Corsa in montagna

Claro-Pizzo da tutto esaurito per le solite, grandi, emozioni

Flavia Pezzoni: «È una corsa spettacolare sotto tutti i punti di vista»
Flavia Pezzoni in azione. PEZZONI
Virginia Helbling
13.07.2023 06:00

Sold out in meno di un’ora. Anche quest’anno la Claro-Pizzo, la gara di corsa in montagna più ambita del Ticino che si terrà il prossimo 1. ottobre, ha registrato il tutto esaurito in un tempo record. I 270 pettorali disponibili vanno ogni anno a ruba e diventano sempre più preziosi: la community di chi si cimenta nel trail running è in continua espansione e la concorrenza è quindi agguerrita ancora prima di partire. A chi osserva il fenomeno delle gare di corsa in montagna dall’esterno, soprattutto quelle lunghe centinaia di chilometri, gli atleti debbono sembrare delle creature aliene, dotate di poteri sovrumani. E un po’ è così. Ci vuole una buona percentuale di sangue alieno per poter correre in scarpette e maglietta quando piove, quando nevica, quando gli altri indossano calzettoni e scarponi. Ci vuole una mente aliena per farsi a corsa un sentiero in salita, arrivare in vetta, e scendere di filato, come se si stesse facendo un semplice giretto dietro casa. Tuttavia, chi si avvicina a questo sport proviene dal pianeta Terra. È gente comune, che frequenta la montagna e che decide di volerla vivere anche in questa modalità estrema. Del resto, si sa, la passione ha mille sfaccettature e le si possono esplorare tutte, a patto di lasciarsi coinvolgere dal gioco.

New entry nel mondo delle gare in montagna è Flavia Pezzoni, di Losone. Amante della montagna da sempre e, dal 2019, atleta appassionata di trail running. Come è scoccata la scintilla? «Per caso. O meglio, la tentazione di provare a misurarmi in una gara l’avevo da qualche tempo, ma non osavo. Il “la” me lo ha dato un’amica, incontrata per caso dopo anni che non ci si vedeva più: quasi che fosse venuta a cercami proprio per farmi fare questo step! Lei mi ha detto di essersi iscritta alla K27 dello Scenic Trail, e io tornata a casa ho avuto l’ispirazione e mi sono iscritta». Ed è stato un colpo di fulmine. «Mi avevano avvisata – racconta – che gareggiare crea una sorta di dipendenza e che dopo averne fatta una di gara ne avrei volute fare tante e tante altre». E così è stato. Dopo la K27 Flavia Pezzoni si è lasciata conquistare sempre più da questa appassionante disciplina partecipando alle più importanti gare del Ticino e ritagliandosi in pochissimo tempo un posto di rilievo nelle classifiche, basti ricordare il terzo posto nel 2021 al Vallemaggia Trail e la medaglia di bronzo alla Basodino Skyrace. «Mi piacciono le sensazioni che la corsa in montagna mi regala, mi piace soprattutto quella che io chiamo la “sana fatica”, che mi fa dire mentre sto correndo: “Ma chi me lo ha fatto fare?”, ma che poi al traguardo mi provoca una scarica di adrenalina e mi proietta già alla gara successiva. Mi piace la sfida che pongo a me stessa e al mio corpo». Giunta alla sua terza Claro-Pizzo, Flavia Pezzoni ha potuto misurarsi sia sui lunghi tracciati, sia sui vertical, brevi ma intensi percorsi in salita. «La Claro-Pizzo è la “Signora Gara”, molto impegnativa sul piano fisico, richiede una certa preparazione, ma offre emozioni indescrivibili, sia per il tracciato, che si sviluppa su un dislivello notevole, sia per l’intensità, sia per il meteo che si può trovare salendo in quota. Molti di coloro che praticano questo sport vogliono partecipare alla Claro-Pizzo, perché è una gara simbolo ed è davvero spettacolare sotto diversi punti di vista: per l’ambiente alpino che si attraversa, che per la sua bellezza caratteristica toglie il fiato, e per il clima di festa del dopo gara, momento che gli atleti, gli accompagnatori, gli amici apprezzano moltissimo». Oltre la sfida con il corpo, oltre questo a tu per tu con la montagna, Flavia Pezzoni ama l’impegno mentale: «La testa fa la differenza» – afferma – soprattutto sui tracciati lunghi». E Flavia Pezzoni lo sa bene dal momento che ha preso parte la scorsa estate alla 120km dello Scenic Trail. «A un certo punto il corpo direbbe anche “Basta!” e la tentazione sarebbe quella di fermarsi e di chiudere la gara anzitempo, ma a quel punto subentra la testa e succede qualcosa di magico: si va avanti fino alla fine ed è la testa che spinge, non più le gambe. A me piace trovarmi in questa dimensione particolare in cui la gara in sé smette di essere una corsa e diventa una sfida interiore».