Taca la bala

XS, il leader inaspettato

I numeri che Shaqiri sta facendo registrare a Basilea pongono seri interrogativi sulla sua assenza in Nazionale
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
18.04.2025 06:00

Che Xherdan Shaqiri sia il trascinatore del Basilea lo dicono i numeri: 13 reti segnate, 14 assist, associati ad una presenza sul campo che non passa mai inosservata e probabilmente influenza in maniera positiva anche la maggior parte dei suoi giovani compagni. Insomma, se il Basilea è rinato e si appresta a rinnovare i fasti del passato, una gran parte del merito è da attribuire a “XS”, che è diventato il miglior marcatore del campionato con lo stesso numero di reti del granata Kutesa, ma con un minor numero di partite e minuti giocati.

Qualche domanda a questo punto bisogna legittimamente porsela, perché la maggior parte degli addetti ai lavori erano convinti che, dopo la tutt’altro che convincente parentesi ai Chicago Fire e una rinuncia alla Nazionale che sembrava la logica conseguenza di un declino precoce, il folletto basilese fosse… bollito. Invece l’aria del Reno e il ritorno a casa l’hanno rinvigorito al punto che adesso il rimpianto per non vederlo più indossare la maglia rossocrociata (125 presenze, 32 reti e 34 assist) si fa ogni giorno più forte.

La domanda: nella situazione attuale può la nostra Nazionale rinunciare ad un giocatore di talento come Shaqiri? Non sarebbe auspicabile che il nostro coach Murat Yakin facesse di tutto per convincere il calciatore a tornare sui suoi passi? Ma un altro interrogativo sorge a questo punto: come si sono davvero lasciati Yakin e Xhaqiri dopo l’Europeo tedesco dello scorso anno? Bisogna ammetterlo: un eventuale ritorno di XS in maglia rossocrociata si scontrerebbe probabilmente anche con le scelte strategiche di un allenatore che sta cercando di costruire una squadra puntando su forze nuove, le quali però, finora, sono apparse tutt’altro che convincenti almeno a livello di risultati. E all’orizzonte ci aspetta un autunno caldissimo, con le qualificazioni per i prossimi Mondiali americani. Se la Svizzera per una volta non riuscisse a ottenere la qualificazione non sarebbe la fine del mondo, ma siamo stati abituati bene, consideriamo la presenza ai grandi eventi calcistici come un fatto scontato e, soprattutto, il danno economico che una mancata partecipazione genererebbe per la Federcalcio trascinerebbe con sé conseguenze importanti per lo sviluppo del movimento. L’eventuale presenza di questo Shaqiri tra i rossocrociati non sarebbe una polizza assicurativa in grado di garantire l’accesso al Mondiale; tuttavia, partendo dal presupposto che una Nazionale deve assemblare il meglio, la mancanza di un tentativo di recuperare il nostro pifferaio magico sarebbe difficile da spiegare e in caso di fallimento della campagna di qualificazione trascinerebbe senz’altro polemiche di cui il nostro calcio non avrebbe bisogno.

Resta comunque aperta un’altra questione, che chiama in causa il livello tecnico di questa Super League allargata. Qualche osservatore avanza dei dubbi sulla qualità del nostro campionato dopo la riforma. Dubbi che il confronto con il resto d’Europa tramite le coppe in questa stagione ha alimentato. Allargando il numero delle squadre del nostro massimo campionato abbiamo messo a repentaglio la qualità tecnica della competizione? Non abbiamo certezze in proposito, ma è chiaro che una concentrazione delle forze tende ad elevare la qualità delle prestazioni. Nel contesto internazionale, quale sarebbe il ruolo del “nuovo” Shaqiri, che peraltro a Basilea si è sottoposto ad un duro lavoro di recupero per ritrovare la miglior condizione? Tornare in rossocrociato potrebbe costituire la dolce rivincita di XS ma, ammettiamolo, a 34 anni ci vuole un certo coraggio per accettare di lasciare la propria comfort zone.