Club al risparmio e un calendario che si fa attendere
Per le squadre della Swiss Basket League è tempo di amichevoli. Ma a circa cinque settimane dall’inizio del campionato (previsto il 28 settembre), ancora non si conosce il calendario della stagione 2024-25. Secondo nostre informazioni, una prima versione dovrebbe arrivare nelle mani dei club la prossima settimana. Ma perché così tardi? Nei giorni scorsi se lo sono chiesti anche gli Starwings di Basilea, sollevando la questione sul loro sito internet e ottenendo una risposta da Swiss Basket: «Un club non ha ancora ricevuto la licenza e si attende la decisione dell’apposita commissione». Si tratterebbe del Vevey.
Alle altre nove società non resta quindi che pazientare, con tutti gli intoppi che ne derivano a livello di programmazione e organizzazione. «Dal calendario di SBL – fanno infatti notare gli Starwings – dipendono anche quelli di LNB, 1. Lega, U18 e U16 a livello nazionale. Tutto deve essere coordinato. Anche la prenotazione dei pullman per le trasferte diventa sempre più difficile, perché i club di pallavolo e pallamano conoscono i loro calendari da settimane e si sono già mossi in questo senso».
Un mondo a sé
Insomma, il basket svizzero resta un gigantesco cantiere. Non si fa in tempo a rallegrarsi per il risultato della Nazionale U16 maschile, promossa in Division A agli Europei di categoria, che già bisogna tornare ad occuparsi dei soliti grattacapi. Le finanze preoccupano numerose società, ma soltanto il Vevey non ha ancora comunicato la minima notizia di mercato. Chi resta? Chi arriva? Prima la licenza, poi gli annunci ufficiali, aveva fatto sapere a fine luglio il presidente dei vodesi Nathan Zana.
Come detto, durante l’estate tanti club hanno faticato a far quadrare i conti societari. Una delle scelte più gettonate è stata quella di puntare su tre soli stranieri al posto di quattro. Ad oggi, solo l’inavvicinabile Olympic Friburgo – un mondo a sé nel panorama elvetico – vanta una squadra davvero completa, con quattro stranieri (ai confermati Nottage, Sane e Ross Williams si è aggiunto l’ala-centro Chimezie Offurum) e una solidissima ossatura elvetica (Kovac, Kazadi, Cotture, N. Jurkovitz, Martin) rimpolpata dall’innesto di Massimiliano Dell’Acqua dal Lugano. Altri due giovani (Dassin e Smith) saranno chiamati a rimpiazzare i partenti Leyrolles (Francia) e Ducommun (Neuchâtel). Alla St. Léonard, dove le cose serie inizieranno già a metà settembre con le qualificazioni alla FIBA Champions League, le grane riguardano semmai gli impegni di Jonathan Kazadi e Natan Jurkovitz nel basket 3x3. I due salteranno alcune amichevoli dell’Olympic, per la rabbia del coach Thibaut Petit. Interpellato da La Liberté, il tecnico belga ha ammesso di non apprezzare questa doppia attività di alcuni suoi giocatori.
L’alternativa ginevrina
Problemi grassi. La verità è che l’Olympic, vincitore degli ultimi sei campionati, appare ancora senza rivali. Ci proveranno i Ginevra Lions, sulla carta i più attrezzati per competere. Il pacchetto svizzero (Zinn, Mbala, Gravet, Anabir) resta molto buono nonostante gli addii di Bryan Colon (una delle poche «perle» ancora sul mercato) e Thomas Jurkovitz. Tra i giovani inseriti in squadra c’è anche Omar Ali, strappato al Lugano. Da Massagno è invece arrivato Isaiah Williams, uno dei tre nuovi americani dei Lions insieme al centro Dylan Painter (dalla Finlandia) e alla guardia Ja’Qualyn Gilbreath (dalla Slovacchia). Se dovesse ingaggiare un quarto straniero, il Ginevra del nuovo coach Patrick Pembele potrebbe dire la sua.
Nelle mani di Totò
La SAM Massagno, ora affidata a Totò Cabibbo, ha tolto profondità alla panchina con le partenze dei rincalzi Florian Steinmann (passato al Pully-Losanna) e Brunell Tutonda (che dovrebbe lasciare il basket per ragioni professionali e dedicarsi solo al 3x3). L’addio più doloroso resta quello di Isaiah Williams, ma dal mercato sono arrivati due «import» collaudati come Arkim Robertson (da Neuchâtel) e Markel Humphrey (da Ginevra). Tutto da scoprire il terzo americano, Elijah Morgan, al suo debutto tra i professionisti. L’idea, in casa Spinelli, è quella di andare avanti con tre soli stranieri e di valorizzare così alcuni giovani (compresi Koludrovic e Tanackovic ) da far crescere al fianco dei confermati Dusan Mladjan, Marko Mladjan, Solcà e Martino.
Navigare a vista
A Lugano si continua a navigare a vista in attesa del palazzetto di Cornaredo. Le uniche certezze, al momento, sono i nomi dei tre nuovi americani: l’esperto Antonio Ballard (dalla SAM) e i «rookie» Bonke Maring e Javontae Hopkins. Il resto della rosa è composto da giovani e giovanissimi cresciuti in casa, che si divideranno tra SB League e LNB. Coach Montini non potrà più contare sui suoi giocatori svizzeri più profilati: Massimiliano Dell’Acqua, come detto, ha risposto alle sirene friburghesi, mentre Hamish Warden ha scelto la Serie B italiana e giocherà a Gazzada. Andrea Bracelli, dal canto suo, lascia per ragioni professionali. Omar Ali, come scritto sopra, ha optato per Ginevra. All’Elvetico manca certamente esperienza e non è escluso che la società faccia uno sforzo per pescare un altro svizzero sul mercato. Ma i nomi più interessanti (Colon, Dubas, Louissaint, T. Jurkovitz ) hanno un costo e sono anche difficili da sradicare dalla Romandia. Sempre più talenti rossocrociati, inoltre, optano per un’esperienza all’estero.
Movimenti lenti
E le altre squadre di SBL come sono cambiate durante l’estate? Se il mercato degli stranieri è sempre in fermento (al momento, oltre al Friburgo, ne hanno quattro soltanto Nyon e Monthey, mentre il Neuchâtel è fermo a due), quello dei giocatori svizzeri non ha fin qui offerto grandi colpi di scena. Tra le mosse più interessanti ci sono gli ingaggi da parte del Neuchâtel dei nazionali U20 Dylan Ducommun (da Friburgo) e Kevin Martina (da Nyon).