Svizzera: bene l'attitudine, ma dov'era il rigore tattico?
Due partite e zero punti. Sei reti subiti a fronte di un solo gol fatto. La fase iniziale di questa Nations League è un piccolo calvario, per la Svizzera. Dopo la sconfitta in Danimarca è arrivata anche quella contro la Spagna. Preventivabile, per amore del cielo, ma per il modo in cui è maturata la nazionale rossocrociata può recitare il mea culpa. Certo, le assenze degli squalificati Xhaka e Elvedi si sono rivelate pesante e dopo il risaldamento Yakin ha dovuto rinunciare anche a Widmer, rimpiazzato da Omeragic. Ma le assenze non spiegano quasi mai tutto. Così come non spiega tutto la forza dei campioni d’Europa in carica.
Doccia fredda e reazione
Sarebbe scorretto e ingiusto affermare che la Svizzera non abbia iniziato la gara con la giusta attitudine. Eppure dopo meno di un quarto d’ora era già sotto di due reti. Una montagna che, alla fine, si è rivelata troppo difficile da scalare. Quindici minuti all’insegna di una grande ingenuità da parte degli elvetici. Lamine Yamal prima - chi si è bevuto Freuler sulla fascia - e Nico Williams poco dopo in contropiede hanno sfruttato i troppi spazi concessi dalla Svizzera per lanciare in orbita la Spagna.
Capitan Akanji e compagni non hanno però mollato e dopo aver superato il momento difficile hanno iniziato a mettere sotto pressione la difesa spagnola. E al 21’ ecco l’episodio che poteva davvero cambiare l’inerzia dell’incontro: l’arbitro bosniaco Irfan Peljto ha mandato sotto la doccia Le Normand per un fallo da ultimo uomo su Breel Embolo e la Svizzera si è così trovata nella situazione di poter giocare con un uomo in più per più di settanta minuti.
L’espulsione e la speranza
Tra l’espulsione del centrale spagnolo e la fine del primo tempo si è allora vista un’ottima Svizzera, che è riuscita a portare in campo il coraggio e l’intensità richiesti alla vigilia da Yakin. Una Svizzera generosa e brava a sfruttare gli spazi concesso da una Spagna in chiara difficoltà. E poco prima dell pausa gli sforzi dei rossocrociati sono stati premiati da Amdouni, il più lesto ad avventarsi su un pallone deviato di testa da Embolo. Un gol che avrebbe dovuto lanciare nel modo migliore la ripresa degli elvetici.
Attacchi confusi
Ed invece i rossocrociati nel secondo tempo si sono velocemente spenti. La Spagna nello spogliatoio ha avuto il tempo di riordinare le idee e di ripiazzarsi tatticamene. Yakin, invece, non è stato in grado di trovare le giuste contromisure e ha osservato impotente una Svizzera che solo raramente è riuscita ancora a rendersi pericolosa.
Peggio. Nel tentativo piuttosto disordinato di tornare definitivamente in partita, i rossocrociati hanno finito per sbilanciarsi e una squadra scafata come la Spagna ne ha subito approfittato per andare a realizzare in contropiede altre due reti. Il rigore tattico - a livello difensivo - che aveva contraddistinto l’Europeo della Svizzera è insomma stato smarrito. E no, non bastano le assenze per spiegare questa involuzione, tanto repentina quanto inattesa.