Calcio

Svizzera: la Georgia (e l’Europeo) in mente

La nazionale di Vladimir Petkovic è oramai vicinissima alla qualificazione diretta ad Euro 2020 – Eppure, i problemi non mancano: dai giocatori poco impiegati a livello di club ai tanti, troppi infortuni
L’allenatore della Svizzera Vladimir Petkovic. ©Keystone/Ennio Leanza
Marcello Pelizzari
15.11.2019 06:00

Chissà se Vladimir Petkovic conosce (e canta) «Georgia On My Mind», brano scritto nel 1930 ma reso famoso da sua maestà Ray Charles trent’anni dopo. Di sicuro, il tecnico conosce la Georgia calcistica e sa come cantarle ai ragazzi di Weiss. La sua Svizzera ormai è vicina all’obiettivo minimo: la qualificazione diretta a Euro 2020. Di più, così vicina che il biglietto potrebbe materializzarsi già stasera a San Gallo. Improbabile, ma possibile. Una vittoria dei nostri, una sconfitta dei danesi in casa contro Gibilterra e l’Europeo arriverebbe in anticipo.

«Quel biglietto lo vogliamo, è ovvio» dice a tal proposito Manuel Akanji. In assenza di Schär, infortunato al pari di Shaqiri, Embolo e Freuler, il compito di guidare la difesa spetterà a lui. Pazienza se al Dortmund ne ha combinate di ogni, in particolare contro il Bayern in Bundesliga e contro l’Inter in Champions. «Con il Borussia abbiamo avuto delle fasi turbolente, ma sarebbe bene ricordare venivamo da tre vittorie consecutive prima del 4-0 di Monaco. Le critiche? Io sto bene, so quanto valgo e non mi serve la Nazionale per ritrovare il sorriso. Detto ciò, è sempre bello riabbracciare la Svizzera. L’obiettivo, direi, è chiarissimo: vincere contro la Georgia e poi a Gibilterra. Non ci interessano i calcoli».

I calcoli, quelli giusti

I calcoli, invero, interessano. Quantomeno, quelli legati al classificone finale di queste eliminatorie. L’UEFA, infatti, lo userà per comporre le fasce del sorteggio di Euro 2020. In altri termini, la Svizzera per evitare un gironaccio a giugno dovrà blindare perlomeno la seconda fascia. Ovvero, dovrà chiudere fra le prime dodici nazionali delle qualificazioni. Missione alla portata di Xhaka e compagni, al di là dei tanti (troppi) passi falsi che hanno caratterizzato il 2019.

Il problema dei minuti

Se la qualificazione non è (o non sembra) in discussione, il discorso cambia se spostiamo l’orizzonte al 2020 e, appunto, agli Europei. Ne abbiamo già parlato. Anche parecchio. Ma la situazione, fra infortunati ed elementi poco utilizzati nei rispettivi club, è tutto fuorché rosea. «Per fortuna io ci sono» dice, a mo’ di battuta, «Vlado». Ma il commissario tecnico, il giorno delle convocazioni per questo doppio impegno con Georgia e Gibilterra, era stato più duro: «Da qui a giugno le cose dovranno cambiare». In altri termini, chi sta giocando poco è meglio che cambi aria e squadra. Pena, il rischio di vedere l’Euro itinerante in TV. Non sul campo.

L’Associazione svizzera di football, questa settimana, è stata brava a tenere lontano dai riflettori sia Granit Xhaka sia Ricardo Rodriguez. Uno in rotta con l’Arsenal, l’altro in piena depressione sportiva con il Milan (l’ultima partita di «Rici» risale a fine settembre). Entrambi, lunedì, sono stati invitati a parlare solamente del Mondiale Under 17 vinto dieci anni fa. Nessun accenno al presente e ai guai vissuti fra Inghilterra e Italia. Il bavaglio, va da sé, non è mai bello per chi sta dall’altra parte (i media). Ma una Federazione può usarlo per evitare emorragie, fughe di notizie, distrazioni e chi più ne ha più ne metta. Certo, è una soluzione temporanea e, come detto, l’impressione è che Petkovic da qui a giugno dovrà fare salti mortali per mettere insieme la Svizzera versione Euro 2020. E questo perché tanti, troppi elementi sono problematici a livello di minutaggio o, per dirla con un termine tanto caro a Ottmar Hitzfeld, «spielpraxis». I vari Ajeti, Lang, Mbabu, Steffen e Mvogo non sono titolari nei club di appartenenza. Senza contare gli infortunati e quei casi «a parte» come Shaqiri.

I georgiani e i playoff

«Georgia On My Mind». Già, la Georgia. Ce l’eravamo quasi scordata. È un avversario dal passato glorioso (con quella moscovita e quella ucraina era una delle tre scuole calcistiche dell’URSS) ma dal presente in divenire, nel senso che Weiss ha avviato un nuovo corso. I nostri prossimi avversari non hanno più nulla da chiedere a questo girone. Diciamo, però, che l’hanno vissuto in ottica playoff. Una lunghissima fase di preparazione agli spareggi del prossimo marzo, ai quali la Georgia parteciperà grazie al successo ottenuto in Nations League.