Caso Formenton, parla la polizia: «Decisive le nuove prove fornite»
«Nel rispetto di un caso che è attualmente aperto, non possiamo commentare né fornire ulteriori dettagli». Si può riassumere con questa frase, ribadita più e più volte dal capo della polizia di London (Ontario) Thai Truong e dalla responsabile del dipartimento aggressioni sessuali Katherine Dann, l’attesa conferenza stampa andata in scena questa sera nella località canadese. Dall’appuntamento con i media, in effetti, non è emerso quasi nulla che non fosse già trapelato nei giorni precedenti. Il dipartimento delle forze dell’ordine, in maniera formale, ha comunque confermato le accuse mosse a cinque giocatori nordamericani, tra cui il biancoblù Alex Formenton. «Nei confronti di Formenton, Dillon Dubé, Cal Foote e Carter Hart è stato ufficialmente mosso un capo d’accusa per aggressione sessuale. Contro Michael McLeod due», ha dichiarato Truong.
I cinque - assieme ad altri compagni della selezione canadese U20 dell’epoca - erano già finiti sotto indagine nell’estate del 2018, in seguito al presunto stupro di gruppo avvenuto a London il 18 giugno di quell’anno, a poche ore da un evento di gala organizzato da Hockey Canada a cui tutti avevano preso parte. Quell’inchiesta si era tuttavia conclusa nel 2019 senza alcuna accusa formale. Complice il successivo scandalo che ha investito la stessa Hockey Canada nel 2022, la polizia di London è però tornata a indagare. Giungendo, nelle scorse settimane, a una conclusione differente. «A rivelarsi decisive, in questo senso, sono state le nuove prove fornite durante le indagini - ha proseguito Truong -. Le quali, combinate a quelle già in nostro possesso, ci hanno permesso di avere ragionevoli evidenze per formulare delle accuse ufficiali nei confronti di cinque imputati».
Stando alle indiscrezioni riportate sui media locali, si tratterebbe di prove audio e video che attesterebbero il coinvolgimento - e di riflesso la colpevolezza - di Formenton e gli altri quattro giocatori nel reato sotto inchiesta. Sempre oggi i cinque accusati, in occasione della prima udienza, avvenuta via video conference, hanno dal canto loro ribadito la loro innocenza tramite i rispettivi avvocati. L’accusa ha per contro confermato che a breve la difesa riceverà le nuove prove emerse nel corso delle indagini, in vista della prossima udienza tra le parti fissata per il 30 aprile.
Preso atto di quanto detto e ufficializzato oltreoceano, infine, in serata l’Ambrì Piotta ha a sua volta preso posizione tramite un breve comunicato. «Società e giocatore hanno deciso congiuntamente che è meglio per Alex rimanere in Canada in questo momento per organizzare al meglio la sua difesa. A causa del procedimento in corso, il club non rilascerà ulteriori dichiarazioni in merito» ha affermato la società biancoblù.