Vittoria, record e primato in una domenica da sogno
Tre punti, l’aggancio in vetta - al pari dello Zurigo - e il record di vittorie di Mattia-Croci. Un bel quadretto, insomma. La domenica bianconera - è proprio il caso di dirlo - è stata da incorniciare. E dire che l’inizio di partita contro l’Yverdon - per usare un eufemismo - non era stato particolarmente spumeggiante. La prima mezz’ora di gioco, infatti, è stata a dir poco soporifera e contraddistinta da un canovaccio tattico ben chiaro: con i padroni di casa incapaci di trovare delle contromisure alla muraglia eretta da Mangiarratti davanti al proprio portiere Bernardoni. Si sapeva, d’altra parte, che i vodesi avrebbero interpretato la gara in questo modo. Serviva una scossa, dunque, un colpetto per far saltare il tappo e far sgorgare champagne. Ci ha pensato, allora, Vladi, che grazie al suo colpo di tacco ha lanciato in rete Steffen. Una volta sbloccatasi la contesa, gli ospiti si sono dovuti scoprire e il Lugano ha potuto esprimere il meglio del proprio repertorio.
Ancora lui, sempre lui
Tra i grandi protagonisti del match, tanto per cambiare, c’è stato ancora Renato Steffen. Il 33.enne, come detto, ha siglato di fatto il gol decisivo e successivamente, non sazio, ha dato il là alla poderosa sgroppata di Zanotti che ha consentito ad Aliseda di timbrare nuovamente il cartellino. Solo per un pizzico di imprecisione sotto porta - in particolare da parte di un comunque ottimo Belhadj - non ha poi ottenuto un assist che si sarebbe meritato. «Sì - ha confermato Steffen al termine del match - avremmo forse dovuto realizzare una o due reti in più, ma ciò che contava era conquistare la vittoria. Dunque, missione compiuta. Dopo l’ultimo scontro diretto con i vodesi - e la controprestazione che ci era costata la sconfitta a Yverdon - volevamo assolutamente imporci. Sapevamo, però, che loro si sarebbero chiusi e che avremmo dovuto mantenere la calma. Così, in effetti, è stato. Inizialmente, ci sono mancate un po’ le idee in fase offensiva e una certa brillantezza mentale quando ci muovevamo tra le linee. Tuttavia, noi abbiamo avuto il merito di restare costantemente concentrati, onde evitare sbavature che sarebbero potute essere fatali. Alla fine, quindi, si tratta di una vittoria importante e meritata».
Grande soddisfazione
A fargli eco, poco dopo in conferenza stampa, è stato il tecnico bianconero Mattia Croci-Torti, che non ha negato la propria soddisfazione. I vodesi, come avevano già avuto modo di dimostrare, rappresentavano un’insidia non indifferente. «Sono molto contento della prestazione della mia squadra, giocare contro compagini così organizzate e guardinghe non è mai facile. Siamo stati bravi a non commettere errori e a non concedere loro alcun contropiede. È la nostra terza affermazione consecutiva a Cornaredo e penso sia molto importante avere un tale ruolino di marcia tra le mura amiche».
Tutto questo, poi, malgrado le fatiche, innegabili, alle quali i bianconeri sono confrontati visti i numerosi e ravvicinati impegni. «È un aspetto che mi soddisfa in maniera particolare, poiché quest’anno stiamo davvero raccogliendo tanti punti dopo i turni infrasettimanali. È un qualcosa che - soprattutto guardando al nostro futuro, quando saremo meno sollecitati - fa davvero ben sperare. Inoltre, se paragono la nostra situazione a quella di dodici mesi or sono, ricordo che in questo periodo eravamo con l’acqua alla gola. Eravamo ottavi in classifica e si parlava non solo di una squadra in difficoltà, ma anche della mia posizione su questa panchina. Adesso, lo scenario è ben diverso. Siamo primi in campionato e a punteggio pieno in Conference League, quindi c’è grande soddisfazione».
Uno storico traguardo
Quella contro l’Yverdon, tra l’altro, è stata la vittoria numero 77 per il Crus sulla panchina del Lugano. Un numero impressionante sì, ma anche significativo, perché nessun allenatore nella storia bianconera aveva saputo fare altrettanto. «È davvero speciale, soprattutto considerando che ho superato qualcuno (Roberto Morinini, ndr.) che io ho sempre considerato un esempio. Ho avuto la fortuna di essere allenato da lui e ricordo la sua autorevolezza. Anziché celebrare questo storico traguardo, mi viene da ringraziare tante persone che hanno reso possibile tutto ciò: i giocatori, i membri dello staff e coloro che risiedono nella dirigenza».