Verso la Coppa a stomaco vuoto: «Ma non siamo preoccupati»
Due vittorie in dieci partite e, ora, il secondo posto più distante del settimo. A fronte di questo trend, e di questi risultati, qualche trillo - almeno in lontananza - dovrebbe iniziare a essere percepito. Di tempo per fermarsi ad ascoltare, per fortuna, proprio non ce n’è. Anzi, la semifinale di Coppa Svizzera che si staglia all’orizzonte è sia carezza, sia pungolo, buoni per dimenticare in fretta l’ennesima prestazione incompiuta. Non infelice, quello no. Ma incompiuta. Il Lugano lascia il Letzigrund addirittura a stomaco vuoto, battuto e avvicinato in classifica dal Grasshopper. Il Servette, subitaneo avversario allo Stade de Genève, invece scava un piccolo solco dietro di sé, consolidando animo e seconda piazza grazie al successo contro la capolista Young Boys. Insomma, non le migliori premesse per i bianconeri. Mattia Croci-Torti, tuttavia, rimane positivo. «Non sono preoccupato, in Coppa sarà un’altra partita» promette l’allenatore ticinese, prima di spiegare la battuta d’arresto di Zurigo. «Anche se, in realtà, non mi capacito pienamente del risultato». Non ha tutti i torti.
Illusione Celar
Per lunghi tratti, in effetti, il Lugano è parso avere in pugno le cavallette. Celar ha persino illuso, creando i presupposti per il successo. Quando serviva il colpo del kappaò, però, è andata in scena la rimonta dei padroni di casa. Due bellissime reti, va sottolineato, per le quali distribuire i meriti e non le colpe è esercizio più onesto. E dunque, tutto bene? «No, ma non meritavamo di perdere» tiene a sottolineare Croci-Torti. Per poi scavare a fondo nell’incontro: «Purtroppo, non siamo stati efficienti e concreti. Non abbastanza, o quanto il GC, il cui cinismo è al contrario stato premiato». Di occasioni e frangenti per trovare la seconda rete, i bianconeri ne hanno conosciuti diversi. Basti pensare al doppio tentativo diCelar murato da un ottimo Moreira e al clamoroso palo centrato da Aliseda nel finale, quando il 2-2 avrebbe sintetizzato correttamente la storia del match. Il Crus, non a caso, insiste: «Dispiace, perché nonostante i diversi infortuni, il Ramadan per molti giocatori e il primo caldo, abbiamo fatto la gara. E pure tante buone cose. Ripeto: solo negli ultimi 20 metri non siamo stati all’altezza».
Morandi, fattore oppure no?
Nella ripresa, la qualità delle giocate del Grasshopper ha invece fatto la differenza lì dove serviva. E in tal senso va riconosciuta l’importanza di Giotto Morandi, gettato nella mischia proprio dopo la pausa e all’origine del raddoppio firmato da Pusic, altra mossa in corsa di mister Contini. «Morandi? Non è stato lui a metterci in difficoltà. Almeno, non ricordo circostanze tali»replica però Croci-Torti. Ousmane Doumbia la pensa un po’ diversamente: «Abbiamo cominciato bene, gestendo con profitto la palla, controllando le operazioni. Al rientro dagli spogliatoi il GC ha però cambiato marcia sul piano offensivo, sfruttando i neoentrati. Sì, il coaching avversario ha dato i suoi frutti».
E a proposito di strategie. Per la sfida del Letzigrund, il Lugano ha vestito un abito nuovo. Un 4-2-3-1 o 4-3-3, con il citato Doumbia al centro della difesa, Macek riproposto in mediana e Bislimi a fungere da collante con il reparto offensivo. «Il mio ruolo? Cerco di essere professionale, sempre» sottolinea Doumbia, migliore in campo. «A fronte dei numerosi infortuni, mi sono messo volentieri a disposizione per dare una mano alla squadra in retrovia. Il Ramadan? Gestirlo, da atleta di alto livello, non è semplice, soprattutto nelle prime settimane. Detto questo, oramai è diventata un’abitudine. L’esperienza è dalla mia. E in vista di mercoledì sera, con la possibilità di mangiare prima del match, andrà anche meglio». Appunto, la semifinale di Coppa. Il Servette si presenta a tavola forte di una vittoria di prestigio. Il Lugano a bocca asciutta. «Ma non sarà una sconfitta, questa sconfitta, a intaccare lo spessore della squadra» osserva l’ex Zurigo. «Restiamo positivi, consapevoli di essere una formazione da parte alta della classifica da diversi mesi. Il match con il GC, insomma, va scordato in fretta».
Non solo: rispetto all’undici schierato oggi, contro il Servette dovrebbe rivedersi Aliseda dal primo minuto e pure Hajdari. «L’importante, a questo giro, era non perdere ulteriori pedine» conferma Croci-Torti. «Per questo motivo ho parzialmente risparmiato Ignacio, mentre Hajdari sarà l’unico che - nel ritiro di Nyon - si allenerà al 100% per ritrovare le migliori sensazioni. Il resto della squadra cercherà di recuperare più energie possibili». Alla magia della Coppa, dunque, il compito di cancellare i cattivi pensieri e far tornare a pulsare il vecchio, cuore bianconero.