Valenzuela è il migliore in campo, Saipi e Mahou sfiorano il patatrac

Rischia di rovinare tutto facendosi sorprendere dal 2-2 di Barry, sul quale reagisce nettamente in ritardo. Poi si riscatta quando più conta, murando Schmid dagli undici metri.

Il «Crus» sperava di non registrare altri infortuni nel primo tempo. Mai stringe i denti fino alla pausa, ma la dura entrata di Sigua lo toglie comunque dai giochi al termine di 45’ imperiali.

Pure lui, come Saipi, è colpevole sullo stacco di Barry, che lo sovrasta in occasione della rete che vale il pareggio. Una macchia su una prova altrimenti ruvida e positiva.

Sul primo gol renano avrebbe potuto chiudere con più convinzione, ma nel complesso offre un’altra ottima prestazione.

Schierato da quinto di destra passa la partita a smazzarsi, con profitto, tra la fase difensiva e quella offensiva. E per poco non sorprende clamorosamente Hitz al 102’.

Difensivamente è impeccabile ed è sempre nel vivo dell’azione. Mezzo punto in meno per qualche appoggio sbagliato di troppo.

Ha 35 anni, ma lui non lo sa e trascorre 120’ tamponando ogni singola falla nel cuore del campo. Glaciale, poi, dal dischetto.

Prova esemplare del tunisino, che è ovunque e dispensa chiusure e spunti in quantità industriali. La sua crescita è impressionante, sta pian piano diventando imprescindibile.

È semplicemente il migliore in campo. L’assist per l’1-0 vale da solo il prezzo del biglietto, ma è impressionante per mole di gioco e qualità nell’impostazione. Ah, e dal dischetto non fallisce il primo, pesante rigore.

Alla seconda di fila da titolare si sacrifica in un enorme lavoro di raccordo tra le linee, tra Celar e il centrocampo. Finché ne ha, non si contano i suoi raddoppi in copertura.

Ci mette un quarto d’ora a ipotecare - o così pareva - l’accesso alle semifinali con una doppietta da bomber di razza. Poi fa reparto da solo difendendo ogni palla che gli vaga attorno.

Entra al posto di Mai dopo la pausa e si disimpegna bene, senza grandi sbavature.

Sbaglia ogni singolo pallone che tocca, compreso quello che dà il via all’azione dell’1-2 di Barry, che rilancia il Basilea. Non fallisce però dal dischetto, quando più conta.

Pure lui si rivela decisivo in occasione dei rigori, confermandosi freddo e letale.

Recuperato all’ultimo, fa rialzare la testa ai suoi offrendo degli impulsi interessanti.

Due blackout individuali non rovinano una prova impostata in maniera eccellente dal punto di vista tecnico e tattico. E con lui al timone il Lugano centra la terza, storica semifinale consecutiva.