanna, è stato il primo allenatore licenziato dei due massimi campionati svizzeri. © Keystone/Laurent Gillieron
Giacomo Notari
26.09.2024 21:30

Sei punti in otto partite sono troppo pochi. A maggior ragione quando si è già reduci da una retrocessione. Lo Stade Losanna, dopo la sconfitta rimediata contro il Bellinzona martedì sera, ha deciso di separarsi dal suo allenatore Ricardo Dionisio. Il 41enne portoghese è il primo dei ventidue tecnici tra Super e Challenge League ad essere allontanato. Una tendenza, quella di esonerare gli allenatori ad inizio stagione, sempre presente, ma, numeri alla mano, meno accentuata rispetto al passato e agli altri paesi.

È record

Dando un’occhiata a quanto capitato dall’inizio del decennio, assistere ad un primo licenziamento dopo otto giornate è già un piccolo successo. Guardando al campionato cadetto, il passaggio di Sandro Chieffo all’ombra dei castelli era ad esempio durato soltanto sei partite di campionato un anno fa. Il discorso è identico per David Sesa, licenziato dall’ACB dopo cinque turni all’inizio della stagione 2022-2023. Non solo i granata hanno però avuto tendenza ad allontanare in fretta i propri tecnici nelle ultime stagioni. La storia tra Andrea Binotto ed il Neuchâtel Xamax si era infatti chiusa dopo sei partite e zero punti nell’autunno del 2022. Per Jean-Michel Aeby (2021-2022) e Marc Schneider (2020-2021) le avventure sulle panchine rispettive di Yverdon e Thun erano invece durate soltanto tre partite. Assistere ad un primo licenziamento praticamente a fine settembre sembra insomma quasi un lusso. «In Challenge League le squadre hanno meno mezzi che negli ultimi anni, anche perché i club non percepiscono molti soldi dai diritti TV e perché gli stadi faticano a riempirsi, - spiega Dino Lamberti, proprietario dell’agenzia di procuratori Fairplay Agency, che si occupa tra l’altro di Marcel Koller, Urs Fischer e dell’attuale allenatore dello Sciaffusa Ciriaco Sforza -. Quando gestisci un club e sai che licenziando il tuo allenatore ti toccherà pagare due stipendi, ci pensi due volte». Il discorso vale anche per la Super League, dove all’alba dell’ottava giornata di campionato nessun allenatore è stato allontanato. Occhio però, perché durante le due ultime stagioni le prime panchine erano saltate proprio dopo l’ottava di campionato (Schultz con il Basilea un anno fa, Foda con lo Zurigo due anni fa). Un primato comunque non scontato considerando gli allontanamenti dopo cinque giornate di Abel Braga dal Lugano nel 2021, e di Ludovic Magnin dallo Zurigo dopo 3 giornate nel 2020.

All’estero c’è più impazienza

A dare maggior rilievo a questo primato sono anche gli esempi provenienti da oltre confine. A Daniele De Rossi, ad esempio, non sono state concesse più di quattro chance per iniziare la stagione con il piede giusto a Roma. Dopo il pareggio in casa del Genoa, e nonostante i passi avanti importanti compiuti dal suo arrivo ad inizio anno, la proprietà americana dell’AS Roma non gli ha lasciato scampo, suscitando l’ira dei tifosi. Lo scarico prematuro dell’ex-capitano della Roma non è tuttavia per niente un caso isolato se si guarda ai grandi campionati europei. L’attuale allenatore del San Gallo Enrico Maassen era ad esempio stato cacciato dall’Augsburg dopo sette partite la stagione scorsa. Un anno prima, Domenico Tedesco del Lipsia aveva dovuto fare le valigie dopo soltanto cinque partite. Stesso discorso per Quique Setién nel Villarreal, esonerato dopo tre sconfitte in quattro partite lo scorso anno, e Laurent Blanc con il Lione ad inizio stagione 2023-2024. «Resistere come allenatore negli altri paesi è ancora più difficile», - conferma l’agente Dino Lamberti -. «In questo senso, avere uno staff di fiducia che ti tiene aggiornato di quello che succede anche al di fuori dallo spogliatoio è essenziale. È però anche essenziale sottolineare che, a fare la differenza, è soprattutto quello che succede dentro alla società. È difficile generalizzare, e la situazione di ogni club merita di essere studiata con attenzione».

Occhio ai prossimi

Nonostante quest’ultimo appunto da parte del CEO di Fair Play Agency, la sensazione è che in Svizzera gli allenatori beneficiano ultimamente di un po’ più di pazienza da parte delle proprietà, quando si attraversano momenti difficili dal punto di vista dei risultati. Quest’ultima ha però i suoi limiti. E anche se la pressione da parte delle tifoserie e dei media è ad anni luei da quella percepibile in paesi come quelli dei grandi campionati europei, tutti ad un certo punto iniziano a rischiare. Dando un’occhiata all’attuale classifica di Super League, l’ultimo posto occupato dal Winterthur, messo in parallelo con la striscia di risultati negativi attraversata dall’allenatore Zaric dopo l’esordio riuscito contro il San Gallo, mette in allerta. Lo stesso discorso vale per Alessandro Mangiarratti ed il suo Yverdon, in difficoltà con soli cinque punti in sette partite. In apparenza meno urgenti invece i casi di Marco Schällibaum, che ha rinnovato quest’estate con il GC, e di Rahmen, il quale approdo ai gironi di Champions ha dato maggior credito. In Challenge League ci si attendeva invece un avvio ben migliore da parte dell’Aarau di Brunello Iacopetta - 8 punti in 8 partite -, così come del Vaduz di Marc Schneider - idem - dopo un mercato estivo ambizioso. Le panchine hanno insomma scottato un po’ meno del solito ad inizio stagione, ma per non fare la fine di Ricardo Dionisio bisognerà cambiare marcia.