Calcio

Stefano Guidotti e quella telefonata ai genitori

Il mediano del Chiasso, convocato per la prima volta con la Svizzera U21, si racconta
Stefano Guidotti. (Foto Reguzzi)
Giona Carcano
22.03.2019 06:00

Stefano Guidotti sta respirando l’aria del calcio che conta. Alloggiato al Radisson Blu di Lucerna (il suo compagno di camera è il portiere Philipp Köhn ), il ticinese si appresta a entrare nel giro. Quale? Beh, quello della Svizzera U21. L’anticamera, si spera, di qualcosa di più grande ancora. Ci sarà tempo e modo per arrivarci, a quel qualcosa in più. Chissà. Intanto, è giusto godersi ogni momento. La selezione di Mauro Lustrinelli si sta preparando a Kriens per due amichevoli di prestigio. La prima questa sera contro i pari età della Croazia (19.00), la seconda lunedì contro l’Italia. «Sono felice, sì» dice Stefano Guitotti, una delle colonne del Chiasso da dove è giunto – in prestito – da Lugano. «Riuscire a far parte di questa nazionale era uno dei miei obiettivi. A livello personale si tratta di uno scalino importante». È anche grazie al Chiasso e ai tanti minuti a disposizione ogni fine settimana in Challenge League se Guidotti può dirsi «arrivato». «Con i rossoblù godo di tanto campo, è vero» prosegue il mediano. «Quando Mauro Lustrinelli mi ha chiamato per dirmi che sarei stato fra i selezionati, comunque, non me l’aspettavo. In quel momento ero concentratissimo sulla stagione al Riva IV, sulla salvezza da ottenere il più presto possibile. Dunque, alla Svizzera U21, non ci pensavo. Eppure la chiamata è arrivata lo stesso. Mi hanno seguito e notato, un bellissimo attestato di stima nei miei confronti».

A Lucerna, Guidotti ha trovato un gruppo in gran parte rivoluzionato rispetto al passato. Ma essendo alla sua prima convocazione, il centrocampista non ci ha badato più di tanto. «In questi giorni ho potuto conoscere il gruppo» le sue parole. «Alcuni ragazzi li avevo già frequentati nelle varie nazionali giovanili, altri invece non li avevo mai visti. Nello spogliatoio si parlano tante lingue, dalla mia ho l’italiano e il francese mentre il tedesco lo capisco, lo sto imparando. In generale sono stato accolto molto bene ma adesso tocca a me». Tradotto, bisogna conquistarsi un posto in squadra. «All’inizio non è stato facilissimo» racconta Stefano con un sorriso. «Il punto è che devi logicamente rimetterti in gioco, perché sei l’ultimo arrivato. Dunque anche durante gli allenamenti devi cercare di distinguerti, non puoi permetterti distrazioni. Ecco, c’è forse più emozione durante le sedute rispetto al lavoro di tutti i giorni con Andrea Manzo. Io sono un tipo che non si tira mai indietro, che dà sempre il cento percento. Ma è logico avvertire sensazioni diverse alla prima convocazione. L’importante è tradurre questa tensione in energia positiva».

Emozioni, sensazioni, novità. «Quando ho saputo della chiamata, ho subito telefonato ai miei genitori» ricorda Stefano Guidotti. «Ho voluto renderli partecipi della notizia perché loro hanno fatto molti sacrifici per me, fin da quando ero bambino». Purtroppo, il ticinese è arrivato in nazionale con un piccolo problema a una caviglia. «In questi giorni non ho potuto allenarmi assieme al gruppo, probabilmente dovrò saltare la partita di questa sera contro la Croazia» dice. «Poco male, significa che farò di tutto per giocare quella di lunedì contro l’Italia. Sono arrivato fino all’U21, adesso voglio cercare di rimanerci il più a lungo possibile».