Yann Sommer racconta la «sua» Lugano: «Tra yoga e sup, qui riesco a rigenerarmi»
Nell’immaginario collettivo, il tempo libero di un calciatore è fatto di serate in discoteca, eccessi e location esotiche. Forse è anche per questo stereotipo che l’incontro con Yann Sommer è a dir poco inaspettato. Nella tranquillità del parco subtropicale di Villa Castagnola a Lugano, il portiere dell’Inter è infatti in tuta e a occhi chiusi, mentre con movimenti lenti e controllati esegue alcune posizioni di yoga.
«Quando posso pratico attività che possano aiutarmi a meditare e rilassarmi – racconta Sommer al Corriere del Ticino, subito dopo aver eseguito il tradizionale saluto al sole -. Ho colto quindi l’occasione di questo fine settimana per rigenerare il corpo e la mente: a volte è importante staccare e prendersi cura di sé stessi e Lugano è un posto perfetto per farlo».
Questa visita luganese, in collaborazione con Lugano Region, non è la prima per il portiere vodese: «Soprattutto da quando vivo a Milano sono venuto spesso in città, che raggiungo in meno di un’ora. E poi anche le mie figlie andavano all’asilo in Ticino: per questo spesso ho passato qui il mio tempo libero in famiglia per fare passeggiate in questa natura meravigliosa e scoprire piccole gemme, ad esempio i parchi e giardini adornano il lungolago o i villaggi sopraelevati, come Carona e Gentilino, che punteggiano tutto il territorio luganese».
Oltre alle meraviglie dei parchi e del Golfo di Lugano, dove si è cimentato per la prima volta con lo stand up paddle («divertentissimo, da rifare», racconta entusiasta), Sommer svela un lato inedito di sé stesso, confermando come sia differente da quella visione che si ha dei calciatori. «Non posso definirmi un esperto d’arte, ma quando posso mi piace andare a visitare musei o andare a teatro. E a Lugano c’è un’offerta culturale di assoluto livello: recentemente sono stato a Villa Heleneum dalla Fondazione Bally, e mi ha davvero appassionato. Mi piacerebbe trasmettere questa passione anche alle mie bimbe, ma sono ancora troppo piccole e al momento mi sono limitato a portarle alla Swissminiatur: un’esperienza divertente non solo per loro ma anche per me e mia moglie!».
A proposito di sua moglie, è un’appassionata di cucina mediterranea: qui a Lugano ha trovato un buon compromesso. «Ovviamente faccio sempre molto attenzione alla mia alimentazione, ma ci sono occasioni in cui ci concediamo con grande piacere un piatto di polenta o di risotto in qualche grotto luganese – racconta il brand ambassador di Svizzera Turismo in Italia -. Oltre alle specialità locali come salumi, formaggi e anche specialità del lago, che ci portiamo a casa ogni volta che veniamo in visita, una delle cose che ci piace di più del modo di vivere la gastronomia in Ticino è il forte senso di condivisione, del passare del tempo in famiglia o tra amici, tranquillamente seduti a tavola di fronte a un buon piatto della tradizione e un bicchiere di vino».
Molto più che, semplicemente, mangiare. Come Sommer dimostra durante un lungo e conviviale pranzo alla Locanda Gandriese, dove il 35enne si apre ai ricordi senza nascondere una certa emozione. «I miei parenti avevano una casa di vacanze in Ticino e ricordo con piacere quei momenti trascorsi insieme a pranzo o a cena, un po’ come stiamo facendo adesso. Ma ora che sono cresciuto e consapevole di certi valori riesco ad apprezzare ancora di più lo stare a tavola con i miei cari. È una riconnessione con il proprio passato che fa bene allo spirito: lo scorso autunno ho portato le mie figlie a Lugano a comprare le caldarroste, proprio come facevano i miei genitori con me da piccolo. Nella sua semplicità è stato un momento speciale, che mi ha dato un’incredibile sensazione di calore, di casa».
Quando rivedremo Yann Sommer a Lugano? «Spero presto, se il tempo regge questa è una città ideale per dilatare la sensazione di sentirsi in vacanza, anche al di fuori del periodo estivo, e riuscire così a decomprimere un po’ la pressione del fitto calendario del campionato. Mi piacerebbe quindi riuscire a tornare presto con la famiglia e andare alla scoperta di qualche passeggiata che ancora non abbiamo fatto: non vediamo l’ora della nostra prossima avventura luganese!».