Calcio

Yakin tende la mano a Xhaka: «Caso chiuso, non accadrà più»

Prima di Svizzera-Andorra il ct è tornato sulle parole del capitano: «Le ho prese come un suggerimento, non una critica» - Domani sera a Sion il centrocampista sarà in campo dall’inizio: «Io e Granit funzioniamo in maniera simile, tra noi ci può essere dialogo»
Il capitano rossocrociato e il 48.enne basilese si sono confrontati in un colloquio durato ben tre quarti d’ora. © Keystone/Laurent Gillieron
Nicola Martinetti
11.09.2023 22:30

Che Murat Yakin avesse voglia di lasciarsi alle spalle il «caso Xhaka», lo si è capito sin dalla sua reazione alla prima domanda posta oggi in conferenza stampa. La quale, lo anticipiamo, non aveva - giustamente - nulla a che vedere con la sfida di domani tra Svizzera e Andorra. «Lei e Granit vi siete chiariti?». Risposta: «Vedo che partiamo subito con le questioni tecniche», con tanto di sorriso accennato. Battuta e tuta sportiva, tuttavia, non hanno tratto in inganno nessuno. Nella pancia del Tourbillon, sì, il ct rossocrociato ha in realtà indossato la divisa da pompiere. Cercando in tutti i modi di arginare l’incendio divampato sabato a Pristina, evitandone la propagazione pure in Vallese.

A colloquio per tre quarti d’ora

Il contenimento dei danni, per stessa ammissione di «Muri», era in realtà già iniziato nelle ore precedenti. Quando, cioé, mister e capitano si sono incontrati per un chiarimento. Una mossa in precedenza caldeggiata anche dal direttore delle nazionali Pierluigi Tami, che aveva invocato «un confronto franco fra le parti». Detto, fatto. «Io e Granit abbiamo avuto una discussione aperta, onesta e costruttiva, durata circa tre quarti d’ora - ha spiegato Yakin -. Non abbiamo parlato soltanto del singolo episodio, ma anche di molto altro. Siamo entrati nel dettaglio, in particolar modo per quanto concerne gli allenamenti. Abbiamo studiato insieme i dati delle ultime sedute e credo che lo abbia apprezzato. In futuro Granit sarà maggiormente coinvolto per quanto concerne la definizione del programma della settimana. Ma sarò sempre e comunque io a prendere le decisioni definitive». Bene. Anzi, oihbò, possibile che le accuse mosse da Xhaka, non abbiano sortito la benché minima scintilla da parte del ct? Pungolato a più riprese al proposito, Yakin ha infine parzialmente ceduto. Alternando invero molta carota e un pizzico di bastone nei confronti del 30.enne basilese. «Personalmente non ho preso le parole di Granit come una critica, bensì come un suggerimento - ha affermato “Muri” -. Va anche considerato il contesto. Quello di Pristina era un match ad alti contenuti emotivi, terminato in maniera rocambolesca. Sicuramente questo ha influito sulle accese dichiarazioni del post-partita. D’altro canto, quando io e lui ne abbiamo parlato, sono stato sincero. Gli ho detto che esternazioni simili, fatte in pubblico, non erano necessarie. Specialmente in quel momento. Non è stata una mossa intelligente e non accadrà più. Per me il caso è chiuso».

Una reazione su più fronti

Già. Il nocciolo della questione, tuttavia, risiede proprio lì. In quelle ultime frasi pronunciate dal ct elvetico. Quanto accaduto in Kosovo, infatti, non è che l’ennesimo episodio di una corposa serie di diatribe tra mister e capitano. Perché allora, in futuro, le cose dovrebbero andare diversamente? Sentite Yakin: «Io e Granit ci conosciamo molto bene. Per certi versi non siamo poi così differenti, anzi, funzioniamo in maniera simile. Per questo motivo sono convinto che tra noi ci possa essere dialogo. Come ho detto in precedenza, non ho preso le sue parole come una critica, bensì come un suggerimento. E anche una presa di posizione del capitano, al fine di responsabilizzare tutti. Seppure, come suggerivo, sarebbe meglio farlo privatamente e non di fronte ai media. Ora vedremo quale sarà la reazione sul campo». A tal proposito, la sfida di domani sera (ore 20.45) contro Andorra, in quel di Sion, si preannuncia come ideale per lasciarsi alle spalle una fase così delicata. Quantomeno dal punto di vista sportivo, con un ritorno al successo che è d’obbligo contro un avversario decisamente inferiore. A poche ore dal calcio d’inizio, Yakin non ha escluso la possibilità di apportare qualche cambio alla formazione iniziale per dare più freschezza alla squadra. Garantendo tuttavia una maglia da titolare a due elementi: «Xhaka partirà dal primo minuto e sarà il nostro capitano - ha confermato il 48.enne basilese -. Tra i pali invece, avevamo concordato con Yann Sommer che avrebbe giocato un altro portiere. L’infortunio di Gregor Kobel (problemi ad una coscia, è stato sostituito dall’estremo difensore dell’YB Anthony Racioppi, ndr) ci ha spinti a puntare su Yvon Mvogo. Quest’ultimo, ci tengo a sottolinearlo, merita peraltro questa chance. Si è battuto come un leone per rientrare dall’infortunio ed è sempre una presenza positiva per la squadra».

Secondo logica, l’estremo difensore friburghese nato in Camerun dovrebbe vivere una serata più che tranquilla. Le ultime due uscite dei rossocrociati, terminate con un pareggio incassato all’ultimo respiro, invitano tuttavia alla prudenza. «Non basta essere i favoriti per ottenere i tre punti - ha affermato Yakin al proposito -. Dovremo fare la partita, risultando cinici sotto porta. Ultimamente Andorra ha concesso poche reti, dunque spetterà a noi trovare il modo di piegare la loro resistenza. E soprattutto andrà migliorata l’attenzione difensiva, specialmente nei momenti chiave come i minuti conclusivi». Insomma, questa volta agli ospiti non si vuole concedere nulla. Tranne gli applausi al difensore Ildefons Lima Solà, che in Vallese scriverà la parola fine su una carriera internazionale da Guinness World Record, durata ben 26 anni.

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